Ieri, ho deposto le scarpe che mi hanno accompagnato lungo tutto il mio cammino, al km 0. Finalmente, sono arrivata a “Finis Terrae”, dove finisce la terra d’Europa.
La sensazione d’incredulità, viene a tratti sopraffatta dalla nostalgia consapevole che si è appena concluso qualcosa di prezioso. Sembra di essere in un sogno. Ho talmente desiderato compiere questo percorso, lo bramavo da anni e ora che l’ho portato a termine, non mi sembra possa coincidere con la realtà. Così come lo sono stati gli ultimi 50 km che ho percorso tutti d’un fiato, per raggiungere Finisterre in due giorni, dopo Santiago. Ormai giunta alla fine, le mie gambe non ce la facevano davvero più, la salita verso l’ultimo km appariva interminabile, ma la mia mente era oramai capace di affrontare qualsiasi fatica e mi sono spinta oltre il mio limite.
La gioia dell’arrivo a Fisterra ha richiamato alla mente l’emozione che ho provato tre giorni fa, sul Monte di Gozo. Scorgi Santiago da lontano e in quell’attimo ricordi ogni singolo momento del tuo cammino. Ti rammenti di tutti i volti incontrati, delle prove che sei stata costretta ad affrontare, delle mani che hai stretto, dei passi compiuti. Balenano nella tua testa i primi km, quelli più sofferti a livello fisico, i problemi che si susseguivano, tra una vescica che passava e una nuova che fuoriusciva.
E poi, alla fine, arrivano gli ultimi 300 km, in cui oramai il tuo fisico è pronto per affrontare tutto. È temprato, è robusto e ogni giorno ti consente di camminare senza più alcuna difficoltà. Fino a quando non sfiori gli ultimi 100 km, poco dopo la città di Sarria e lì incontri quelle persone che scelgono di percorrere solo il necessario per ottenere la Compostela. Ma noi che facciamo parte dei pellegrini che sono partiti da Saint Jean, abbiamo negli occhi una luce diversa. Ci riconosciamo per gli zaini sporchi, le scarpe consumate. Siamo diventati dei veri pellegrini, di quelli che hanno il sorriso stampato sul volto, che salutano tutti con un “Hola” o un semplice “Buen Camino”.
Abbiamo macinato chilometri giorno dopo giorno, separandoci da amici, incontrandone di nuovi, adeguandoci a dormire insieme a 100 persone, eliminando le comodità, privandoci della vita normale. Siamo delle persone nuove, diverse, pronte ad affrontare con un nuovo spirito la nostra esistenza. E ora, non ci rest ache elaborare la fine di questo cammino, che segna senza dubbio l’inizio di qualcosa di unico e speciale che si rivelerà nel corso dei prossimi anni.