Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/nuovi-diaconi-consegnati-alla-santita-di-dio-2816428.html
Sirio 18 - 24 novembre 2024
Share

Milano

Nuovi diaconi, «consegnati alla santità di Dio»

Una scelta «esagerata», «estrema», che espone all’ostilità del mondo, ma apre anche alla pienezza della gioia, resa possibile da Gesù e dalla sua relazione con il Padre: così l’Arcivescovo nell’omelia della Messa per le ordinazioni diaconali presieduta in Duomo

di Annamaria BRACCINI

5 Ottobre 2024
Foto di gruppo dei nuovi diaconi con monsignor Delpini in Arcivescovado (foto Andrea Cherchi)

«Non sono eroi o uomini superiori, ma sono persone che hanno creduto di dimorare nella preghiera di Gesù e che, per questo, dicono oggi la loro disponibilità e incoraggiano tutti noi a decidere una più radicale appartenenza». Il Duomo gremito, dove giungono in processione i candidati al diaconato transeunte, ai quali l’Arcivescovo conferisce per l’imposizione delle sue mani e la preghiera l’Ordinazione diaconale, si illumina di colori, canti, gesti suggestivi e antichi per un momento vissuto e partecipato da tanti amici, parrocchiani, parenti di chi inizia l’ultimo passo di formazione nel cammino verso il presbiterato.

Gli ordinandi all’inizio della celebrazione (foto Andrea Cherchi)

Come gli 11 giovani originari della Diocesi di Milano. con un’età media di 29 anni, cui si aggiungono tre ordinandi rispettivamente del Sud Sudan, del Bangladesh (che hanno compiuto gli studi nel Seminario di Venegono), un 55enne milanese candidato del Vicariato latino di Beirut, con un passato da giornalista, e 6 appartenenti al Pontificio Istituto Missioni Estere. A concelebrare la Messa solenne, 5 vescovi, i membri del Cem, i superiori del Seminario, i sacerdoti delle parrocchie di origine dei candidati, che li hanno accompagnati e accolti nelle loro comunità. Accanto all’Arcivescovo, presso la Cattedra, vi sono il Rettore del Seminario, l’Arciprete del Duomo, il Superiore generale e il Rettore del Pime.   

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

La scelta esagerata

A tutti si rivolge l’omelia, diretta soprattutto ai 20 ordinandi i quali, dopo essersi presentati con il tradizionale «Eccomi!», ascoltano seduti in prima fila la riflessione che fa più volte riferimento all’«esagerazione» – ovviamente agli occhi del mondo – della scelta da loro intrapresa (vedi qui il video dell’omelia).

«Si tratta infatti – spiega l’Arcivescovo – di una consacrazione che consegna alla santità di Dio tutta la persona, tutta la vita, tutti i pensieri, tutti i desideri, tutti i sentimenti. Tutto e per sempre. Potranno questi uomini avere una vita privata, un dopolavoro rilassante, una parentesi in cui accontentare i propri capricci, dare sfogo alle loro passioni? No, non potranno: sono consacrati al Signore, nel tempo della fatica e nel tempo del riposo, di giorno e di notte, d’estate e d’inverno sono del Signore. Potranno questi uomini circondarsi di persone amiche, simpatiche, benevole e tenere lontane persone nemiche, antipatiche, ostili? No, non potranno, perché la consacrazione li rende partecipi degli stessi sentimenti di Cristo».

L’Arcivescovo all’ingresso in Duomo (foto Andrea Cherchi)

E così, non potendo nemmeno «evitare quello che è gravoso, spiacevole, contrario alle proprie inclinazioni», essi testimoniano «di rendersi disponibili per fare ciò che il Signore vuole, in obbedienza a quello che la Chiesa chiede, in questo tempo di individualismo, in cui le persone ritengono inappellabile il diritto di fare quello che vogliono».

Inevitabile la domanda, posta direttamente dall’Arcivescovo quasi guardando negli occhi ciascuno di loro: «Vi chiedo, dunque, veramente volete questo e ne sarete capaci?».

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Uno stile di vita insopportabile per il mondo

Anche perché, osserva ancora, «questo stile di vita, questa professione di fede è insopportabile per quello che San Giovanni chiama “il mondo”». Lo stile di uomini che «faranno del bene e saranno ricompensati con l’antipatia e l’impopolarità; indicheranno la via della vita, della salvezza, del compimento della libertà e saranno perciò circondati di disprezzo, di contestazione, coperti di ridicolo, guardati con quel compatimento umiliante che li dichiara un anacronismo. Cercheranno di vivere secondo il comandamento di Gesù, praticando la carità, amando come Gesù ama, desiderando il bene delle persone e delle società in cui vivono e saranno odiati “perché non sono del mondo”: saranno considerati come nemici, pericolosi, un ostacolo al progresso, alla libertà».  

