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Percorsi ecclesiali

La Visita pastorale 2023-2024

Sirio 11 - 17 novembre 2024
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Zona VI

Melzo, l’impegno di far dialogare fede e cultura

Questa una delle sfide per il Decanato in cui è in corso la visita pastorale, assieme all’approfondimento dei temi ambientali e all’attenzione per le persone separate, divorziate o in nuova unione. Ne parla il Decano, don Paolo Zago

di Cristina CONTI

11 Marzo 2024
Una celebrazione nella chiesa parrocchiale dei Santi Martiri Protaso e Gervaso a Gorgonzola (foto Claudio Naso)

Nel Decanato di Melzo, nella Zona VI, fino al 7 aprile è un corso la visita pastorale dell’Arcivescovo, la seconda nel 2024. «Siamo in tutto 25 parrocchie, di cui 9 riunite in Comunità pastorale – spiega il Decano, don Paolo Zago -. Alcune di esse comprendono parrocchie che si trovano in diverse località. Ci troviamo nella periferia est della metropoli e del Decanato fanno parte anche paesi piuttosto piccoli».

Quali i principali problemi?
Un po’ quelli che accomunano tutta la grande periferia di Milano. La nostra è infatti una zona di stampo rurale, in cui la maggior parte delle persone lavora nel capoluogo lombardo: dunque viviamo la realtà dei “quartieri dormitorio”. Ci sono poi molte famiglie che hanno vissuto il dramma della separazione. Mentre il fenomeno migratorio è poco presente: siamo intorno all’8-9%. La crisi economica si è sentita e ci sono sacche di povertà, ma la percezione generale non è quella di miseria. Molte realtà caritative si danno da fare per aiutare le persone più bisognose. Potremmo dire che il Decanato è diviso in due parti: una, che comprende anche Gorgonzola, caratterizzata da una grande vivacità dell’esperienza di fede; l’altra, a cui appartengono invece i Comuni di piccole dimensioni, che ha grosse difficoltà e sacche di problematicità, in cui la partecipazione è poco viva e ci sono numeri bassi nella frequenza alle Messe, con soltanto un 9-10% assiduo alle celebrazioni.”

Dopo la pandemia e i lockdown le attività sono riprese regolarmente?
Se a Milano alla ripresa delle attività si è assistito a uno svuotamento delle chiese, qui la ripresa c’è stata e si è tornati ai numeri precedenti alla pandemia. Certo, nelle zone più piccole si fa più fatica: la partecipazione spesso è legata alla tradizione familiare, soprattutto per quello che riguarda gli adulti.

Giovani: a che punto siamo?
Sul versante giovanile riscontriamo una certa lontananza, anche se un centinaio di ragazzi hanno preso parte alla Giornata mondiale della Gioventù. Il nostro territorio risente della secolarizzazione della grande città, ma i giovani che frequentano l’oratorio estivo e gli adolescenti formano gruppi molto vivaci e una realtà molto bella.

Quali sfide vi aspettano nei prossimi anni?
Tra i temi che stiamo approfondendo c’è innanzitutto quello del rapporto tra fede e cultura. Stiamo cercando di far interagire le diverse realtà che operano in quest’ambito sul territorio e stiamo lavorando sui contenuti. Un altro ambito importante è quello della formazione missionaria: nelle nostre parrocchie infatti ci sono molti gruppi, ma poca formazione sul tema della mondialità. Un’altra tematica che ci sta molto a cuore è quella dell’ambiente. Siamo una zona rurale, ma non ci sono gruppi dedicati alla riflessione sull’enciclica Laudato si’ o sulle problematiche legate al cambiamento climatico. Ci sono molti spazi dunque per muoversi e lavorare di più. Vorremmo anche dare più attenzione al tema di separati, divorziati e nuove unioni, da noi molto sentito. Abbiamo una scuola di teologia decanale che è molto frequentata e che merita la nostra attenzione. Sperimentiamo la fatica della Chiesa di oggi: le nostre comunità cristiane sono molto vive, ma all’interno di una società che cambia e che si secolarizza.

Quali sono le attese per la visita dell’Arcivescovo?
L’impressione è quella che la visita stia creando molto entusiasmo tra la gente. Gli interventi del nostro Pastore sono sempre molto pertinenti. Riesce sempre a trovare la parola giusta nelle diverse circostanze, dalle Assemblee decanali fino agli incontri con i giovani. Ha sempre parole di speranza da consegnare e con lui la popolazione sta vivendo momenti di grande cordialità e di gioia. Non dimentichiamo che qui monsignor. Delpini è stato per molti anni Vicario episcopale e dunque conosce bene anche il territorio.

 

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