Ha raggiunto quest’anno il secolo di vita l’Eco degli oratori, notiziario nato il 20 gennaio 1907 e che raggiunge tutte le strutture giovanili della diocesi di Milano dando loro voce.
di don Massimiliano Sabbadini
Direttore della Fondazione oratori MilanesiResponsabile del Servizio per i Ragazzi, Adolescenti e oratorio
La rivista L’Eco degli oratori continua a raggiungere tutti gli oratori, grazie a un ininterrotto passaggio di testimone che dura da cento anni! È la “voce” di un’esperienza ancora più antica, che racconta l’impegno profuso dalle comunità cristiane di ogni parrocchia per educare ragazzi, adolescenti e giovani nel cammino della fede e della piena maturazione umana.
Il 20 gennaio 1907 usciva il primo numero de L’Eco degli oratori salutato dal Beato Cardinale Andrea Carlo Ferrari come un “nobilissimo pensiero”. Esattamente cento anni dopo, l’Arcivescovo di oggi, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, registra «che quel “nobilissimo pensiero”, affidato inizialmente a un semplice “foglio”, raggiunge il significativo traguardo del primo secolo di vita».
L’Arcivescovo ha inviato alla Fom per il centenario (1907-2007) di pubblicazione del periodico un bellissimo Messaggio, nel quale afferma, tra l’altro, che «le sentite e meritate congratulazioni… sono rivolte solo indirettamente a questa pubblicazione. Nel suo spirito profondo, che l’ha animata in tutti questi anni e che continua a conservarle la forza e lo slancio per proseguire tra non poche difficoltà, la rivista è solo una eco. La voce… è quella coraggiosa, paziente, instancabile e sempre appassionata degli oratori. E quella voce è, a sua volta, espressione del cuore, della fede, dell’intelligenza e delle fatiche di migliaia e migliaia di persone che hanno creduto e credono che educare le giovani generazioni nella comunità cristiana è missione ardua, ma bella e doverosa, possibile e affascinante!».
Questo “fiume ininterrotto di grazia” – come lo definisce il cardinale Tettamanzi – ancora scorre vivace, nonostante non manchino, come sempre, preoccupazioni e ostacoli che fanno levare talvolta voci – piuttosto isolate e non bene intonate con una genuina e intelligente fiducia educativa – secondo le quali l’oratorio non sarebbe più in grado di corrispondere alle esigenze dei più giovani. Eppure l’oratorio è capace tutt’ora di fare “storia” e di costruire percorsi sempre “in divenire”. L’oratorio, proprio con il suo portato tradizionale, con il suo radicamento locale e con il suo coraggioso investimento educativo a tutto campo, risulta sempre più ambiente anche innovativo e capace di “sperimentare”.
L’oratorio ha qualcosa di geniale: riesce a «suscitare senza sosta energie e attività umane, educative e spirituali – continua l’Arcivescovo – . Congiunte a genialità organizzative e a generosità di relazioni personali e di risorse materiali». La gratuità e il servizio sono il filo rosso che fanno dell’oratorio un’espressione della quotidianità dell’amore di Dio. Anche la rivista degli oratori ha vissuto e vive di tale gratuità. «L’augurio più vero per l’Eco degli oratori – conclude il Cardinale – è allora quello di iniziare il secondo secolo di pubblicazione continuando a rappresentare la vita degli oratori, soprattutto per gli educatori che vi sono coinvolti. È quanto avverrà attraverso le riflessioni che nascono e si sviluppano sui diversi versanti del compito educativo… E con tutto quanto la sconfinata e operosa fantasia delle comunità cristiane saprà scoprire e realizzare con l’oratorio… Almeno fino al secondo centenario!».