Il progetto «Giovani in cammino», rinnovato anche per il 2022-23, è un’iniziativa multilivello rivolta alla prevenzione del disagio giovanile tra i 14 e i 25 anni, promossa da Odielle (Oratori Diocesi Lombarde) con il contributo della Regione Lombardia, per valorizzare il ruolo degli oratori come centri di aggregazione, socializzazione e formazione, tanto più preziosi in tempi in cui i centri urbani sono sotto l’assedio dalle attività commerciali. E in questo campo la Lombardia vanta un patrimonio di oltre 2300 oratori, il 45% di quelli di tutta Italia.
Quattro linee tematiche
Centocinquanta gli interventi in programma, divisi nelle quattro linee tematiche: «Giovani Insieme», volto a sviluppare l’aggregazione; «Giovani in formazione», per attivare percorsi di orientamento in un contesto sociale sempre più complesso; «Giovani Indipendenti», per sperimentare forme nuove di autonomia; «Giovani in campo», lo sport come veicolo di formazione.
La storia
Quest’ultimo è quello coltivato particolarmente all’oratorio milanese del Gentilino, in zona Navigli, dove in pochi anni si è raddoppiato il numero dei ragazzi coinvolti: ora sono circa 500. Qui, nel XVI secolo, l’omonima chiesa, distrutta dai bombardamenti dell’ultima guerra, raccoglieva i fedeli a pregare per la liberazione dalla peste. L’oratorio con l’antico nome- ricostruito nel 1952 insieme alla chiesa (in piazza Tito Lucrezio Caro 7) – rientra nell’Unità di Pastorale giovanile con le parrocchie di San Gottardo al Corso, Santa Maria delle Grazie al Naviglio e San Cipriano. E qui si concentrano le principali attività di «Giovani in campo.
Lo storico oratorio del Naviglio – che comprende, oltre alle aule catechismo, un campo da calcio a 7, un campo di basket, cucina e sala giochi – conta 14 squadre tra calcio, pallavolo e ciclismo (è dell’anno scorso un raid da Milano e Roma lungo la via Francigena), con 300 tesserati tra cui due squadre di ragazze. Formazioni tutte sotto la guida di don Fabrizio Bazzoni, che è anche il trainer di una squadra di calcio di ragazzi delle medie, assistito da una cinquantina di allenatori.
Opportunità formativa
«Lo sport è un’opportunità – spiega don Fabrizio -: livella le differenze sociali, offre ai ragazzi una famiglia (la squadra) e un senso di appartenenza all’oratorio e quindi alla comunità. I ragazzi non sono anonimi fruitori di un servizio, ma capiscono di essere di qualcuno; perché guardati in modo singolare dal loro allenatore, dal presidente, dai dirigenti. E questo sguardo apre loro un orizzonte di speranza e di futuro che magari per tanti versi (scuola, famiglia, amicizie, problematiche dell’adolescenza) gli sembra invece chiuso. Lo sguardo con cui li si guarda è quello di Gesù, è con il Suo sguardo che ogni ragazzo viene pienamente valorizzato, seguito, ascoltato. Questo è ciò che unisce dirigenti e allenatori, ed è anche ciò che unisce in fondo tutti i ragazzi dell’oratorio».
Tanti ragazzi, che provengono da condizioni sociali precarie in un contesto caratterizzato dalle case popolari di via Gola e via Pichi (molte delle quali occupate), di varia estrazione religiosa, atei e non, hanno scoperto nelle attività dell’oratorio il senso della comunità, la riscoperta della socializzazione e il rispetto reciproco. C’è chi ha deciso di battezzarsi. Un altro giovane del Gentilino ora è all’ultimo anno di Seminario. Quando le storie individuali si riempiono di senso.