Un documento molto significativo, per «ridestare il sogno europeo», soprattutto considerando l’importante tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo dell’8-9 giugno. È il testo, approvato all’unanimità, che il Consiglio pastorale diocesano ha prodotto come frutto del dibattito svoltosi nella sua VIII sessione del 24 e 25 febbraio scorsi e che si avvale anche di una riflessione introduttiva dell’Arcivescovo (leggi qui).
Paolo Mira, architetto e membro dell’organismo diocesano, spiega perché il Consiglio abbia voluto interrogarsi sul tema: «Abbiamo ritenuto che fosse un argomento di primaria importanza, non solo per le votazioni che ci attendono, ma perché tocca da vicino la vita quotidiana di tutti noi, cittadini e cristiani. Una scelta, questa, suggerita anche dall’Arcivescovo».
Il documento parla di un sogno europeo. Un “sogno” fatto, però, di consapevole concretezza?
Sì. Non è solo un sogno, perché quello che coltivarono i Padri fondatori – Schuman, Adenauer e De Gasperi – era un progetto che nasceva dalla ricostruzione postbellica, puntando in realtà alla costituzione di una unità europea che andasse oltre i puri aspetti economici e amministrativi.
Nel documento si auspica che «l’Unione europea faccia proprio un compiuto senso di laicità». Una questione fondamentale in un’epoca di nazionalismi e sovranismi rinascenti…
Purtroppo spesso si dimentica che l’Europa – e la storia lo insegna – è sempre stata costruita su un pluralismo culturale e religioso. Così, proprio con questo senso “alto” della laicità, bisogna continuare a lavorare e come cristiani, su questo, ci sentiamo interpellati.
Appunto, come essere «protagonisti»?
Dobbiamo impegnarci in prima persona per riprendere un «sogno» che si è un po’ offuscato negli ultimi periodi, e fare tutto il possibile, perché l’Europa è il futuro delle nostre nazioni che non possono, ormai, affrontare situazioni e problematiche mondiali a titolo individuale. Infatti, abbiamo scritto che, come comunità cristiana, ci sentiamo chiamati a custodire e vivere nelle nostre realtà questo grande progetto assumendo alcuni precisi impegni.
Come sensibilizzare al voto, specie le giovani generazioni?
È una bella sfida, che passa dalla conoscenza di cosa sia veramente l’Unione Europea, poiché molti, credo, non hanno una percezione chiara, vedendone solo l’aspetto economico. È qui che si gioca la grande partita.