«In Armida Barelli abbiamo riconosciuto un’opera di Dio che la propone come modello per tutti i cristiani». L’ha detto monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano e Presidente dell’Istituto Toniolo, intervenendo oggi pomeriggio all’inaugurazione della mostra sulla Beata allestita presso la sede di Regione Lombardia, evento organizzato dal Consiglio per le Pari opportunità della Lombardia e dall’Istituto Toniolo. Ha aggiunto l’Arcivescovo: «La città smemorata, la città distratta, la città frettolosa presenta una emotività fragile: basta una notizia per spaventarla, basta niente per entusiasmarla. Ogni silenzio, ogni imprevisto, ogni allarme seminano angoscia. La storia di una ragazza, di una donna che ha vissuto sotto una dittatura, che ha attraversato gli anni di una guerra tremenda, che ha sperimentato l’inerzia rassegnata delle donne del suo tempo può essere istruttiva. La beata Armida ha saputo contagiare moltitudini di ragazze con la testimonianza della sua fede, con l’ardore della sua passione, con la fermezza delle sue scelte. La presenza delle donne cattoliche italiane in ambito ecclesiale, sociale, culturale, politico deve molto a questa ragazza di buona famiglia di Milano. Chi sa che cosa hanno in mente le ragazze che oggi vivono e studiano a Milano? Se posso osare un consiglio, io suggerirei: cercate di conoscere Armida Barelli come una “sorella maggiore”. La mostra disponibile nel Palazzo del Consiglio regionale potrebbe servire».
Gli interventi istituzionali
All’inaugurazione è intervenuto anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana: «Questa mostra è dedicata a una personalità che in tutte le iniziative e attività della sua vita aveva un unico fine: il bene comune. Ha saputo mantenere alti i principi della cattolicità, della cultura, della civiltà. Ha fatto attività politica, difendendo i diritti delle donne, parlando di parità. Si raggiungerà questa parità di genere il giorno in cui non se ne parlerà più. Sarà una vittoria della civiltà».
«Armida Barelli era una donna che perseguiva i suoi compiti con fermezza, impegno, piena di fiducia verso il prossimo – ha dichiarato Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale della Lombardia -. È stata uno straordinario esempio di emancipazione femminile per milioni di donne del suo tempo, che in lei si sono riconosciute. Nell’immediato dopoguerra si è dedicata con forza anche all’impegno politico, dando un contributo importante all’ingresso di altre donne in politica, in particolare nelle file della Democrazia Cristiana. La mostra a Palazzo Pirelli è l’occasione per conoscere la grandezza di questa donna che ha incarnato il pragmatismo e lo spirito intraprendente lombardo, tipico della borghesia più illuminata».«Armida Barelli è una delle figure femminili più importanti del Novecento italiano, anche grazie alla sua capacità di uscire dagli schemi del tempo mettendo a frutto le molte soft skills di cui era dotata, a partire dalla sua straordinaria capacità di interpretare la realtà – ha aggiunto la presidente del Consiglio Pari opportunità Letizia Caccavale -. Una figura di grande testimonianza ed esempio per tutti. È stata una vera appassionata di Cristo, un “cuore inquieto” che con estrema concretezza ha trasformato il suo grande amore per la vita in opere di bene. Come quella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore».
«Per l’Università Cattolica Armida Barelli è stata una figura decisiva non solo nella sua fase fondativa, ma anche lungo i successivi anni di sviluppo – ha dichiarato la Pro-Rettore vicario dell’ateneo Antonella Sciarrone Alibrandi -. È stata una delle figure femminili più rilevanti nel contesto culturale dell’Italia del primo Novecento, capace di leggere il suo tempo e nello stesso momento di avere una visione del futuro. Non vincolata dagli schemi sociali dell’epoca e ricca della virtù ampia del coraggio, la Barelli non si sentiva un’intellettuale, ma era fermamente convinta della urgente necessità di dare vita a un ambiente formativo in cui si potesse creare cultura a partire dall’antropologia cristiana, contribuendo ad elaborare un pensiero in grado di interpretare la società».
«Una donna che ha costruito amore», la Barelli, secondo Aldo Carera, direttore dell’Istituto Mario Romani per la storia del Movimento cattolico. Con lui presenti all’inaugurazione anche la nipote della Beata, Savina Barelli, Carlo Borghetti, vicepresidente del Consiglio regionale, alcuni consiglieri e assessori regionali.
La mostra
La mostra è stata ricavata dalla graphic novel «Armida Barelli. Nulla sarebbe stato possibile senza di lei», ideata e curata da Tiziana Ferrario, con sceneggiature e illustrazioni di Giancarlo Ascari e Pia Valentinis per Franco Cosimo Panini editore, voluta dall’Istituto Toniolo, ente fondatore dell’Ateneo e dall’Università Cattolica, con la consulenza storica di Aldo Carera ed Ernesto Preziosi.
Con la forza e l’immediatezza delle immagini, la mostra racconta la vita di Armida Barelli e i suoi straordinari incontri con altri protagonisti del cattolicesimo italiano, come padre Agostino Gemelli, Giuseppe Toniolo, Benedetto XV e Pio XI, nella cornice di oltre mezzo secolo di storia italiana. Illustra in modo coinvolgente e immediato la sua vita dall’infanzia fino alla morte, in 16 poster che, attraverso testi, fotografie d’epoca e illustrazioni, raccontano ciascuno una tappa fondamentale nella sua vicenda. Il poster finale presenta un utile prospetto cronologico che mette in connessione l’opera di Armida con i più importanti eventi che hanno segnato il nostro Paese nell’ambito della politica e delle lotte per l’emancipazione femminile.
Si potrà visitare dal 4 al 13 maggio a Palazzo Pirelli (via Fabio Filzi 22, Milano: vedi qui la locandina). Per ingressi e prenotazioni: lunedì-giovedì, 9.30 – 13.30 / 14.30 – 17.30 (ultimo ingresso alle 12.30 / 16.30); venerdì: 9.30 – 13.30 (ultimo ingresso alle 12.30). In caso di gruppi numerosi, l’ingresso è su prenotazione (urp@consiglio.regione.lombardia.it; tel. 02.67482777).