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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Pastorale

Migranti, la Consulta diocesana inizia il suo percorso

Il 2 marzo entra in servizio l’organismo nato su sollecitazione del Sinodo «Chiesa dalle genti». Affiancherà le parrocchie nel facilitare «l’incontro globale» tra le varie comunità

di don Alberto VitaliResponsabile dell’Ufficio per la Pastorale dei migranti diocesana     

27 Febbraio 2022

Dando compimento alla sollecitudine espressa dal Sinodo minore “Chiesa dalle genti”, lo scorso 18 ottobre il nostro Arcivescovo ha istituito la Consulta per i migranti diocesana, che mercoledì 2 marzo entrerà ufficialmente in servizio, incontrandosi nel salone dei convegni della Curia. L’atto, presieduto dal Vicario episcopale di settore, don Mario Antonelli, avrà al contempo valore formale e pastorale: si tratta infatti d’un vero e proprio mandato a coloro che, nelle diverse Zone pastorali, affiancheranno le comunità parrocchiali nell’individuazione di percorsi d’accoglienza rivolti a quei battezzati che, venendo da altre parti del mondo, hanno ricevuto e maturato la stessa fede, ma in contesti culturali ed ecclesiali anche molto diversi.

I compiti

Fra i compiti affidati alla Consulta sarà quindi prioritario quello di favorire una conoscenza il più possibile diretta delle persone che abitano il nostro territorio e le loro caratteristiche ed esigenze spirituali, al di là della fredda logica delle statistiche. Come, inoltre, i fedeli migranti sono diversi tra loro, così sempre più spesso lo sono le comunità in cui si inseriscono: pensiamo per esempio a quanta diversità esiste tra i piccoli centri di provincia, magari di montagna, e le grandi città. Come pure fra i quartieri periferici di Milano e il suo centro. Un’adeguata pastorale dei fedeli migranti deve pertanto essere elaborata anzitutto “sul terreno” ed essere il più possibile incarnata, come sempre ci chiedono il Papa e il nostro Arcivescovo, nel loro specifico ministero.

La composizione

Per questo, unitamente all’Ufficio cui è strettamente vincolata, alla Consulta «è chiesto di ascoltare e servire il tessuto ecclesiale, stimolandolo in ogni sua componente, perché sappia riconoscere gli ingredienti che consentono di vivere oggi l’esperienza di Chiesa dalle genti, favorendo conoscenze e dialogo, relazione e collaborazione, coordinando e sostenendo la crescita delle esperienze già in atto» (Cost. 8 §1). Di conseguenza, anche il criterio scelto per la composizione della Consulta ha rispettato la suddivisione del territorio diocesano: un presbitero, scelto da rispettivi Vicari episcopali, per ciascuna delle sette Zone pastorali e due laici, indicati tra quanti in questi ultimi anni ha collaborato, in vista della formazione delle équipe zonali di Pastorale dei migranti. Vi partecipa inoltre un rappresentante dei cappellani linguistici, un diacono e una religiosa che pure operano in questo ambito, la moderatrice della Consulta per la Chiesa dalle genti (l’altra Consulta istituita su indicazione del Sinodo minore e il responsabile dell’Ufficio per la pastorale dei migranti, che la presiede.

Attenzione alla multiculturalità

Anche alla multiculturalità è stata prestata molta attenzione, facendo in modo che vi partecipassero nativi italiani e migranti in parti quasi uguali, così che già al proprio interno la Consulta possa essere un laboratorio di composizione delle differenti originalità. Infine, è forse utile precisare che – per lo stile e il metodo con cui opererà – il servizio prestato dalla Consulta non costituirà un aggravio di lavoro per le comunità o i loro pastori. Nessuno, cioè, andrà a dire a un parroco già oberato di lavoro: «Siamo qui a chiedere che si faccia anche questo o quest’altro»; bensì si metterà a disposizione di quanti, avvertendo l’opportunità di avviare percorsi di conoscenza e accoglienza, nonché di crescita e arricchimento in un determinato territorio, sono però consapevoli di non avere gli strumenti e le forze necessarie. Garantendo un solido legame tra l’Ufficio, le cappellanie linguistiche, le parrocchie e le altre realtà diocesane, dovrà quindi fungere da “facilitatore” di quell’incontro globale, per certi aspetti inedito e caratteristico della nostra epoca, a tratti complicato, ma foriero di grandi benefici per tutti.

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