Il nome di madre Teresa Gabrieli, nata a Bergamo nel 1837 e morta a 70 anni di età, cofondatrice con il beato Luigi Maria Palazzolo delle Suore delle Poverelle, da un secolo e mezzo sta nel libro dei grandi della carità della terra di Bergamo. Ma dal giorno della solennità di San Giuseppe (19 marzo) il suo nome sta nella lista delle persone che la Chiesa addita come venerabili, cioè come persone degne di ammirazione e di stima per aver seguito Cristo nei poveri più poveri, nei rifiutati e negli scartati dalle istituzioni del suo tempo.
La nascita delle Suore delle Poverelle
Papa Francesco, alla luce della documentazione raccolta, ha riconosciuto che la sua vita si muove sul pentagramma della carità. Le note del suo vissuto cantano la gioia di amare, la grandezza dell’umiltà, la bontà del buon samaritano, la generosità della vedova povera, la bellezza di accendere la luce nel cuore di tante ragazze e di tanti ragazzi soli e abbandonati.
Madre Teresa Gabrieli non è mai stata sotto le luci della ribalta, ma è rimasta dentro la storia di quegli anni di povertà e di miseria, secondo i moduli del Vangelo, nella semplicità e nel nascondimento, nella fatica e nella operosità quotidiana, senza mai perdere un minuto e senza attendersi consensi o riconoscimenti.
La sua forza motrice fu l’amore. Aveva poco più di trent’anni quando maturò la scelta di consegnare la propria storia al Signore con parole che si possono riassumere così: «Caro Gesù… io Ti prometto che Ti amerò sempre, che Ti servirò con fedeltà e procurerò sempre di cercar in tutto e per tutto solo il Tuo gusto. Accetta… l’offerta che ti faccio di tutta me stessa, benedicimi e con la benedizione donami forza di mantenermi costante in quanto Ti prometto».
Era il 22 maggio di 150 anni fa, quando fece la promessa. Aveva trascorso larga parte della notte in preghiera, nella chiesa dell’oratorio, con il beato Luigi Maria Palazzolo e altre due giovani, impegnate come lei nell’animazione dell’Oratorio della Foppa (dove oggi c’è il complesso di Casa Madre delle Suore delle Poverelle). Prima dell’alba aveva partecipato alla Messa. Poi, in vicolo della Foppa, nella stanza a pianterreno che fungeva da cappella, ebbe chiara la rotta da seguire: quella additatale dal Timoniere che, sulla “croce adorabile”, aveva dato tutto per la salvezza dell’umanità.
La passione di educare
Madre Teresa Gabrieli era nata in una famiglia che lavorava gli orti e commerciava verdure. Rimasta orfana a 15 anni, frequentò la scuola delle Canossiane in via Rocchetta a Bergamo e a 18 anni ottenne il diploma di maestra. Non poté, però, dedicarsi all’insegnamento, perché la famiglia aveva bisogno di lei per le attività commerciali. Aveva le qualità giuste per relazionarsi col pubblico: sapeva accogliere con garbo e cordialità, intuiva i bisogni dei clienti, commerciava senza approfittarsi e senza trovare pretesti per alzare i prezzi e guadagnare di più. Le bastava ricavare dalla vendita quello che era necessario per vivere. Il commercio non esauriva le risorse della sua vita. In parrocchia si prestava per il catechismo e, insegnando, avvertiva il bisogno di una formazione umana e cristiana delle giovani generazioni per far argine alle tentazioni del male che le insidiava.
Nel 1861, quando aveva 24 anni, in alcuni locali presi in affitto aprì una scuola elementare privata per le bambine e le ragazze povere, in via Osio (oggi via Moroni). Era un’insegnate capace e autorevole che sapeva unire l’insegnamento a leggere, scrivere e a fare i conti con la conoscenza e la pratica della vita cristiana.
Vice superiora dell’Opera di Santa Dorotea
Nel 1864, su richiesta del sacerdote bergamasco don Luca Passi, nella parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna don Luigi Palazzolo diede inizio alla Pia Opera di Santa Dorotea. La maestra Teresa Gabrieli vi aderì con entusiasmo e nel settembre 1866 ebbe l’incarico di seguire con cura amorevole, come una sorella maggiore, uno dei gruppi di ragazze iscritte a questa associazione. Nel 1868 venne nominata “Vice superiora” dell’opera di Santa Dorotea. Non fu difficile a don Luigi Palazzolo, che era un formidabile talent-scout, vedere in Teresa Gabrieli la persona giusta, capace di fare da guida alle giovani che, come sorelle maggiori, seguivano i vari gruppi della Pia Opera, che riunivano ben duemila ragazze.
La strada di marcia di Teresa Gabrieli prese una direzione nuova quando don Luigi Palazzolo le affidò in custodia una bambina disabile. Comprese allora il disegno di Dio su di lei e lo spirito che animava don Luigi, impegnato a cercare e accogliere le persone scartate dalla società. Dopo il 22 maggio 1869, altre giovani si unirono a lei. La comunità religiosa delle Suore delle Poverelle cominciò a prendere forma e consistenza secondo lo spirito indicato da don Luigi Palazzolo: «Avvolgersi continuamente tra i poveri, adoperarsi per i poveri, amare i poveri: ogni Suora delle Poverelle preghi Dio che le conceda spirito di madre verso i poveri».
La causa di beatificazione
Nelle lettere scritte alle suore, spesso di notte, rubando ore al sonno, madre Teresa Gabrieli descrive le condizioni di miseria della società del tempo e rivela il cuore grande di fare «quel poco di bene che la Divina Provvidenza vuole sia fatto da noi».
Dopo la morte di don Luigi Palazzolo, madre Teresa Gabrieli fu guida e animatrice instancabile delle sue suore. Fedele allo spirito di don Luigi Palazzolo chiedeva a tutte amore alla vita di sacrificio per lavorare patire e sacrificarsi come lui e, come lui, sempre liete e contente anche nelle difficoltà. Nel giro di vent’anni aprì oltre trenta comunità, sempre a servizio dei più poveri, e non solo a Bergamo città e provincia, bensì anche nelle province di Brescia e Vicenza.
Nell’estate del 1907, mentre accompagnava le Suore a Padova per una presenza di formazione in un oratorio, fu colpita da un ictus cerebrale. Tornata a Bergamo, si riprese, ma col passare dei giorni andò peggiorando. Morì il 6 febbraio 1908. I suoi resti mortali furono traslati nel 1934 dal Cimitero monumentale di Bergamo alla Casa Madre delle Suore delle Poverelle, in via San Bernardino 56.
La causa di beatificazione venne avviata con l’inchiesta diocesana nel 2005. Lo scorso 17 marzo il Comune di Bergamo ha dedicato a madre Teresa Gabrieli la nuova piazzetta, sorta tra via Broseta e via XXIV maggio.