La notizia della morte di Maria Dutto mi richiama subito l’immagine del suo sorriso e del suo abbraccio. Ai miei 22 anni, proprio due giorni dopo aver ricevuto l’incarico della responsabilità diocesana dei giovani dentro l’Associazione, Maria Teresa, che mi precedeva nell’incarico mi ha detto: «Tocca a te ora andare al Gruppo Promozione Donna». Titubante e ignara, ho sperimentato l’abbraccio e il sorriso di Maria Dutto, insieme ai contenuti forti, positivi, ironici e profondissimi del suo discorso. Ne sono uscita responsabilizzata ed entusiasta anche per il fatto di essere una donna che nella Chiesa diceva sì a testa alta a un servizio.
Maria era ai miei occhi (e non solo ai miei!) una donna piena di comunicativa e di talenti, che trasformava il cuore dei suoi interlocutori. Tanti le sono grati e con loro centinaia di responsabili e soci della famiglia dell’Ac.
Un’altra volta ho sentito un sobbalzo interiore e una rinnovata energia proprio dopo una chiacchierata al telefono con lei. Avevo appena assunto un compito direzionale che mi preoccupava e lei mi disse: «Avanti, Silvia, sempre attenta al Vangelo che ci chiede di guardare a ogni donna e ogni uomo come a un tesoro. Chiedi a ciascuno ciò che ti può dare, non di più, non di meno, e vedrai che bello!».
Portiamo in tanti nel cuore i molti doni di Maria e sentiamo che continua ad accompagnarci, anche in questo momento turbolento in cui l’amore per l’umanità ci sta chiedendo di essere generosi e vigili, con i piedi ben piantati per terra e una consapevolezza luminosa che la Parola compie la sua corsa nella storia.