Nel mondo ecclesiale non si sono fatte attendere le reazioni e i commenti all’elezione del nuovo Papa Francesco. Riportiamo i più significativi.
Il Patriarca Twal: «La Terra Santa l’attende con emozione»
«La Terra Santa attende con emozione e con impazienza di avere l’onore e la gioia di accoglierla nella Terra in cui si è compiuta la salvezza. Ahlan wa sahlan, sia il benvenuto!”: è con un invito ufficiale a pellegrinare nel Luoghi santi che il Patriarca Latino di Gerusalemme, Fouad Twal, saluta e accoglie Papa Francesco. In una nota, diffusa dal Patriarcato latino, si legge: «Come Chiesa Madre di Gerusalemme, gioiamo profondamente per l’elezione del nuovo Pastore della Chiesa cattolica, scelto dai cardinali in conclave, ma soprattutto dallo Spirito Santo. Al nuovo Papa esprimiamo le nostre felicitazioni, Alf Mabrouk, con la nostra totale e completa adesione e al tempo stesso assicuriamo il nostro affetto e la nostra preghiera filiale. La nostra comunione è profonda. Grazie in anticipo, Santo Padre, per tutto quello che farà per la Chiesa, per il mondo e per la sollecitudine pastorale che avrà per il nostro Patriarcato nel corso del suo Pontificato». Nella nota il patriarca Twal esprime l’augurio che il nuovo Pontefice «possa continuare a lavorare per la pace e la giustizia in Medio Oriente, in particolare in Terra Santa. Fin d’ora Le assicuriamo che lavoreremo al Suo fianco, così come abbiamo fatto con i suoi predecessori, per favorire progressi concreti nel dialogo interreligioso nella nostra regione. Carissimo Santo Padre – conclude la nota – la Terra Santa attende con emozione e con impazienza di avere l’onore e la gioia di accoglierla nella Terra in cui si è compiuta la salvezza. Sia il benvenuto, Ahlan wa sahlan!».
«Nel suo nome c’è tutto un programma e una responsabilità. Il nome Francesco richiama in tutto il mondo, e non solo nella cattolicità, uno stile e un modello la cui cifra più significativa è la semplicità evangelica, l’umiltà, l’opzione per i poveri ed i più deboli, l’essenzialità e la povertà». Gioia «mista a sorpresa», nella Custodia francescana di Terra Santa, nelle parole del Custode, padre Pierbattista Pizzaballa che sottolinea il legame del Poverello di Assisi con la Terra Santa: «Francesco si recò nei Luoghi santi con i Crociati, ma non da crociato. Un visita profetica per cercare di superare le trincee e incontrare il Sultano. Da quel momento in poi la presenza francescana si è connaturata con i Luoghi santi. Credo che nel nome scelto dal Pontefice ci sia anche un richiamo a questo legame con la Terra Santa». Padre Pizzaballa conosce papa Francesco da quando era cardinale arcivescovo di Buenos Aires: «Posso dire che è un uomo di incontro e di dialogo con tutte le realtà della sua città. Ora sarà lo stesso con tutte quelle religiose, sociali e culturali del mondo e in particolare con la Terra Santa. Senza voler scrivere l’agenda del Pontefice credo sia inevitabile che il Papa dovrà visitare le Chiese e in modo particolare quella di Terra Santa, così unica. Sull’esempio di San Francesco che volle parlare con il Sultano, papa Bergoglio darà impulso al dialogo interreligioso, che oggi è una necessità. Il mondo ha bisogno di leader carismatici che offrano visioni e sappiano mostrare gli aspetti positivi del dialogo senza nulla togliere alle identità».
«Penso che lo Spirito Santo abbia veramente illuminato la scelta dei cardinali riunitisi in Conclave – sottolinea in una nota fr. Ibrahim Faltas, economo della Custodia di Terra Santa, responsabile dello Status quo nella Basilica della Natività, viceparroco di Betlemme e parroco di Gerusalemme -. La Santa Chiesa di Roma per la prima volta ha un Papa che arriva dal Sud America… per la prima volta un gesuita, e per la prima volta un Papa che si chiama Francesco! Papa Francesco è conosciuto e amato in Argentina per la sua attenzione ai problemi sociali e alla povertà, come testimonia il nome che ha scelto. Quando fu eletto cardinale, convinse centinaia di fedeli argentini a non seguirlo a Roma per le celebrazioni, ma a devolvere il denaro che avrebbero speso per il viaggio ai poveri… Credo che dopo il lungo e sorprendente pontificato di Giovanni Paolo II, dopo Benedetto XVI che ha lasciato al mondo e alla storia un grande segno di umiltà e di amore per la Chiesa con le sue dimissioni, Papa Francesco aprirà una nuova pagina, una nuova era per la Chiesa».
