Diciotto nuove famiglie hanno trovato casa, grazie alla seconda fase del progetto di housing sociale promosso da Caritas Ambrosiana, Fondazione San Carlo, Diocesi di Milano e Comune, simbolicamente concepito come dono alla città in occasione della visita a Milano del Santo Padre il 25 marzo 2017.
I nuovi appartamenti si trovano nei quartieri Turro e Precotto di Milano, all’interno di immobili di proprietà del Comune, hanno una dimensione che varia da 45 a 74 mq e sono stati assegnati a famiglie in difficoltà, composte da 2 fino a 8 persone. I beneficiari sono stati individuati secondo una graduatoria che ha assegnato loro un punteggio calcolato in base al reddito, alla condizione abitativa pregressa, alla numerosità del nucleo familiare e alla storia familiare, raccolta dagli operatori dei Centri di ascolto Caritas tenendo conto delle segnalazioni degli assistenti sociali del Comune.
In particolare, uno dei 18 appartamenti è stato affidato all’associazione di famiglie affidatarie Fata onlus e ospita una casa famiglia per minori e adolescenti allontanati dal Tribunale dei minori dalle famiglie di origine per aver subito maltrattamenti e abusi. Altri tre sono a disposizione del Comune per situazioni di grave emergenze abitativa. Le famiglie assegnatarie sono tenute a corrispondere un canone mensile che varia dai 300 a 475 euro, comprensivo di spese condominiali.
Come è avvenuto per il precedente lotto, composto dai 55 appartamenti in zona Niguarda recuperati in occasione della visita del Pontefice, anche in questo caso gli alloggi sono stati affidati dal Comune (che ne resta proprietario) alla Fondazione San Carlo, attraverso un bando pubblico. A sua volta la Fondazione ha potuto operare grazie alla copertura finanziaria della Diocesi di Milano.
«Siamo molto soddisfatti di tagliare questo nuovo traguardo proprio alla vigilia della Giornata mondiale di lotta alla povertà, mercoledì 17 ottobre – sottolinea Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana -. In una città come Milano, una delle povertà più gravi è proprio quella legata alla casa per la mancanza di alloggi a canoni accessibili a una fascia di popolazione ampia, troppo povera per il mercato, ma non abbastanza indigente per avere diritto alla casa popolare. Una fascia numericamente significativa se si tiene conto che per un numero complessivo di 73 alloggi recuperati con il primo e il secondo intervento, hanno fatto domanda complessivamente 1330 famiglie, tutte entrate in graduatoria perché ne avevano i requisiti».