Le domande (e le risposte) che a partire dalla vita quotidiana interrogano la fede e permettono che sia trasmessa: ecco il tema dell’anno degli oratori, un argomento dallo spirito missionario che pone ragazzi e famiglie al centro dell’azione educativa. Ai giovani è chiesto di interrogare l’esperienza dei genitori e degli adulti, ma anche di farsi soggetti attivi di evangelizzazione, attraverso gesti quotidiani inseriti in contesti di senso e motivazioni precise.
di Filippo Magni
“Famiglia comunica la tua fede”. È questo il tema scelto dal cardinale Dionigi Tettamanzi per l’anno pastorale appena iniziato, secondo del percorso triennale “L’amore di Dio è in mezzo a noi”. La premessa è indispensabile per comprendere a fondo lo slogan scelto per la stagione oratoriana appena iniziata, “Dimmi perché”, che prende le mosse proprio dal tema dell’anno pastorale. Si è dunque appena aperta, sia per gli adulti che a livello giovanile, una stagione dal forte slancio missionario, dove la trasmissione della fede, in famiglia e negli oratori, sarà tema centrale di preghiere e riflessioni. E non si tratta solo dell’evangelizzazione che nasce dall’esempio e dai gesti concreti, ma anche di quella scaturita dal dialogo, spesso quotidiano, e da rapporti franchi e diretti.
«Nei temi di quest’anno pastorale – spiegano i responsabili della pastorale giovanile ambrosiana – si percepisce ancora la dimensione missionaria della famiglia, chiamata a suscitare una reazione benevola e simpatica in chi la circonda, una reazione che si traduce in dialogo, in domande e risposte e ulteriori domande…». Dialogo che parte proprio dalla vita quotidiana: «“Dimmi perché” è la domanda che va al nocciolo della questione. “Se ci credi, dammi le tue ragioni, dimostramele… con la vita!”. Non si cercano risposte precostituite e concettuali (il piano dei concetti spesso non “tocca” la vita dei ragazzi), ma risposte nella vita “provocatoria” di chi si fa trasmettitore delle dimensioni della fede».
Ai giovani e giovanissimi, oltre che il ruolo di “interrogatori”, è riconosciuta anche la potenzialità di essere “soggetti attivi di evangelizzazione” attraverso scelte precise, impegni da vivere in ogni campo della loro vita conformemente alla loro età. Senza gesti eclatanti o particolari imprese, ma semplicemente, puntando a uno dei significati del “dimmi perché”: un invito per i ragazzi a ricondurre i comportamenti quotidiani dentro un orizzonte di senso e una motivazione, così che ogni gesto abbia il suo spessore, il suo gusto e la sua ragione.
La lectio del brano evangelico di riferimento: Gesù dodicenne ritrovato nel tempio (Lc 2, 41-52)