Azione Cattolica: «Guidi il popolo Dio sulle strade della verità e della speranza»
«I nostri cuori gioiscono e fanno festa. La Chiesa di Cristo ha un nuovo Pietro. A papa Francesco I tutta l’Azione Cattolica Italiana assicura fin da questi primi istanti di pontificato l’ascolto e la preghiera più intensa, stringendolo in un commosso e amorevole abbraccio con l’affetto e la gratitudine dei figli. A papa Francesco I auguriamo di essere un coraggioso testimone dell’amore di Dio, e di lasciarsi condurre da Lui per guidare il suo popolo sulle strade della verità e della speranza. Saremo con papa Francesco I nel proporre al mondo contemporaneo il volto di una Chiesa evangelizzatrice e missionaria. Una comunità di discepoli fedele alla sua storia e alla sua missione e proprio per questo ancor di più capace di rinnovamento nel solco delle linee dettate dal Concilio Vaticano II, i cui frutti più maturi sono ancora da venire. Saremo con papa Francesco I nel costruire una Chiesa liberata dai “fardelli e dai privilegi materiali e politici” – secondo l’espressione di Benedetto XVI -, dedicata al mondo intero, chiamata al mistero dell’adorazione di Dio e al servizio del prossimo, in grado di dimostrare nelle sue opere che annunciano la salvezza il volto nitido dell’umiltà e della poverta’ di Cristo. Saremo con papa Francesco I nello scrivere pagine nuove di comunione con i fratelli e di dialogo con quanti vivono “oltre la soglia” delle nostre parrocchie e case. Consapevoli che alla sempre necessaria conversione dei cuori c’e’ bisogno si accompagni anche una riforma dei comportamenti e delle manifestazioni esteriori. Saremo con papa Francesco I nel realizzare la più ampia sinodalità. Tutti nel battesimo abbiamo ricevuto una fondamentale consacrazione sacerdotale, che comprende una chiamata alla santità, la grazia e il compito di essere mediatori fra Dio e gli uomini. Non destinatari, ma soggetti della missione della Chiesa».
Acli: «Ponte tra vecchio continente e America»
«Come lavoratori cristiani partecipiamo alla gioia di tutti i credenti e degli uomini di buona volontà per l’elezione del card. Jorge Mario Bergolio al sommo pontificato con il nome di Francesco – così il presidente nazionale delle Acli, Gianni Bottalico -. La figura del Papa non è per noi quella di un sovrano assoluto, ma piuttosto quella di un padre, di un pastore e di un maestro che, ponendosi alla sequela di Gesù nel solco maestoso tracciato cinquant’anni fa dal Concilio Vaticano II, guida e conferma nella fede i suoi fratelli sulle difficili strade del mondo di oggi». Per Bottalico, «l’elezione del card. Bergoglio dimostra la continuità della fede che il vescovo di Roma e Successore di Pietro è chiamato a trasmettere presiedendo all’universale carità. Il cognome italiano (la sua famiglia è di origini piemontesi) e la scelta del nome del grande santo di Assisi, patrono d‘Italia, unisce idealmente i cattolici del Vecchio Continente a quelli del continente americano, nel momento in cui è stato scelto un Papa extra europeo. Noi sappiamo che l’ex arcivescovo di Buenos Aires, primo gesuita nella storia a divenire pontefice, ha manifestato una particolare sensibilità per la giustizia sociale e per il riscatto dei ceti più poveri: dalla crisi argentina ora tale sensibilità è chiamato ad esprimerla sui problemi posti dalla crisi globale».
