Al centro della Notte dei Santi 2024, nella serata di giovedì 31 ottobre, ci sarà la scoperta della santità di Carlo Acutis. Fra le 18 e le 21 i gruppi di adolescenti, in modo scaglionato, partiranno da largo Cairoli per un itinerario di animazione, testimonianza e preghiera che percorrerà i “luoghi” di Carlo Acutis a Milano, in particolare le tre scuole che ha frequentato: il Collegio San Carlo, l’Istituto Marcelline, il Leone XIII, e poi la sua parrocchia di Santa Maria Segreta, dove avverrà la conclusione dopo circa due ore di cammino, incontrando l’Arcivescovo o uno dei vescovi ausiliari di Milano. Per partecipare i gruppi devono iscriversi online entro il 29 ottobre.
Torna la «Notte dei santi», il cammino serale attraverso la città di Milano che la Fom propone da circa una quindicina di anni agli adolescenti della diocesi. Una formula riuscita che – tiene a precisare don Stefano Guidi, direttore della Fom – non vuole essere l’alternativa diocesana alla notte di Halloween.
Qual è il significato autentico della «Notte dei santi»?
È una proposta di animazione della diocesi rivolta agli adolescenti per aiutarli a capire e a entrare nell’esperienza della santità cristiana. Nel concreto, la Notte dei santi si configura come un cammino attraverso la città di Milano, toccando tre nuclei significativi: la Basilica di Sant’Ambrogio e i suoi dintorni, il Duomo e un quartiere simbolo scelto tra quelli in cui la Milano dell’innovazione e del cambiamento si scontra con i problemi della periferia. Ogni tappa è caratterizzata da riflessioni o da testimonianze che vorrebbero introdurre i ragazzi a cercare un significato più alto, e direi anche “altro”, rispetto alla loro quotidianità. Cercando però, nello stesso tempo, di non dimenticare che la santità cristiana non può prescindere dalla quotidianità, perché ha a che fare con il nostro vissuto personale, c’entra con il nostro modo di stare al mondo e, soprattutto, con la nostra disponibilità a farci raggiungere dalla parola del Vangelo. Non si è santi a partire dalle proprie qualità, non esiste il cromosoma della santità. Si è santi nella misura in cui ci lasciamo raggiungere dalla parola di Gesù, dalla sua croce, dalla sua grazia.
Com’è stata la risposta dei ragazzi in questi anni? Si sono lasciati interpellare dalla santità?
La risposta negli anni si è mantenuta costante ed è sempre stata molto buona. In genere partecipano circa 1.500 adolescenti, sostanzialmente quelli che accolgono la proposta oratoriana settimanale durante l’anno scolastico. Devo dire che ho sempre notato una grande serietà e una grande disponibilità. Certo, deve essere adeguata alla loro età, ma, a certe condizioni, la proposta religiosa arriva, viene raccolta e rielaborata in modo sincero.
Alla vigilia della canonizzazione di Carlo Acutis quest’anno era quasi d’obbligo centrare la proposta della «Notte dei santi» sulla sua figura…
Sì, come Fom stiamo lavorando da diverso tempo sulla figura di Acutis, perché i ragazzi e gli adolescenti vedono in lui anzitutto un coetaneo, dal punto di vista non soltanto anagrafico, ma anche culturale. Nell’urna che lo conserva, Carlo è vestito con i jeans e la felpa: anche solo questa immagine ha una sua immediatezza ed efficacia, perché subito gli adolescenti lo riconoscono e si riconoscono. La vita di Carlo non è semplicemente la vita di un santo adulto che è stato adolescente, ma è la vita di un adolescente che diventa santo, perché purtroppo la malattia l’ha colto giovanissimo. Diciamo che la Fom, nell’ambito delle sue responsabilità relative all’oratorio e alla pastorale giovanile, sta cercando di richiamare l’attenzione di tutta la diocesi sulla spiritualità di Carlo, sgomberando il campo da alcuni pregiudizi di chi si chiede cosa ha fatto in fondo questo ragazzo…
In realtà la popolarità di questo beato è grandissima…
Sì, intorno ad Acutis si è creato in questi ultimi anni un movimento di preghiera veramente impressionante. Un movimento che si genera da sé, che non si giustifica in ragione dell’impegno delle “sue” diocesi, quella di Milano e quella di Assisi, o dei testimoni più o meno vicini al suo ambito familiare che parlano di lui. Un movimento spontaneo. Papa Francesco parlerebbe del sensus fidei fidelium, cioè il fiuto della gente per la santità sincera e genuina. Come già diceva anche il cardinale Schuster: «Quando un santo passa, se è un vero santo, tutti corrono verso di lui». Personalmente, e non lo dico per dovere d’ufficio, io trovo davvero intrigante la storia di questo ragazzo che ha qualcosa da dirci, in qualche modo sembra scuoterci, sembra risvegliarci, sembra incoraggiarci.
Quali saranno le tappe della «Notte dei santi» quest’anno?
Faremo un percorso diverso rispetto altri anni, specifico sulla vita di Carlo. È una novità: abbiamo spesso parlato di lui, ma non abbiamo mai visitato i “suoi” luoghi. Entreremo nell’Istituto Marcelline, dove Carlo ha frequentato le scuole elementari e le scuole medie, e al Liceo Leone XIII, dove incontreremo uno dei suoi insegnanti che ci parlerà di lui. Infine, termineremo il nostro itinerario nella sua parrocchia, Santa Maria Segreta, dove Carlo entrava quotidianamente per pregare e ricevere l’Eucarestia. Qui incontreremo l’Arcivescovo e alcuni dei Vescovi ausiliari di Milano, che si alterneranno a dialogare con gli adolescenti sull’importanza di costruire un kit per la santità.