La realizzazione di una “Casa della carità” per rispondere a emergenze abitative e per accogliere temporaneamente nuclei familiari di richiedenti asilo, forme di spesa solidale, rilancio di iniziative caritative già sperimentate, ma anche la valorizzazione del tessuto associativo con tutto ciò che di positivo queste realtà hanno realizzato nella città di Muggiò. Sono alcuni propositi che stanno maturando in seno alla Comunità pastorale Madonna del Castagno, dopo l’ampio dibattito seguito all’invio a cittadini e associazioni della lettera “Per un’arte del buon vicinato”.
«All’inizio del periodo quaresimale – ricorda don Maurizio Tremolada, responsabile della Comunità pastorale -, la Commissione di pastorale sociale aveva indirizzato a tutti questi soggetti una lettera che, sintetizzando il Discorso di Sant’Ambrogio dell’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, riproponeva i medesimi temi, in forma adattata alla nostra comunità. In particolare si puntava sulla necessità di superare l’individualismo aprendosi a uno sguardo più disponibile a comprendere le difficoltà e i bisogni degli altri, sull’invito a destinare parte del proprio tempo e delle proprie risorse al miglioramento della convivenza, e infine sulla necessità di realizzare forme di accoglienza verso chi è arrivato, per varie vie, in questo territorio e deve trovare il modo di integrarsi». Tirate le somme di tale “provocazione”, sono ritornate alla Commissione un discreto numero di riflessioni, molte delle quali arricchite da proposte. Alcune di queste proposte cominciano a muovere i primi passi, altre verranno sviluppate poi.
Giovedì 21 giugno, quindi, alla presenza del Vicario episcopale monsignor Patrizio Garascia e del sindaco Maria Fiorito, è stata restituita alla cittadinanza una sintesi delle risposte pervenute ed è stata proposta una traccia delle iniziative future che la comunità cristiana muggiorese si impegnerà a realizzare. Tre i punti illustrati: coltivare uno sguardo diverso è, in estrema sintesi, l’impegno che molte associazioni si sono assunte, mettendosi in rete per dare risposte ai bisogni emergenti, anche quelli urgenti. Al secondo punto “la decima parte di tutto”. Tre strumenti vanno in questa direzione: il primo consiste nel diffondere la conoscenza del già costituito Gruppo di Acquisto Familiare il quale, attraverso la spesa mensile di un numero sempre maggiore di famiglie, può arrivare ad accantonare risorse utili all’inserimento lavorativo di chi è disoccupato. Un secondo modo per dare concretezza alla “decima” è attraverso il fondo “Da famiglia a famiglia”, costituito dall’autotassazione bimestrale di alcune famiglie a favore di famiglie bisognose. Inoltre la realizzazione della “Banca del tempo” dove, chi lo desidera, mette a disposizione le proprie competenze per chi si trovasse nel bisogno. Infine, sul versante dell’accoglienza, il primo obiettivo è quello di realizzare una “Casa della carità” in grado di rispondere alle emergenze abitative di persone o famiglie in difficoltà. Altro obiettivo è puntare su occasioni formative per chi ha problemi di inserimento e integrazione attraverso doposcuola (uno è già attivo) e corsi per imparare l’italiano.