A cinque anni dalla scomparsa di Giovanni Bianchi, una delle voci cattoliche più significative nella politica italiana dagli anni Settanta ad oggi, le Acli lombarde, milanesi e nazionali, in collaborazione con i Circoli Dossetti, ne ricordano la figura di intellettuale appassionato e rigoroso con il convegno dal titolo «Un pensiero per la democrazia», in programma il 25 giugno a Milano, dalle 9 alle 16, presso la sede delle Acli – Enaip Lombardia (via Luini 5) e in diretta streaming sul canale YouTube e sulla pagina Facebook delle Acli lombarde (vedi qui la locandina).
Il profilo
Uomo di grande cultura e profonda spiritualità, Giovanni Bianchi fu Presidente regionale delle Acli Lombarde e successivamente Presidente nazionale dal 1987 al 1994. Con lui si afferma la necessità di una rinnovata progettualità politica dei cattolici democratici e di una nuova cittadinanza sociale sulla scia dell’esperienza di Luigi Sturzo, di Alcide De Gasperi e Giuseppe Dossetti, figure cui Bianchi si ispirò nella sua ricca esperienza nell’associazionismo e in politica. Proprio a Sesto San Giovanni, dove nacque, ebbe infatti inizio la militanza nella Democrazia Cristiana come consigliere comunale. Sarebbe tornato a ruoli istituzionali, dopo il lungo periodo aclista, come parlamentare e Presidente del Partito Popolare Italiano, partecipando attivamente ai progetti politici della Margherita, dell’Ulivo e del Partito Democratico.
Scrittore, poeta, insegnante di filosofia e storia nei licei, Bianchi fu inoltre fondatore e presidente dei Circoli Dossetti per la cultura e la formazione politica, oltre che presidente dell’Associazione nazionale partigiani cristiani.
Il convegno
L’iniziativa – preceduta alle 9 dalla celebrazione della Santa Messa presieduta da padre Giacomo Costa, accompagnatore spirituale delle Acli nazionali, presso la Cappella dell’Università Cattolica – sarà aperta dai saluti di Martino Troncatti, presidente di Acli Lombardia, e di Silvia Barbanti, moglie di Giovanni Bianchi e segretaria dei Circoli Dossetti. Spazio quindi agli interventi di Salvatore Natoli, filosofo e professore emerito dell’Università di Milano-Bicocca, e don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità – realtà fondata dal cardinale Carlo Maria Martini – e già direttore della Caritas Ambrosiana. A seguire, l’intitolazione a Giovanni Bianchi del Salone delle Acli lombarde e la presentazione di «Testimoni e maestri. Materiali per un laburismo cristiano», volume che raccoglie e riedita alcuni saggi di Giovanni Bianchi. In suo ricordo saranno inoltre esposte, in collaborazione con i Circoli Dossetti, alcune testimonianze fotografiche provenienti dall’archivio storico delle Acli nazionali.
Presenti anche i giovani del centro di formazione professionale Enaip di Melzo (MI) che offriranno un servizio di catering per la pausa caffè e il pranzo.
Il convegno riprenderà alle 14.45 con l’intervento di Andrea Villa, presidente provinciale delle Acli di Milano, Monza e Brianza; e la presentazione dell’intervista a Romano Prodi curata da Renzo Salvi, già regista e dirigente Rai; cui seguirà il dialogo tra Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, e padre Giacomo Costa. Le conclusioni sono affidate a Martino Troncatti.
Ricordo e rielaborazione
«Con questa iniziativa intendiamo riprendere l’elaborazione teorica, teologica, letteraria e politica di Giovanni Bianchi e trovare in essa nuovi fili di azione e pensiero per la proposta politica delle Acli, in un tempo segnato dalla pandemia e da una guerra inaudita nel cuore dell’Europa – dichiara il presidente di Acli Lombardia Martino Troncatti -. Le Acli non vogliono ripartire solo dal ricordo di Bianchi, ma intendono rielaborare il suo pensiero cercando di farlo in una logica generativa dove le comunità diventano capaci di rigenerare la democrazia».
Anche Renzo Salvi, amico e collaboratore di Bianchi, ne ricorda l’impegno a favore della comunità: «Giovanni è il principale “luogo minerario” per le Acli, ma anche per tutto il filone del cristianesimo sociale e per la presenza storica dei cristiani. La democrazia è stata la sua pista principale, accanto al tema della pace: fu a Gerusalemme e prese parte alla marcia disarmata di Sarajevo. Per Giovanni esisteva una via globale verso la pace, dove si sperimenta l’affermazione dei principi e dove ci si impegna in prima persona».