Anche la Presidenza delle Acli milanesi saluta commossa l’elezione di Papa Francesco: «Il nuovo Papa porta nel suo bagaglio, che da oggi offre alla Chiesa e al mondo intero, quattro caratteristiche fondamentali. Egli è discendente di emigrati italiani in Argentina, e quindi ha in sé la memoria del dolore e della volontà di riscatto di tutti coloro che debbono lasciare il loro Paese spinti dal bisogno o dalla violenza. È il primo figlio del Continente americano a salire sul Soglio pontificio, segno dell’universalità della Chiesa e della vivacità del cattolicesimo nell’emisfero sud del mondo, luogo di immense miserie e di altrettanto immense risorse intellettuali e spirituali. È il primo religioso della Compagnia di Gesù a diventare Papa, portando con sé la tradizione spirituale e la fattiva operosità ignaziane, che furono anche dell’indimenticabile cardinale Carlo Maria Martini. È, infine, il primo dei Pontefici ad assumere il nome di Francesco, che è quello del più amato fra i Santi cristiani, il fraticello umile e mite che alla Chiesa addita il cammino di Madonna Povertà. Nell’Anno della fede, nella memoria giubilare del Concilio Vaticano II, le Acli milanesi offrono a Papa Francesco la loro devozione e il loro affetto, e sono pronte a mettersi con lui alla sequela di Cristo negli impervi cammini dell’umanità contemporanea».
Meic: «La forza propulsiva del Concilio sarà la sua forza»
Il Movimento ecclesiale di impegno culturale (Meic) condivide «la grande gioia del popolo di Dio per l’elezione di Papa Francesco e si unisce alla preghiera universale di ringraziamento al Signore». «La Chiesa ha di nuovo Colui che la confermerà nella fede, che lavorerà instancabilmente per la sua unità, che rinfrancherà coloro che si impegnano nella comunicazione della Parola. La forza propulsiva del Concilio continuerà ad essere la forza del suo ministero e renderà la Chiesa sempre più aperta e capace di affrontare le sfide del futuro».
Unitalsi: «Pastore di grande spessore»
«Siamo emozionati e felici per l’elezione del nuovo Papa, Francesco. Un pastore e un intellettuale di grande spessore che riuscirà a dare alla Chiesa universale nuova linfa, per la quale determinante sarà il suo essere gesuita – dichiara Salvatore Pagliuca, presidente dell’Unitalsi -. La generosità dello Spirito Santo ha regalato alla Chiesa e all’umanità una nuova guida, che ha scelto per sé un nome tanto impegnativo quanto affascinante. Il legame forte, spontaneo, sincero che Papa Francesco ha subito cercato con il popolo, “pregando l’uno per l’altro” per sostenersi vicendevolmente nel cammino della chiesa, è il segno di un tempo nuovo: anche l’Unitalsi saprà muovere i suoi passi insieme a Francesco, lungo questo percorso di “fratellanza, amore, fiducia”». Per Pagliuca, «in questo tempo dominato dalle incertezze e dai fragili equilibri sociali, economici e politici, ci rassicura il poter contare sulla guida pastorale di Francesco, la cui storia personale testimonia la sua attenzione verso le fasce più deboli della società». Quello di Francesco è stato «un incipit rivoluzionario, affascinante, determinato, che ha trovato nella preghiera comunitaria del Padre Nostro il sigillo del legame tra Dio e la sua Chiesa».
Focolari: «Un segno di novità per la Chiesa di oggi»
«Insieme a tutta la Chiesa sono veramente felice di questo momento, che fa vedere sia la vitalità della Chiesa che la freschezza dello Spirito Santo che trova sempre il modo di sorprendere». Così Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, sull’elezione di papa Francesco. «Oltre alla sorpresa – aggiunge – perché certamente non era uno dei cardinali di cui si parlava, c’è la gioia di pensare che anche questo è un segno di novità, per la Chiesa di oggi, che mi pare stia vivendo un momento speciale, cominciato con la rinuncia al ministero di vescovo di Roma da parte di Benedetto XVI e seguito da questo nuovo Papa, che ha saputo suscitare un’eco straordinaria in tutto il mondo. Molto significativa la scelta del nome Francesco, perché mi sembra esprimere il desiderio di un ritorno alla radicalità del Vangelo, a una vita sobria, a una grande attenzione all’umanità e anche a tutte le religioni». E conclude: «Sono stata poi particolarmente colpita dal suo stile semplice, familiare nella prima uscita sulla loggia: mi è parso che sapesse toccare il cuore degli uomini, delle donne, dei bambini presenti. Ritengo che in questo momento in cui si riscontrano gravi sofferenze nell‘umanità, c’è bisogno di qualcuno capace di toccare i cuori e di far sentire a ciascuno la gioia di avere un padre e un fratello che ci vuole bene».