L’Arcivescovo durante l’omelia (foto Andrea Cherchi)

Non eroi, ma uomini guidati da Dio 

Invece – suggerisce monsignor Delpini -, vivranno la pienezza della gioia di Gesù, non abbandonandosi al lamento, «secondo l’abitudine inestirpabile della mediocrità» e non lasciandosi vincere dallo scoraggiamento e dalla tristezza, «perché saranno abitati dalla gioia piena, quella gioia misteriosa che convive con lo strazio; quella gioia inimmaginabile che irrompe d’improvviso nel momento estremo, persino nel tormento del martirio».

E questo non perché «sono uomini superiori, inaccessibili alle tentazioni e alla desolazione, temerari che prendono gusto a sfidare il pericolo o che vogliono dimostrare di essere invincibili, gente che non conosce la paura e la tristezza», ma in quanto «questa via esagerata, questa scelta estrema è possibile perché la loro vita è dentro la preghiera di Gesù, le loro scelte sono rese possibili da Gesù e dalla sua relazione con il Padre».

La vestizione (foto Andrea Cherchi)

Da qui, la conclusione. «Con questa certezza accogliamo la disponibilità di questi uomini a essere consacrati per sempre e totalmente per la missione, disponibili a questo estremismo, a questa esagerazione, alla totalità e definitività della consacrazione; all’esposizione alla ostilità del mondo; alla gratitudine nell’ospitare la pienezza della gioia».

Poi, gli impegni degli eletti, con il «Sì, lo voglio», «Sì, lo prometto» pronunciato davanti all’Arcivescovo, le Litanie dei Santi, sdraiati a terra ai piedi dell’altare maggiore, l’imposizione delle mani sul loro capo e la preghiera di ordinazione, i riti esplicativi con la vestizione degli abiti diaconali e la consegna del Libro dei Vangeli. E l’abbraccio di pace, anche con le mamme e i papà, i fratelli e gli amici, la presentazione dei doni mentre il coro di Cernusco sul Naviglio, che coinvolge l’intera assemblea eseguendo al meglio il programma dei canti, intona l’inno dei diaconi 2024-candidati al presbiterato 2025, dal titolo uguale al loro motto, «Consacrali nella verità» con l’espressione del Vangelo di Giovanni al capitolo 17.  

I diaconi davanti all’altare durante le Litanie dei Santi (foto Andrea Cherchi)

La gratitudine dei padri sinodali per Milano

Prima della benedizione finale e del lungo applauso, giunge ancora il grazie dell’Arcivescovo, che fa anche un breve cenno alla sua partecipazione, quale padre sinodale, alla XVI Assemblea generale ordinaria dei Vescovi, in corso in Vaticano: «Ho chiesto di potermi assentare da Roma per poter essere qui a celebrare questo momento così intenso e importante per la nostra e per tante altre Chiese. Sono rimasto impressionato da quanti, sacerdoti e Vescovi che sono al Sinodo, hanno un legame di affetto e di riconoscenza per Milano per avervi studiato o perché hanno mandato preti delle loro Diocesi a studiare o per i legami di sostegno reciproco e di aiuto che da qui arriva in tante parti del mondo. Mi hanno chiesto di portare la benedizione, la preghiera, l’augurio per voi che siete ordinati e a tutte le nostre comunità. Desidero ringraziare voi che vi siete fatti avanti per questa consacrazione esagerata e piena di gioia che rende ardente il vostro cuore».          

Infine, la festa che esplode all’esterno della Cattedrale, tra gli immancabili striscioni, i mortaretti e il lancio degli ormai diaconi in aria.

Durante l’incontro in Arcivescovado al termine della celebrazione è stata resa nota anche la destinazione dei diaconi, effettiva a partire dal 7 ottobre (qui l’elenco).

Leggi anche

Consacrazione
Candidati 2025

Diaconi, un’ordinazione che abbraccia il mondo

Sabato 5 ottobre in Duomo (diretta tv e web) la celebrazione in cui l’Arcivescovo ordinerà 12 seminaristi diocesani (11 dei quali diventeranno preti il 7 giugno 2025), 7 del Pime e il milanese Carlo Giorgi, una vocazione adulta compiutasi in Libano, Paese ora travagliato e per il quale si pregherà

di Ylenia SPINELLI

Vocazioni
STE_9127-980×551

Nuovi diaconi, storie di vita e di fede

Luca (già professionista in ambito finanziario), Amilkar (passato attraverso diversi lavori prima di entrare in Seminario) e Chadrack (diventato cattolico dopo essere stato battezzato in un’altra Chiesa) raccontano il cammino che li ha condotti all’ordinazione

di Ylenia SPINELLI

Liturgia
The Lord is My Light – Mike Moyers

Le preghiere dei fedeli per i futuri diaconi

Pubblichiamo le intenzioni da pronunciare nelle Messe della settimana che precede l’ordinazione in programma sabato 5 ottobre in Duomo