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Sirio 22 - 31 luglio 2024
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Personaggi

Maria Dutto, una donna alla guida dell’Azione cattolica

Martedì 14 febbraio, alle 17, in Università Cattolica, la presentazione del libro di Giorgio Vecchio. Pubblichiamo stralci del capitolo che rievoca la sua presidenza dell'Ac ambrosiana

8 Febbraio 2024
Maria Dutto

In occasione della presentazione del libro Maria Dutto: una storia al femminile. Donna, cattolica, milanese, di Giorgio Vecchio, che sarà presentato martedì 14 febbraio, alle 17, in Università Cattolica (vedi qui la locandina), pubblichiamo stralci del capitolo «Una donna alla presidenza dell’Ac».

Nel 1976 si pone il problema della successione a Zandrini, che ha già guidato l’associazione per due mandati, e il nome di Maria è indiscutibilmente il più pronunciato. Esiste tuttavia il “grave” problema del suo essere donna, che suscita dubbi in tutti coloro che sono ancorati a una visione maschile della Chiesa. Si tratta forse di preoccupazioni esagerate, che vengono infine fugate. Eletta al Consiglio diocesano dall’assemblea del 14 maggio 1976, proposta e nominata presidente diocesana, Maria riesce a consolidare la stima che il Cardinale ha per lei (…)

Maria vive in prima persona il passaggio di testimone da Giovanni Colombo a Carlo Maria Martini ed è lei ad accogliere il nuovo Arcivescovo nella sede associativa, in un Consiglio diocesano straordinario che si tiene il 17 febbraio 1980. Con Martini – dopo gli stupori iniziali per le differenze rispetto a Colombo – la Dutto costruisce un rapporto profondo (…)

Nel corso del suo settennato presidenziale, Maria si trova davanti un’immensità di problemi. L’Ac, un po’ dappertutto, deve ancora metabolizzare gli effetti del nuovo Statuto e della “scelta religiosa”, che – nelle intenzioni – vuole privilegiare l’attività di evangelizzazione e di formazione alla fede, lasciando cadere le vecchie abitudini all’intervento politico, concretizzate nel cosiddetto collateralismo con il partito della Dc. Ciò si traduce anche nella ricerca di uno stile dialogico di confronto con il mondo, evitando condanne preconcette e ricercando il bene anche nelle pur criticabili posizioni degli avversari. È quanto viene sintetizzato nella formula sbrigativa del “cristianesimo della mediazione”, al quale si contrappone la spinta del “cattolicesimo della presenza”, che non esita a condurre dure battaglie, talvolta anche calunniose, nei confronti di un maestro come Giuseppe Lazzati o come il presidente nazionale dell’Ac, Alberto Monticone.

Nella vita quotidiana, ciò si traduce nelle continue pressioni affinché l’Ac si schieri e prenda posizioni nette, come già avrebbe dovuto fare – secondo i critici – in occasione del referendum sul divorzio del 1974. La presidente Dutto è quindi sollecitata non solo a schierarsi a favore della Dc in occasione degli appuntamenti elettorali, ma altresì a portare l’associazione compatta nelle battaglie che si svolgono all’interno delle scuole, per i consultori e via dicendo. Ogni sforzo tentato per mostrare la complessità dei problemi, per ricordare l’esistenza di sensibilità diverse anche tra i cattolici, per confermare una gerarchia di valori che deve esistere anche nell’azione dei cristiani… tutto ciò viene visto come un tradimento. Ed è singolare che questo capiti proprio a Maria che non solo è una convinta democristiana, ma mantiene solidissimi rapporti con le principali esponenti della Dc milanese e nazionale (…). I problemi sono comunque connessi, perché alle sollecitazioni esterne si sommano le necessità interne di fare chiarezza sull’identità dell’associazione. (…) Insomma, numerose riunioni della presidenza e del Consiglio diocesano devono essere dedicate allo studio e alla discussione di documenti sulla figura teologica del laico, sul significato dell’Ac, sul rapporto con la pastorale diocesana e gli uffici di curia, sulla scelta religiosa, sulle relazioni con Cl e con la sua emanazione del Movimento popolare, senza dimenticare che, almeno per qualche tempo, dopo il convegno ecclesiale del 1976 su «Evangelizzazione e promozione umana» nascono iniziative volte alla “riaggregazione” dei cattolici. (…) All’assemblea dell’11 maggio 1980, ribadisce con passione i punti salienti della “nuova” Ac, tra i quali spiccano quelli sulla formazione alla fede (…). Proiezioni dell’associazione, ma con larghi spazi di autonomia e laicamente aperti a tutti, sono i Gruppi Confronto nella scuola, i Gruppi promozione donna e il Movimento terza età.