«Campioni dello sport che sono diventati campioni della vita». È questo il senso dei riconoscimenti che vengono assegnati ad atleti e dirigenti di società sportive che si sono distinti per lo slancio agonistico coniugato con i grandi valori che l’Arcivescovo, nel suo tradizionale messaggio al mondo dello sport, sintetizza nella parola inglese “friendship” che è «la via della fraternità, solidarietà, amicizia».
Nel palazzetto dello sport di Malnate, in Zona Pastorale II-Varese, tra tanti giovani, ragazzi, educatori e volontari, quella che va in scena è una festa dello sport di base e giovane, ma anche di vertice, con molti testimonial notissimi, al fine di aprire anche, per quanto attiene all’impegno della Diocesi per lo sport, l’anno pastorale, avvicinandosi alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.
L’appuntamento è l’occasione per inaugurare il secondo anno del percorso della fiaccola di «Orasport on fire tour» – accesa al centro del campo al termine dell’incontro – che coinvolgerà le Zone pastorali II e V, dove verrà accolta in tutti i Decanati con incontri, feste, testimonianze, giochi, momenti di preghiera, formazione e approfondimento dei valori olimpici.
Dopo «l’eccellenza», al centro del cammino dell’anno 2022-2023, è la volta della «solidarietà», cui fa riferimento la lettera del vescovo Delpini, distribuita a tutti. Tra esibizioni, stralci di filmati, tanta allegria, ma anche significative riflessioni, prende il via la serata, ritmata dalla consegna dei premi «Testimone dei valori dello sport», conferiti dalla Diocesi a quanti hanno dato prova di trasmettere questi valori alle giovani generazioni, e le “interviste” ai protagonisti realizzate in presa diretta da don Stefano Guidi, responsabile del Servizio per l’Oratorio e lo Sport e direttore della Fom.
Particolarmente gradite, dal numeroso pubblico sugli spalti, le performances delle squadre giovanili locali, delle bambine e ragazze della ginnastica ritmica e artistica e l’esibizione a cura di Basketball Malnate, Malnate & Sport Apd, con la presenza di ragazzi e ragazze con disabilità intellettivo relazionale.
I saluti istituzionali
A prendere la parola per il saluto a nome dell’Arcivescovo, impegnato a Roma nei lavori del Sinodo dei Vescovi, è monsignor Luca Raimondi, vicario episcopale per la Zona pastorale IV-Rho. «Mi sento a pieno titolo l’Arcivescovo in panchina, ma il panchinaro, al momento giusto, risolve la partita. Però stasera siamo tutti titolari in questa partita che, come scrive il vescovo Mario, vale ed è friendship».
Accanto a lui, il vicario episcopale ella Zona II, monsignor Franco Gallivanone – «qui mi sento a casa», dice -, il prefetto di Varese, Salvatore Rosario Pasquariello, il sindaco di Malnate, Maria Irene Bellifemine che nota: «dopo la famiglia e la scuola, le associazioni educative e sportive sono fondamentali e questa è l’espressione più bella di Malnate».
«Il Prefetto stasera rappresenta il governo, perché è interesse dello Stato accompagnare, in ambito sociale e sportivo, i ragazzi per promuovere il loro benessere psicofisico, contro tante mete sbagliate e difficoltà», sottolinea Pasquariello che ha promosso recentemente un patto educativo tra Istituzioni sportive, atleti e le Diocesi di Milano e Como. Presenti anche il parroco dell’Unità pastorale di Malnate, don Giuseppe Lazzati e il vicario parrocchiale, don Alessandro Sacchi.
I premiati: la Vero Volley
Alla presidente di “Vero Volley Allianz Milano”, Alessandra Marzari va il primo riconoscimento perché «la Vero Volley costruisce con tutte le sue atlete una vera e propria “carta dei valori” per crescere nell’umiltà, nel rispetto, nella collaborazione».
Come si comprende bene ascoltando la presidente che, partendo da una piccola realtà radicata nella parrocchia di San Biagio a Monza, è oggi alla guida di un consorzio che coinvolge 5 società di pallavolo, 2 squadre in A1, sui territori delle province di Monza e Milano e rappresenta un punto di riferimento nel panorama dello sport italiano per la qualità della sua proposta e per la precisa identità culturale che lo contraddistingue. Un impegno, da settembre 2022, evidenziato dal nuovo claim, “Driven by Values”.
«Abbiamo portato una testimonianza prendendo decisioni precise anche quando, dal punto di vista imprenditoriale e sportivo, non era facile. Se non si fa così siamo poco credibili dai giovani. Fare sport aiuta la pace, fa parlare con tutti e premette di andare oltre le differenze anche religiose», conclude Marzali passando il testimone alla capitana della squadra del Vero Volley, e palleggiatrice della Nazionale, Alessia Orro, anch’essa premiata. «Il gioco di squadra è fondamentale, come il sacrificio, i valori e la determinazione. Lo sport ci insegna a vivere. Il consiglio ai giovani è di non mollare mai, rialzandosi sempre quando si cade. Non arrendetevi né nella vita né nello sport», osserva Orro, reduce da un brutto infortunio che non le ha impedito di partecipare comunque ai successi del suo team.
