Nella sua prima visita a Cuba, l’arcivescovo Mario Delpini, era accompagnato da don Antonio Novazzi, responsabile dell’Ufficio per la pastorale missionaria che segue da vicino il cammino dei fidei donum sparsi in diversi Paesi del mondo, e da don Maurizio Canclini, prete ambrosiano rientrato da Kinshasa (Congo) in Italia per una breve vacanza.
Don Novazzi, quali impressioni dopo il viaggio?
È stato un incontro con una Chiesa sorella, per noi la prima occasione di conoscenza con il Vescovo, alcune comunità locali, la storia di questa diocesi di Santiago de Cuba. Abbiamo colto tanti aspetti di una Chiesa che sta cercando il suo cammino, sta cercando di evangelizzare e far conoscere ancora di più il Vangelo. E poi è stato interessante anche conoscere la popolazione.
I fidei donum trovano spazi per lavorare e creare comunità?
I nostri fidei donum sono presenti in quella Diocesi solo da quattro mesi, quindi si stanno inculturando, il che vuol dire conoscere la realtà, la storia, le tradizioni… Li ho visti contenti di riscoprire ogni giorno aspetti nuovi anche delle tradizioni del popolo e del vissuto di Chiesa.
Come sono stati accolti?
Dagli incontri che abbiamo fatto nelle piccole comunità, sia nella zona rurale, sia negli appartamenti delle città, l’impressione è che la gente sia contenta di avere qualcuno con cui camminare nella vita cristiana, di fede, condividendo il Vangelo. Il popolo cubano è gioioso, ti abbraccia, ti stringe le mani… non puoi passare inosservato, tutti vengono a incontrarti, a parlarti.
Che cosa ha rappresentato per i missionari ambrosiani la visita dell’Arcivescovo?
Quello che loro ci hanno riconsegnato è la gioia di sapere che la Chiesa di Milano, la Chiesa madre che li ha inviati e accolti (anche nella Veglia missionaria in Duomo), accompagna il loro cammino. Hanno ringraziato molto per questa vicinanza a pochi mesi dall’inizio della loro presenza nella Diocesi cubana. Non vengono lasciati soli. Hanno apprezzato l’arrivo del nuovo Arcivescovo, che si è messo subito alla ricerca di questa esperienza, di conoscenza e vicinanza a una Chiesa sorella e agli stessi fidei donum.
Come è stato l’incontro con il Vescovo locale?
Monsignor Dionisio García è stato molto contento, lui stesso ci ha accompagnato a visitare la cattedrale e anche il centro culturale che in qualche modo gestisce. Ma soprattutto ci ha invitato a un momento di fraternità con diversi preti della Diocesi con cui abbiamo pranzato insieme. Come a dire: «Non sono qui da solo, ma ci sono altri presbiteri che accolgono il Vescovo di Milano». Al termine ci ha chiesto ancora qualche aiuto, e quindi di inviare – se è possibile – altri sacerdoti o laici.
I fidei donum hanno già qualche idea sui passi futuri da compiere?
In questo momento il loro lavoro è di ascolto e di conoscenza, quindi per un anno il loro compito sarà di ascoltare i cammini della Chiesa sorella. Poi lentamente nasceranno prospettive e progetti, ma sempre in un cammino condiviso.