Sabato 23 e domenica 24 aprile a Seveso si è svolta la terza sessione del Consiglio pastorale diocesano avente per tema «Farsi prossimo». A distanza di 35 anni dal Convegno svoltosi nella nostra diocesi nel novembre 1986 sotto la guida del cardinale Carlo Maria Martini, nella prospettiva di riformare la vita della Chiesa di Milano a partire dalla riscoperta dal mistero della carità rivelata da Dio in Cristo, il Consiglio ha riflettuto sull’eredità di quell’evento, ragionando su come poter rilanciare questi temi per il futuro della Chiesa ambrosiana.
La sessione ha preso l’avvio con la restituzione, da parte delle sette Zone pastorali, dell’esito del lavoro preparatorio zonale, consistito in una verifica sull’eredità del «Farsi prossimo», tramite la rilettura dei frutti dell’evento e, in particolare, dello stile (personale e comunitario) maturato in questi anni
La relazione di monsignor Bressan e il lavoro a gruppi
È seguito poi un intervento di monsignor Luca Bressan su «Farsi prossimo: Samaritani nella Milano che cambia» che, prendendo spunto dalla parabola del buon Samaritano, si è soffermato sulla carità come principio generativo e unificante le dimensioni dell’esperienza di fede, a partire dal contatto con Eucarestia e Parola (il dominicum).
I lavori sono proseguiti in gruppi, nell’ambito dei quali ai consiglieri è stato chiesto di confrontarsi su quattro ambiti suggeriti come imprescindibili oggi per consentire alla Chiesa di rimanere motore di prossimità: carità e poveri, carità e impegno sociopolitico, carità e salute, carità e educazione.
La serata, grazie alle testimonianze di Ernesto Preziosi e di don Claudio Stercal, è stata dedicata a una presentazione delle figure di Armida Barelli e Don Mario Ciceri, con l’intento di riflettere come questi due prossimi beati hanno interpretato la carità al loro tempo.
Educare alla carità
La domenica mattina, a partire dalla restituzione del lavoro dei gruppi tematici e dal rilancio della Commissione, è stata finalizzata a una riflessione in chiave propositiva da parte dell’assemblea su come educare alla carità oggi. Grazie ai numerosi interventi dei consiglieri, si è riflettuto su quali siano gli stili e le forme proprie di una Chiesa dalla carità (intesa come coscienza dell’origine) e della carità (intesa come la sintesi delle diverse espressioni di esercizio della carità) adeguata alla realtà presente.
Molte sono le suggestioni emerse dal dibattito, fra cui due di particolare rilievo. La prima attiene al nesso intimo fra Eucarestia e carità: nella consapevolezza che è sull’Eucarestia che nasce e cresce la vita di comunità, si è sottolineata l’importanza di celebrazioni liturgiche intense e partecipate. E, ancora, a partire da questo principio di unità, è stata sottolineata l’importanza di salvaguardare la dimensione globale della carità, che si estrinseca in uno “stile di vita” richiesto a tutti e che mitiga il rischio di una eccessiva specializzazione in “attività di servizio” mediante cui rispondere a bisogni specifici (in risposta a povertà materiali, culturali, sanitarie e così via).
Il ruolo dei Gruppi Barnaba e delle Assemblee sinodali
L’Arcivescovo al termine dei lavori ha ringraziato per la qualità dei contributi e ha sottolineato la grande attualità del tema, mettendo innanzitutto in luce la nuova chiave di lettura della parabola del Samaritano offerta dalla Fratelli tutti di Papa Francesco, ove la carità assume il tratto della reciprocità generando profeticamente relazioni fraterne di amicizia sociale. L’Arcivescovo ha ricordato, infine, la rilevanza della dimensione ecclesiale del Convegno «Farsi Prossimo» e la sua intenzione trasformativa della Chiesa, individuando nei Gruppi Barnaba e nelle Assemblee sinodali decanali un’occasione preziosa nell’oggi per dare vita a rinnovati luoghi di ascolto dei bisogni del territorio e di dialogo anche con le istituzioni.