Ricevuta la porpora il 19 novembre scorso da papa Francesco, il cardinale Renato Corti sarà il prossimo testimone della Misericordia del Padre, venerdì 2 dicembre, alle 21, nella Basilica di Sant’Eustorgio. Ricorderà le parole e i gesti più significativi del cardinale Carlo Maria Martini, figura fondamentale della Chiesa universale, sulla quale ha conformato il suo servizio: come lui, ha fatto della Luce il faro per illuminare la vita delle persone nel dubbio, per consolare le persone afflitte, per pregare e per perdonare.
«Siamo chiamati a essere la Chiesa della misericordia», «La Chiesa è chiamata a essere povera e amica dei poveri»: parole di Martini, tratte dalla Lettera di presentazione del 47° Sinodo diocesano (1995), testo tra i più importanti del Cardinale. Parole molto forti, che papa Francesco spesso ripete oggi, perché indicano un ritorno allo spirito iniziale del cristianesimo. Dei gesti di Martini, invece, il cardinale Corti ne ricorda uno in particolare: la visita al Carcere di San Vittore poco dopo il suo ingresso nella Diocesi di Milano, a sottolineare la sua coerenza umana e spirituale.
Ai nuovi principi della Chiesa – in rosso, a significare la disponibilità a versare il sangue per la fede cristiana e la pace – il Papa ha chiesto di farsi annunciatori dell’amore misericordioso di Dio, vivendo tale compito nella concretezza quotidiana: praticare le opere di misericordia spirituali e corporali è infatti uno dei metodi più efficaci per portare la Buona Notizia a tutti.
Nonostante si sia appena chiuso il Giubileo straordinario, dunque, la misericordia e la grazia di Dio restano “spalancate” per quanti desiderano accedervi, come a dire che è sempre giusto il tempo per avvicinarsi all’amore divino.