«Il conferimento dell’onorificenza della “Croce Pro Ecclesia et Pontifice”, davvero importante, mi ha sorpreso ed è certamente un grande stimolo a fare sempre di più e meglio». È questa la prima sensazione – o meglio, emozione -, che Mario Zeni, 71 anni, varesino doc, esprime ripensando al riconoscimento ricevuto dalle mani dell’Arcivescovo nella chiesa di San Bernardino alle Ossa.
Qual è il suo percorso professionale?
Dopo circa 40 anni alle dipendenze della Banca Popolare di Bergamo – dove, negli ultimi 10 anni, ho ricoperto la funzione di responsabile delle Risorse Umane – alla fine del 2013 sono andato in quiescenza, mantenendo l’incarico di presidente del Fondo Pensione di Ubi Banca sino al 2015. Sono tuttora consigliere di Fondazione Ubi Banca per Varese Onlus. Il mio percorso professionale mi ha permesso di sviluppare una maggiore attenzione e sensibilità verso la prossimità alle persone.
Il suo nome è legato anche al Sacro Monte di Varese…
Sì. Con l’uscita dal mondo bancario sono entrato a far parte del Consiglio della Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, sito Unesco, ora presieduto dal vescovo monsignor Giuseppe Vegezzi, e ricopro anche la carica di presidente della Fondazione Pogliaghi della Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana. In particolare ho seguito le importanti attività di conservazione e di valorizzazione del Sacro Monte svolte in questi anni, come il restauro e la conseguente riapertura della Cripta romanica del Santuario che tanto interesse sta suscitando; gli interventi interni ed esterni del Santuario; il restauro complessivo della 13ma cappella e il rifacimento degli impianti di illuminazione della stessa cappella e della 14ma. Senza dimenticare i costanti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della Via Sacra. Vorrei ringraziare tutti i volontari che, con passione e grande disponibilità, operano per il bene del Sacro Monte, che dal 29 dicembre si aprirà anche ai pellegrini del Giubileo, essendo il santuario di Santa Maria del Monte una delle chiese giubilari della Diocesi.
Un lavoro, insomma, a 360 gradi per uno dei luoghi più belli della nostra Chiesa, che forse andrebbe maggiormente valorizzato…
Sicuramente sì, anche se sono molteplici gli eventi che si svolgono periodicamente al Sacro Monte, come concerti, rappresentazioni teatrali e visite. Credo che, per rendere sempre più fruibile il nostro sito Unesco, sia fondamentale l’attività di conservazione, programmata e preventiva della Via Sacra, del Santuario e dei Musei, messi a dura prova anche dal cambiamento climatico. In tale contesto, ritengo fondamentale la cura relativa all’accessibilità e accoglienza dei visitatori e, in questo, il Giubileo del 2025 sarà una sfida, alla quale l’arciprete monsignor Eros Monti, infatti, sta lavorando intensamente.
Altri impegni?
Da anni seguo, ora da presidente, la Cooperativa di Bosto a Varese, proprietaria di 19 appartamenti assegnati, in parte, a soggetti seguiti da realtà socio assistenziali. Inoltre sono consigliere dell’associazione “Varese Alzheimer”, impegnata nell’allievare le problematiche che derivano dal deterioramento cognitivo.