Rallegrati!
1. La visita pastorale
Il vescovo visita le Comunità Pastorali, celebra nelle parrocchie, incontra i Consigli pastorali, saluta le persone e i gruppi che riesce a incontrare: è un modo con cui esprime quella sollecitudine per le comunità e le persone e per il loro cammino di fede. Quella sollecitudine che abitualmente è espressa da coloro che il vescovo invita: preti, diaconi, ausiliarie, operatori pastorali.
Il vescovo visita le singole comunità per dire che non esistono solo le singole comunità: tutte le comunità fanno parte della Chiesa, sono chiamate a sentirsi in comunione entro le parrocchie, nella Comunità pastorale, nel Decanato, nella Diocesi. Nessuna comunità è autosufficiente, nessuna comunità trae vantaggio dal chiudersi in sé, dal porsi come un soggetto che pretende di essere servito. Ogni comunità vive di uno scambio di doni e la Chiesa è un popolo che cammina insieme verso la terra promessa. Il vescovo viene a dire a ogni comunità l’appartenenza alla grande Chiesa di Dio.
Il vescovo visita le comunità per vivere la sua missione, per dire una parola che vorrebbe essere eco di Vangelo.
Quale parola abbiamo da dire oggi a questa comunità, a questa terra?
2. La visita dell’angelo
Io non ho mai visto gli angeli che gli artisti hanno immaginato, angeli sospesi per aria, angeli con strane appendici che si chiamano ali, angeli sempre ineccepibili, belli, puliti, sani. Gli angeli che ho incontrato sono gente un po’ sana e un po’ malata, un po’ bella e un po’ brutta. Ho incontrato anche angeli antipatici, angeli grossolani, angeli arrabbiati. Ma ho capito che erano angeli perché portavano tutti lo stesso messaggio. E tutti dicevano: Rallegrati!
Il messaggio è per ciascuno: rallegrati!
Anche tu che hai l’impressione di non valere niente: rallegrati perché sei stato scelto prima della creazione del mondo per essere santo e immacolato di fronte a lui nella carità.
Anche tu che sei troppo tribolato, troppo arrabbiato, troppo deluso: rallegrati perché in Cristo sei stato fatto anche erede, predestinato a essere lode della sua gloria.
Anche tu che non aspetti messaggeri e non hai bisogno di nessuno: rallegrati, perché sei stato benedetto con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
Il messaggio è per tutta la comunità: rallegratevi!
Non lasciatevi scoraggiare dalle difficoltà della missione, dalle lentezze del cammino di comunione entro la Comunità pastorale, dalla secolarizzazione del contesto sociale: rallegratevi, anche questa situazione è una occasione. Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te.
Non lasciatevi sconcertare dalle vicende della comunità, dal cambiamento dei preti, dalle fatiche di adattarsi a stili diversi e a nuove proposte: rallegratevi, le ragioni della comunione e della fiducia sono più forti di quelle del malumore e del dissenso, siamo predestinati a essere figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Il messaggio è una responsabilità: rallegratevi per essere anche voi angeli che portano il lieto annuncio! Come per Maria riceve l’annuncio dell’angelo e risponde alla sua vocazione con piena disponibilità (“ecco la serva del Signore”) così ogni annunciazione è chiamata per una missione. La comunità cristiana è chiamata a diventare l’angelo di Dio che visita ogni angolo della terra per rivolgere a tutti l’invito: «Rallegratevi!».
Non saremo angeli sospesi per aria, irreprensibili e sempre puliti e contenti. Forse saremo angeli un po’ sporchi, talvolta anche arrabbiati, talvolta anche malati, talvolta anche peccatori, ma sempre angeli che possono sempre compiere la loro missione portando dappertutto la gioia di Dio: Rallegrati, il Signore è con te!
Per questo esiste la Chiesa. Per questo la Chiesa è presente in questo territorio. Ha il vostro volto, cammina sulle vostre gambe, parla con le vostre parole e riassume il suo messaggio nell’annuncio: Rallegratevi, rallegratevi tutti!