Maria ha chiuso gli occhi, il volto pallido come il velo che l’avvolge quasi fosse un sudario. Davvero non può più reggere la vista di quel Figlio straziato che pende dal legno della Croce, e che Grunewald, in questa Pala di Isenheim, ha dipinto con una tragicità che rasenta la ferocia. A sorreggerla, fedele al mandato del suo Signore, Giovanni l’apostolo, che la cinge con un braccio, mentre l’altra mano serra il gomito della Vergine, in un gesto di protezione e di ricreata intimità. Macchie, insieme, di luce e di colore che emergono dalle tenebre del Golgota. (Grunewald, 1515, Colmar)
NELLE TENEBRE DEL GOLGOTA
Maria UN GRANDE DONO, UNA MADRE PER TUTTI - Maria, ai piedi della croce, sperimenta il dolore per la perdita del Figlio e lo stupore per una “nuova maternità”, quando lo stesso Gesù consegna a lei il discepolo amato con le parole «Ecco tua madre». Una nuova maternità che non esclude nessuno, che si china sui deboli, sugli esclusi, sugli emarginati, sui peccatori. Cioè su tutti noi. di Dora Castenetto - Nelle tenebre del Golgota Maria ha chiuso gli occhi, il volto pallido come il velo che l’avvolge quasi fosse un sudario. Davvero non può più reggere la vista di quel Figlio straziato che pende dal legno della Croce, e che Grunewald, in questa Pala di Isenheim, ha dipinto con una tragicità che rasenta la ferocia. A sorreggerla, fedele al mandato del suo Signore, Giovanni l’apostolo, che la cinge con un braccio, mentre l’altra mano serra il gomito della Vergine, in un gesto di protezione e di ricreata intimità. Macchie, insieme, di luce e di colore che emergono dalle tenebre del Golgota. (Grunewald, 1515, Colmar)