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Nuovo anno oratoriano È ANCORA ORATORIO

9 Ottobre 2007

Tra consuetudini avviate e nuove idee, inizia un nuovo anno oratoriano. Don Massimiliano Sabbadini, direttore della Fom e responsabile del Servizio per i ragazzi, adolescenti e oratorio della diocesi di Milano, traccia le linee guida per i prossimi mesi, a partire dai Progetti educativi per giungere all’azione sul campo.

di don Massimiliano Sabbadini
Direttore della Fondazione oratori Milanesi
Responsabile del Servizio per i Ragazzi, Adolescenti e oratorio

Dopo l’estate ecco di nuovo l’oratorio. Non si fa in tempo a “tirare il fiato”, per le settimane incandescenti svolte nel servizio dei più piccoli a tempo pieno, fra oratorio feriale e campi estivi, che ancora l’urgenza educativa e il desiderio di trasmettere la fede alle giovani generazioni ci rimettono in pista per un oratorio che non smette di essere tale in nessuno dei mesi dell’anno. Si riprende, dunque, tra consuetudini avviate e nuove idee, per entusiasmare, accogliere, formare e impegnare i ragazzi che parteciperanno alle attività durante l’anno pastorale. A settembre “ci si guarda negli occhi”, fra responsabili ed educatori, si fanno i conti delle “forze” in campo, si predispongono programmi e calendari, si cerca di tradurre la proposta diocesana secondo le possibilità di ciascun oratorio e poi si parte, proponendo dei percorsi che creino condizioni di continuità e di crescita.

Innanzitutto ai responsabili, al consiglio dell’oratorio, agli educatori e animatori impegnati durante l’anno si chiede di investire sulla capacità progettuale e sugli obiettivi. Se in un oratorio ci fossero molte attività ma poche idee, si andrebbe avanti “a ritroso”, perché la formula “abbiamo sempre fatto così”, senza il beneficio di una verifica, snatura alla lunga l’efficacia educativa di un ambiente.

La programmazione di ogni attività in oratorio scaturisce dunque da un progetto educativo condiviso e comunicabile a tutti (dai più piccoli, agli educatori, ai genitori e ai nonni) che punta sull’innovazione e sulla “frontiera”, non perdendo d’occhio l’aspetto tradizionale delle motivazioni e delle scelte di educazione alla fede.

L’oratorio all’inizio di ogni anno si costruisce dunque anche “a tavolino”. Ma poi, per tutto l’anno, si realizza “sul campo”. I giochi della Domenica pomeriggio, l’animazione del cortile, le attività e i laboratori, la catechesi e l’accompagnamento personale e spirituale, la presenza attiva dei gruppi delle diverse fasce di età, l’impegno caritativo e missionario, l’aiuto del doposcuola, il teatro e il canto, l’occasione delle feste e delle celebrazioni scandiscono in modo appassionato i giorni di un oratorio che non si risparmia e che continuamente promuove, invita e coinvolge.

L’oratorio diventa così innanzitutto “casa”. Lo ha ben espresso l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi nel suo Messaggio alla Diocesi per la Festa di apertura degli oratori: «Tutti sono di casa all’oratorio! […] L’oratorio, con le sue molteplici iniziative, i suoi percorsi formativi ed educativi e le sue ricche relazioni interpersonali, può aiutare sia i genitori che i ragazzi e gli adolescenti a farsi eco vivente gli uni per gli altri di “quel grande sì che in Gesù Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza” (Benedetto XVI, Discorso al Convegno ecclesiale di Verona, 19 ottobre 2006). La vita dell’oratorio – continua il Cardinale – può rappresentare per ogni famiglia una singolare “superficie riflettente”: mentre i vari membri della famiglia sono coinvolti in qualcuna delle attività oratoriane, ricevono di riflesso un impulso di fiducia a vivere bene all’interno del proprio nucleo familiare».

Ecco l’oratorio è per le famiglie, ma anche per la comunità cristiana a cui appartiene, un “impulso di fiducia” capace di generare passione, di farsi accanto ai problemi, di creare motivazione e di condurre a scelte consapevoli che abbiano il sapore del Vangelo. È così che l’oratorio “comunica la sua fede” progettando una attenzione che prende le mosse dall’amore e trova la sua attuazione nella carità e nella prossimità nei confronti di ogni ragazzo, adolescente e giovane che cerca relazioni autentiche, simpatiche e costruttive.