Comunione e Liberazione: «Con la scelta del nome ci indica che non ha altra ricchezza che Cristo»
Alla notizia dell’elezione del nuovo Pontefice Francesco, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, ha dichiarato: «Nella gioia incontenibile di avere una nuova guida per il nostro popolo di credenti, sono colpito da come sia riuscito a comunicarci, fin dalle prime mosse, con gesti semplici, comprensibili per chiunque, dove fissa il suo sguardo. Con la scelta del nome, Francesco, ci indica che non ha altra ricchezza che Cristo. Non si affida a nessun’altra modalità di comunicarlo se non alla nuda e semplice testimonianza di Cristo. Papa Francesco ha espresso con una richiesta disarmante la coscienza che questa testimonianza è pura grazia che deve essere mendicata: “Vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica”. Nella preghiera del Papa insieme alla moltitudine di piazza San Pietro ha preso forma davanti agli occhi del mondo il miracolo di quella vita che è la Chiesa, il cui cuore è Cristo stesso. Mi colpisce la sintonia profonda, fondata nella fede in Gesù Cristo, tra il realismo di Benedetto XVI, che con il suo gesto ha ricordato al mondo che la Chiesa è di Cristo, e l’umile realismo di papa Francesco, che da subito ha espresso la coscienza del suo ministero in quanto Vescovo in comunione e in cammino con il popolo della Chiesa di Roma, “che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese”, secondo la felice espressione del grande sant’Ignazio di Antiochia. Commossi dall’invito a incominciare il cammino insieme, Vescovo e popolo, domandiamo alla Madonna per ciascuno di noi l’abbandono a Cristo che ci testimonia Francesco in questo momento. Grati allo Spirito che ha dato una guida alla sua Chiesa, incominciamo dunque il cammino desiderosi di seguire e di servire il Papa con tutto noi stessi, secondo l’insegnamento che abbiamo ricevuto da don Giussani: “Il volto di quell’uomo [Cristo] è oggi l’insieme dei credenti, che ne sono il segno nel mondo, o − come dice san Paolo – ne sono il Corpo, Corpo misterioso, chiamato anche ‘popolo di Dio’, guidato come garanzia da una persona viva, il Vescovo di Roma”».
Taizé: «Una speranza di rinnovamento nella Chiesa»
Ecco la dichiarazione di frère Alois, priore di Taizé: «A Roma, in Piazza San Pietro, in mezzo alla folla di romani e pellegrini provenienti da molti paesi, sono stato molto felice per le prime parole di Papa Francesco. Ci aspettavamo qualcosa di nuovo da questa elezione ed è successo. L’origine di questo primo Papa che viene “dalla fine del mondo”, esprime la dimensione universale della Chiesa. Il nome che ha scelto evoca la gioia e l’amore per i poveri che ispirò Francesco d’Assisi e che, fino ad ora, sono stati al centro della sua vita in Argentina. Egli trae dalla fede dei cristiani latino-americani la sua visione del rapporto tra il popolo e il suo vescovo. “Incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo”, “un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi”, ha detto, sottolineando la sua missione di Vescovo di Roma. Coloro che erano presenti nella piazza erano visibilmente colpiti dal fatto che il nuovo Papa, prima di benedirli, ha chiesto le loro preghiere, inchinandosi verso il basso e mantenendo un lungo silenzio. Chiedendo a pregare per il suo predecessore, Benedetto XVI, ha riunito la continuità e la promessa di qualcosa di nuovo. Con tutta la folla presente per salutarlo e dargli il benvenuto, sono stato colpito dal fatto che ha ampliato la nostra attenzione su una dimensione mondiale, dicendo: “Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza”».
