Mette le mani avanti, Pietro, come a proteggersi, come a respingere, anche fisicamente, le accuse che gli vengono mosse. O, addirittura, quelle mani le alza in segno di resa, davanti al muso inquisitorio della megera e a quel dito puntato contro di lui quasi fosse un’arma. Quale contrasto, in questo delizioso dettaglio della Maestà di Duccio da Buoninsegna, fra l’appariscente aureola dorata del principe degli apostoli e la sua, in questo momento, misera codardia… Anche lo sguardo pare perso, acquoso di quelle lacrime che ora sono di paura impotente, ma che fra un attimo saranno di rimpianto, per la consapevolezza e l’amarezza della sua umana fragilità. Poco più in alto, infatti, il gallo si prepara a cantare. E allora tutto sarà compiuto. (Duccio di Buoninsegna, 1310 circa, Siena)
LE MANI DEL PRINCIPE DEGLI APOSTOLI
Pietro LA GIUSTA STRATEGIA DEL "VICE" - È una lettura originale quella che Erri De Luca fa della figura di Pietro al canto del gallo. Non colui al quale manca il coraggio di testimoniare, ma il "vice" che ha il compito di tenere insieme i ranghi colpiti dal tradimento e dall’arresto, anche a costo di tradire il Maestro. La sua ritirata è una scelta strategica. di Erri De Luca - Le mani del Principe degli apostoli Mette le mani avanti, Pietro, come a proteggersi, come a respingere, anche fisicamente, le accuse che gli vengono mosse. O, addirittura, quelle mani le alza in segno di resa, davanti al muso inquisitorio della megera e a quel dito puntato contro di lui quasi fosse un’arma. Quale contrasto, in questo delizioso dettaglio della Maestà di Duccio da Buoninsegna, fra l’appariscente aureola dorata del principe degli apostoli e la sua, in questo momento, misera codardia... Anche lo sguardo pare perso, acquoso di quelle lacrime che ora sono di paura impotente, ma che fra un attimo saranno di rimpianto, per la consapevolezza e l’amarezza della sua umana fragilità. Poco più in alto, infatti, il gallo si prepara a cantare. E allora tutto sarà compiuto. (Duccio di Buoninsegna, 1310 circa, Siena)