Giovedì 31 agosto ricorre il quinto anniversario della morte del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002. In suo ricordo, alle 17.30, nel Duomo di Milano si terrà la Santa Messa presieduta dal cardinale Angelo Scola. Fra i concelebranti, il presidente e il vicepresidente della Fondazione Carlo Maria Martini, padre Carlo Casalone SJ e padre Giacomo Costa SJ. Preti e diaconi che desiderano concelebrare devono portare con loro camice e stola rossa. La celebrazione sarà trasmessa in diretta su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre), www.chiesadimilano.it e Radio Mater.
«La memoria dei padri è un atto di giustizia. E Martini è stato un padre per tutta la Chiesa»: sono parole di papa Francesco, pronunciate nell’agosto 2013 in occasione dell’incontro con i rappresentanti dell’allora neonata Fondazione intitolata al cardinale gesuita; parole rimaste scolpite nel cuore dei presenti e che da allora fanno da stella polare per il lavoro della stessa Fondazione. In particolare per ciò che riguarda la costruzione di un archivio dedicato a Carlo Maria Martini: per avere un’idea della complessità dell’operazione basti pensare alla mole di lettere, biglietti, appunti, fotografie, interventi audio e video che hanno avuto come protagonista il biblista torinese nei suoi 22 anni di episcopato a Milano: sia quelli già disponibili negli archivi dei vari uffici diocesani, che necessitano comunque di un lavoro di catalogazione e digitalizzazione per la consultazione online, sia quelli in possesso di singole persone. Da qui l’idea di lanciare una Call for documents a tutti coloro che custodiscono ricordi significativi del cardinal Martini e desiderano condividerli. E la risposta alla chiamata, lanciata a metà febbraio in occasione del 90° anniversario della nascita di Martini, è stata straordinaria. A livello individuale, erano oltre 100 le persone che – a metà giugno – avevano consegnato del materiale documentario alla Fondazione, a cui vanno aggiunte una serie di istituzioni che, mosse da questo appello, hanno deciso di aprire i propri archivi.
Gran parte del materiale consegnato è già disponibile sul sito della Fondazione (www.fondazionecarlomariamartini.it), nella sezione Archivio aperto. Si aggiunge ad altri strumenti pensati per tenere viva e comprendere in modo sempre più profonda l’eredità dell’allora Arcivescovo: ad esempio le videointerviste a personalità della cultura, della comunità ecclesiale, delle istituzioni, della società civile, a collaboratori e amici. Tra la documentazione ricevuta dai privati in risposta alla Call spicca ad esempio la corrispondenza con il Cardinale mantenuta da San Vittore dall’ultimo componente di una delle bande criminali più tristemente note della Milano degli anni Settanta, che in carcere intraprese un percorso di pentimento e conversione. Ancora, Antonietta Cargnel, nota infettivologa ed esponente dell’Azione cattolica ambrosiana, che ha voluto mettere a disposizione l’audio di diversi interventi di Martini sul tema dell’accompagnamento dei malati di Aids. Particolarmente emozionante e insolita, inoltre, è la visione della galleria di fotografie consegnate alla Fondazione da Federico Zanda, che testimoniano le numerose escursioni in montagna del Cardinale.
A livello di associazioni e istituzioni, in questi primi mesi della Call for documents la Fondazione Martini ha ricevuto diversi materiali dall’Archivio Andreotti, dalla Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lc), dalla Fondazione oratori milanesi, dalla Casa della carità di Milano e dal Christian media center della Custodia francescana di Gerusalemme.
È possibile per chiunque partecipare alla raccolta di documenti su Carlo Maria Martini. Sul sito della Fondazione sono spiegati i criteri per valutare l’effettiva pertinenza del materiale e le modalità per la consegna, che può essere effettuata per via telematica o fisicamente negli uffici di piazza San Fedele 4 a Milano, tutti i mercoledì tra le 14.30 e le 16.30 (tranne i mesi di luglio e agosto). Tutti i materiali vengono acquisiti digitalmente e restituiti. Ogni piccolo ricordo aiuterà la Fondazione, e prima ancora la comunità ecclesiale e civile ambrosiana, a rendere ancora più viva la presenza di Carlo Maria Martini.