Aiuto alla Chiesa che Soffre: «Accogliamo con gioia Papa Francesco»
«Aiuto alla Chiesa che Soffre è simbolo di comunione e fraternità con la Chiesa sofferente»: così scriveva nel 2007 l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, in una lettera indirizzata ad Acs per i sessanta anni dell’Opera. L’arcivescovo di Buenos Aires ringraziava Acs a nome della conferenza episcopale argentina «per il generoso aiuto alla nostra Chiesa». L’Opera è sempre stata profondamente legata al successore di Pietro, come scriveva il fondatore, padre Werenfried van Straaten: «Poiché siamo un’associazione ecclesiale, pubblica e universale e, come tale un organo esecutivo della Santa Sede, sarà sufficiente, non un ordine, ma un solo desiderio espresso dal Santo Padre per intraprendere un nuovo progetto». Acs accoglie l’elezione di Francesco con gioia e col desiderio di continuare ad ascoltare il magistero del successore di Pietro.
Migrantes: regalo del “mondo dell’emigrazione”
«Il mondo dell’emigrazione italiana, soprattutto in America latina, un mondo di poveri provenienti per lo più dalle colline e dalle pianure del Nord Italia nella fine dell’800, ha regalato alla Chiesa il nuovo papa Francesco». È il commento di monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. La famiglia Bergoglio era emigrata dal Piemonte, dall’Astigiano, negli ultimi decenni dell’Ottocento. Un’emigrazione, quella piemontese, che ha messo in cammino due milioni di persone diventate nel tempo oltre sei milioni, con gli oriundi. La maggior parte degli oriundi piemontesi – tre milioni – è presente in Argentina, «diventata l’altra Italia per molti emigranti», continua il direttore della Migrantes. L’elezione del cardinale Bergoglio è perciò «un motivo in più per guardare alle migrazioni come a una “risorsa”, un luogo teologico, un segno dei tempi attraverso il quale la famiglia umana si riconosce».
Forum Famiglie: «Preghiera, silenzio, mitezza»
Il segno più grande dell’elezione del cardinale Bergoglio a Papa con il nome di Francesco «è l’ulteriore conferma del valore assoluto dell’unità della Chiesa, come testimonianza della concreta e quotidiana presenza di Cristo nel mondo, e della responsabilità del vescovo di Roma a custodia di questa unità». Lo afferma Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari. «L’elezione di Papa Francesco ci chiama prima di tutto a conservare e a rigenerare nella nostra vita quotidiana l’amore per l’unità della Chiesa, così peccatrice, debole e fragile ma segno nel mondo della salvezza, attraverso la preghiera, il silenzio, la mitezza: tre segni che Papa Francesco ha già saldamente testimoniato», nel saluto iniziale. «La consolidata e pluriennale testimonianza del cardinal Bergoglio a favore della famiglia, quale membro del Pontificio Consiglio per la famiglia – sottolinea Belletti -, aggiunge un ulteriore motivo di gioia per la sua nomina, nella consapevolezza che la famiglia continuerà a essere nel cuore della Chiesa e dell’intera comunità cristiana. E questo ci chiama, come Forum delle associazioni familiari, a una maggiore responsabilità di testimoniare la nostra fede e a un maggiore impegno perché la famiglia torni a essere fondamento dell’intera società».
Fisc: «La Chiesa ha stupito il mondo intero»
«Un fremito. Un’emozione unica all’apparire della fumata bianca. Poi la gioia incontenibile e le campane a festa. Il nuovo Papa c’è, in un solo giorno». Lo ha scritto ieri sera da piazza San Pietro Francesco Zanotti, presidente della Fisc (Federazione cui fanno capo 186 testate cattoliche locali per 1 milione di copie a settimana) e direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina). «È Francesco – ha proseguito Zanotti -. Si presenta pregando con un pater ave gloria e poi ricorda subito il suo predecessore e con un gesto di immenso valore simbolico chiede alla sterminata folla di fedeli che si è radunata di pregare per lui. Si fa silenzio, ovunque. Tutti si raccolgono in preghiera per il nuovo Pontefice e lo raccomandano al Signore, come lui stesso ha chiesto». Per il presidente della Fisc, «la Chiesa ha stupito il mondo intero, ancora una volta. L’arcivescovo di Buenos Aires non era tra i favoriti, ma lo spirito soffia dove vuole. La gente in piazza ha invocato e urlato il suo nome. Un nome che è anche un programma di pontificato». «Salda nelle sue radici, la Chiesa cattolica guarda avanti, guidata dal nuovo pastore che viene dall’altra parte del mondo», conclude Zanotti.
