L’oratorio estivo di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa a Milano è partito lunedì 13 giugno con 40 animatori e 200 ragazzi. Nei prossimi giorni diventeranno 300. Lo racconta don Matteo Galli, da sette anni nella parrocchia di via Neera, quartiere Stadera di Milano. Zona «molto bella, popolosa e popolare – la definisce il sacerdote -: un terzo delle famiglie è di origine straniera e la percentuale è simile anche in oratorio». La maggior parte di questi è cristiana. Hanno radici in Sudamerica, Filippine, Sri Lanka. «Una trentina di ragazzi invece sono islamici – racconta don Galli – e diversi di loro frequentano l’oratorio anche durante l’anno: vengono qui dopo la scuola, con le loro mamme».
La linea dell’oratorio estivo è quella del rispetto, «con una evidente forte identità cattolica». I momenti di incontro e preghiera sono infatti aperti a tutti. «Chi è di un’altra religione non partecipa, sta in silenzio – precisa -. In certi casi, per la novità delle cose che ascoltano, sono più attenti i ragazzi di famiglia straniera che italiana».
Interculturale e interparrocchiale, l’oratorio di Chiesa Rossa. In unità di pastorale giovanile con gli oratori Santi Quattro Evangelisti e Santi Giacomo e Giovanni, organizza diverse attività che vedono coinvolte tutte le strutture. «Come le gite, oppure laboratori e giochi», spiega don Galli. Sono tutte gestite dal sacerdote, da un’educatrice professionista assunta con il progetto Fom – Regione e, soprattutto, dai 40 animatori adolescenti e diciottenni. Circa la metà di loro, precisa il don, «frequenta i cammini di fede durante l’anno. Tutti partecipano a momenti di formazione tecnica e di fraternità nei 3 mesi che precedono l’oratorio estivo».
È significativo, secondo il responsabile, che molti ritornino ricordando l’estate di quando, da piccoli, calcavano il campo di Chiesa Rossa. «L’oratorio estivo – conclude – serve forse soprattutto per gli adolescenti. Piace loro perché gli si danno delle responsabilità vere, gli si dà fiducia e loro si assumono un impegno. Imparano ad amare e ad educare per quando toccherà a loro essere genitori».