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Sirio 17 - 31 marzo 2025
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Vaticano

L’ordinazione episcopale di monsignor Sangalli

Presieduta nella Basilica di San Pietro dal cardinale Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, che ha esortato il nuovo Vescovo a essere «coraggioso e creativo» come San Giuseppe

21 Marzo 2025
Monsignor Samuele Sangalli (sulla destra) durante la celebrazione

Da Vatican News

Gratitudine per la «generosa risposta alla chiamata di Dio», trasmessa attraverso papa Francesco, per la cui guarigione si rinnova la preghiera. E un’esortazione a seguire le orme di San Giuseppe, di cui il 19 marzo ricorreva la solennità. Una fede silenziosa, la sua, capace di generare «coraggio» e «creatività», docile al progetto divino, anche quando appare «incomprensibile e scomodo».

Sono questi gli auspici espressi dal cardinale Luis Antonio Gokim Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione – Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari, nella Basilica di San Pietro nella Messa di consacrazione episcopale di monsignor Samuele Sangalli, sacerdote ambrosiano, Arcivescovo titolare di Zella e segretario aggiunto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Con Sangalli è stato consacrato monsignor Diego Ramon Sarrio Cucarella, dei Missionari d’Africa, vescovo di Laghouat (Algeria).

Il Cardinale ha riflettuto sulle responsabilità dei vescovi, «pastori quali maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto, ministri del governo della Chiesa». Un compito che può essere svolto solo con la «grazia di Dio», traendo ispirazione da figure come San Giuseppe.

«Siamo servitori del piano di Dio. Spesso pianifichiamo e ci aspettiamo che sia Lui a eseguire i nostri progetti. Ma non siamo noi i pianificatori, e Dio non è l’esecutore delle nostre volontà. Confesso che la fede non vi renderà le cose più facili», ha aggiunto, offrendo ai nuovi vescovi un consiglio per affrontare le difficoltà: «Dormite come San Giuseppe. Nel sonno siamo vulnerabili, meno controllati e quindi più ricettivi. Dormire e sognare i sogni di Dio. Svegliatevi per realizzarli con obbedienza e zelo. Spendete più energie per i sogni di Dio che per i vostri. La fede, non il successo personale, è la forza trainante del ministero di un vescovo».

Il ministero episcopale deve lasciare spazio alla Parola di Dio, edificando anziché distruggere: «Non costruiamo noi stessi e i nostri regni. Questo crea troppo rumore. Annunciamo Gesù e vegliamo sul suo Corpo». L’omelia si è conclusa con un invito rivolto ai nuovi vescovi: essere «con gli altri ed essere per gli altri», divenendo segni di comunione e servizio missionario.

 

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