Guanelliani: «Dono grande per l’umanità»
«Come Famiglia guanelliana accogliamo nella fede come Padre e Pastore Papa Francesco, che ci guiderà nel cammino della vita nel compiere la volontà del Padre. San Luigi Guanella ci ha educato, infatti, a guardare al Papa come si guarda alla stella polare per conoscere la via più sicura da seguire»: così in una nota congiunta si esprimono Madre Serena Ciserani e padre Alfonso Crippa, superiori generali delle due Congregazioni, maschile e femminile, fondate da don Guanella, unitamente ai Cooperatori laici. Al Papa la Famiglia guanelliana assicura la «quotidiana preghiera perché lo Spirito, lo illumini e protegga, lo renda forte nella salute, maestro nella missione di evangelizzatore della Parola, testimone appassionato di Cristo, uomo della pace e della comunione tra i popoli, punto di riferimento di grandi valori che confermerà tutti i fratelli nella fede, difensore dell’uomo e garante della sua dignità». Gratitudine anche «alla nazione argentina che ha collaborato a preparare il nuovo Papa ad assumere la responsabilità dell’apostolo Pietro, attraverso la testimonianza della fede, delle sofferenze e delle gioie del suo popolo, della fraternità e della solidarietà che caratterizzano la loro storia». Infine, la Famiglia Guanelliana ringrazia il Signore «per questo dono grande che ha voluto fare oggi all’intera umanità».
Salesiani: «Semplicità, povertà, autenticità»
«Ancora una volta, è stato lo Spirito Santo a guidare i cardinali nell’elezione dell‘uomo che Dio stesso aveva scelto come Vicario di Cristo»: lo scrive, nel suo messaggio per la nomina di Papa Francesco, il rettor maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez Villanueva. «La scelta del nome, Francesco, è significativa – sottolinea don Chavez – perché in certo modo raccoglie alcuni dei tratti più caratteristici della sua persona – la semplicità, la povertà, l’autenticità – e, al tempo stesso, diventa programmatica perché evidenzia degli elementi che oggi devono definire il volto della Chiesa e il suo rapporto con il mondo». Ricordando che ieri il Papa ha chiesto al popolo di benedirlo, il rettor maggiore invita la Famiglia salesiana «a invocare su di lui l’abbondanza dei doni dello Spirito, affinché abbia la luce per discernere ciò che il Signore si attende dalla sua Chiesa oggi e trovi l‘energia per attuarlo». «Con spirito di fede e grande stima e devozione accogliamo Papa Francesco, come lo avrebbe fatto don Bosco, e, mentre lo affidiamo alla cura e guida materna di Maria Ausiliatrice, gli assicuriamo il nostro affetto, la nostra obbedienza e la nostra più sincera e decisa collaborazione in questo tempo di nuova evangelizzazione», conclude.
Fuci: «Incominciamo questo cammino con gioia e speranza»
In occasione dell’elezione di Papa Francesco ecco la nota della Presidenza Nazionale della Fuci: «Insieme, tutti, incominciamo questo cammino con gioia e speranza: vescovo e popolo. Siamo qui, l’uno per l’altro fratelli e sorelle, pronti ad accoglierci nella fiducia reciproca e nella carità che ci rende prossimi e ci fa riconoscere comunità. Felici accogliamo il messaggio di prossimità, reciprocità e fratellanza che il vescovo rivolge alla comunità di Roma, ad ogni comunità e a tutte le Chiese che si sentono realmente ed intimamente solidali con il genere umano e con la sua storia nell’amore. Preghiamo il Signore perché benedica sempre il suo vescovo Francesco, i suoi vescovi e il suo popolo. Poniamo nelle mani del Padre questo cammino che cominciamo a compiere insieme affinché lo custodisca. La genuinità e la generosità delle parole e delle opere siano messe a disposizione degli uomini, dei più poveri soprattutto, e del mondo contemporaneo affinché concorrano alla costruzione di una grande fratellanza nella pace».