Premio anche a una delegazione della Power Volley Milano, che nell’iniziativa “Training for future”, fa incontrare i suoi giocatori con alcune squadre di società sportive dell’oratorio, allenandosi insieme.
Arianna Talamona e Arianna Errigo
È la volta, poi, di Arianna Talamona, nuotatrice campionessa del mondo e argento alle Paralimpiadi, cui va il riconoscimento «quale portatrice di resilienza e rinascita nel raccontare in diverse occasioni la sua storia ai più giovani. Per la sua testimonianza di vita a favore dell’inclusione, non solo rispetto alla disabilità, ma anche per la promozione dello sport al femminile».
Limpide e dirette le sue parole. «Non bisogna avere paura della paura, sarebbe sbagliato il contrario, l’importante è imparare a gestirla, essendo supportati da un gruppo, avendo voglia di lavorare, di correggersi e di crescere».
Dal ritiro della Nazionale di scherma a Chianciano, si collega Arianna Errigo, capace di vincere due medaglie ai Mondiali di Milano 2023, dopo solo 4 mesi dall’aver partorito 2 gemelli, portati con sé anche nell’attuale ritiro, premiata «per aver coinvolto bambini e bambine ad appassionarsi al mondo della scherma con i suoi valori».
«Volevo una famiglia e ora ce l’ho, e anche se è faticoso, continuerò, fino a quando riuscirò, con la mia grande passione, la scherma», spiega sorridente.
Marco Fichera, Polha Varese e Carlo Recalcati
Si continua con lo schermidore Marco Fichera, argento ai Giochi di Rio, «per l’attenzione alla promozione dei valori dello sport nell’organizzazione dei Mondiali di scherma svoltisi a Milano nel luglio scorso».
«Occorre mettere al centro – scandisce – le persone in un momento in cui ci stiamo un po’ dimenticando di questa centralità. Noi abbiamo cercato di farlo anche in un evento di livello mondiale. Il fatto che la Diocesi abbia scelto questa motivazione, mi emoziona. Abbiamo avuto oltre 1200 atleti provenienti da 118 Paesi. Un villaggio olimpico, per chi lo ha vissuto, fa comunità e va al di là dell’aspetto sportivo. Credo che sia dovere di chi organizza un grande evento, di lasciare qualcosa, e noi abbiamo voluto raccontare la scherma a oltre 5000 ragazzi, indicando un modello di comportamento per la società».
«Premio testimone valori dello sport» anche alla Polha Varese, la società paralimpica più titolata in Italia e probabilmente nel mondo – 17 medaglie anche nelle ultime paralimpiadi – per l’immenso lavoro di promozione dell’inclusione sociale attraverso lo sport». «Siamo nati dal 1982 e, ai tempi, c’era il deserto, ma siamo sempre stati una squadra che condivide i problemi che non sono solo le carrozzine. Siamo affiliati a 9 Federazioni sportive e al Csi. Non andiamo alla ricerca di campioni, ma diamo la possibilità a tutti di sviluppare le proprie potenzialità, cercando di rispondere alle aspettative di ciascuno, anche se non diventano tutti dei campioni. La Divina provvidenza ci aiuta. Gli obiettivi sono quotidiani, ma il più importate è vedere cambiare i nostri ragazzi e ragazze, portandoli in pista, aiutando a far accettare la disabilità attraverso lo sport», dice un’allenatrice.
Infine, accolto dagli applausi, per una vita da campione dedicata al basket, in 60 anni di carriera anche come coach della Nazionale e ora assistente Senior, è Carlo Recalcati. «A volte, nello sport professionistico, si rischia di perdere il senso della misura e i valori. Bisogna sfruttare ogni occasione come stasera. Il risultato a tutti i costi, è solo fine a se stesso e le sconfitte insegnano: sono un bagno di umiltà. Oggi vale sempre di più l’idea di fare squadra che non vuol dire considerare solo i giocatori, ma la squadra che è fatta da tante persone con diversi ruoli», indica Recalcati dall’alto della sua esperienza.
Il saluto finale del vescovo Raimondi
Alla fine, è il vescovo Luca Raimondi a ricordare una mattina di Pasqua, la prima della storia, «quando Gesù Cristo ha vinto la partita più grande del mondo, vincendo la morte. Ricordiamoci che i suoi discepoli Giovanni e Pietro corrono verso il sepolcro vuoto e il primo, più giovane, aspetta il secondo. Un bell’esempio sportivo. Fare sport è bello se accetti una sconfitta, se vuoi vincere, ma senza mai schiacciare gli altri come nemici. Ascoltare chi ha più esperienza educa all’umiltà e al sacrificio e queste cose sono importanti».
«In questo mondo che trema per le guerre abbiamo vissuto una serata di pace», conclude, richiamando la giornata odierna di digiuno e preghiera per la pace indetta dalla Cei, prima della preghiera corale di “Orasport on fire tour”, recitata al centro del campo con tutti i ragazzi, della benedizione e della consegna simbolica della fiaccola.