In occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, domenica 19 giugno alle 17, presso la chiesa di San Bernardino alle Monache a Milano (via Lanzone 13, M2 Sant’Ambrogio), la Comunità di Sant’Egidio e Genti di Pace promuovono «Morire di Speranza», una veglia ecumenica di preghiera per ricordare tutti coloro che hanno perso la vita nei viaggi della speranza verso l’Europa. Perché la loro memoria non vada perduta. Perché non accada più.
«Hassan, Rania, Salam, il piccolo Ayman…»: durante la preghiera saranno letti i nomi e le storie di quanti hanno intrapreso questo viaggio e sono morti nel tentativo di raggiungere il nostro continente. Un’invocazione perché nasca una cultura di accoglienza, e cessino le morti nel Mediterraneo.
Presiede la preghiera (vedi qui la locandina) don Mario Antonelli, Vicario episcopale per l’Educazione e la Celebrazione della Fede; parteciperanno la pastora Cornelia Möller (Chiesa Evangelica Luterana), la pastora Eleonora Natoli (Chiesa Evangelica Valdese), padre Tirayr Hakobyan (Chiesa Apostolica Armena), padre Ambrosij Makar (Chiesa Ortodossa Russa), padre Samuel Aregahegn (Chiesa Copta di Etiopia).
Prenderanno parte alla preghiera anche diversi profughi accolti in questi anni a Milano, molti dei quali frequentano le Scuole di Lingua e Cultura Italiana della Comunità di Sant’Egidio e che ricorderanno i loro compagni morti nei viaggi. Parteciperanno anche i profughi giunti in Italia con il programma dei corridoi umanitari dal Libano, l’Etiopia, la Libia e Lesbo.
I dati
Si calcola che siano oltre 48.647 persone morte, senza contare i dispersi, dal 1993 a oggi, nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte, via terra, dell’immigrazione verso l’Europa. Un conteggio drammatico, che si è ulteriormente aggravato nell’ultimo anno: sono infatti 5.257 le persone che, da giugno 2021 a oggi, hanno perso la vita nel Mediterraneo e lungo le vie di terra nel tentativo di raggiungere il nostro continente, soprattutto dalla Libia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale.
Sarà un momento di celebrazione comune per lanciare un appello unanime: fermare l’ecatombe dei migranti in viaggio, attraverso l’attivazione da parte dei governi nazionali e dell’UE di vie d’accesso legali e sicure, come quella dei Corridoi Umanitari. In questa direzione chiediamo di implementare gli arrivi in sicurezza in Europa attraverso i corridoi umanitari, che anche in questi mesi continuano dalla Siria, dall’Etiopia, dalla Libia, da Lesbo e dalla Grecia. Questa è la strada da seguire, per il nostro Paese e gli altri Stati europei. Sinora sono arrivate in Europa oltre 4.600 persone con i corridoi umanitari promossi da Sant’Egidio.