«Attendiamo il feretro di Luisa a Malpensa, e da lì andrà a Lomagna: questa attesa è per me fertile e densa di significato. È necessario anche questo momento di riflessione, di silenzio e di ascolto per non passare oltre. Soprattutto rifletto sul fatto che siamo missionari di speranza». A parlare è Maddalena Boschetti, fidei donum laica, da vent’anni ad Haiti, amica di vita e di missione di suor Luisa Dell’Orto, la religiosa uccisa a Port-Au Prince il 25 giugno scorso in seguito ad un agguato. Maddalena parla con Popoli e Missione da Genova, sua città d’origine (leggi qui); la missionaria è rientrata in Italia proprio per dare l’ultimo saluto all’amica e prendere parte alla celebrazione funebre a Lomagna (Lecco), la cui data è ancora da definire dopo il rientro della salma, previsto per oggi pomeriggio.
«È giusto che io ora sia qui e che attenda il corpo di Luisa, ma so che il mio posto è ad Haiti – precisa la fidei donum -. Dall’8 luglio a oggi, ossia dopo l’uccisione di Luisa, sono state ammazzate altre 50 persone nelle zone sotto scacco delle gang; la violenza ad Haiti è quotidiana. I ragazzi con cui sono in contatto dicono di essere al sicuro, ma ci sono zone della città completamente off limits».
Maddalena ripete che la vita nell’isola caraibica è una sorta di roulette russa, una sfida continua con la morte. «Parlo di speranza perché so per certo che tutta questa sofferenza non sarà vana, verrà raccolta dal Signore e porterà frutto – dice -. Le persone ad Haiti non hanno altro, letteralmente si aggrappano a noi missionari».