La figura dell’educatore nella nostra società è sempre più rilevante: in famiglia, nella scuola, nelle comunità. Spesso si attribuisce proprio agli educatori i meriti o i demeriti della formazione delle nuove generazioni. Si tratta di un gioco delle parti, in cui ciascuno è pronto a scaricare la colpa e la responsabilità sulla categoria più vicina, in un vortice di risposte inadeguate a problemi seri e domande impellenti da parte dei più giovani. In questi tempi occorre imparare a educare sempre meglio, per poter lasciare davvero il segno nella vita delle persone, eredi della società del domani.
Anche l’Azione Cattolica accompagna i propri responsabili in questo senso e si prende cura della loro formazione. Perché non c’è vero servizio se manca una formazione seria e approfondita. Il rischio infatti è quello di «svuotarsi» progressivamente, fino a esaurire energie ed entusiasmo. Per questo l’associazione vuole rispondere a un bisogno urgente di formazione per tutti coloro che hanno una responsabilità in ambito diocesano e locale.
Nello specifico, durante il prossimo fine settimana, dall’8 al 10 novembre, presso il Centro pastorale ambrosiano di Seveso (ex Seminario), si terrà un incontro per educatori e responsabili di Acr (ragazzi), Acs (studenti), adolescenti, 18/19enni e giovani. L’obiettivo è proprio quello di riflettere su come formare anche gli altri alla vita cristiana. In questa occasione ogni educatore potrà quindi condividere il proprio percorso con gli altri.
In particolare, gli educatori Acr di tutta la diocesi si confronteranno sulla dinamica del “mettersi in gioco” sotto il profilo pedagogico, ecclesiale e associativo. In questo senso saranno aiutati da Teresa Borrelli, responsabile Acr nazionale, che trascorrerà a Seveso la mattinata di domenica 10 novembre. I responsabili di Acs, adolescenti e 18/19enni, dal canto loro, saranno guidati a riflettere sul ruolo dell’educatore in un gruppo giovanile e sulla gestione delle dinamiche che si innescano al suo interno. Infine i responsabili dei giovani si misureranno su tre aspetti imprescindibili per un gruppo di giovani di Ac: la corresponsabilità, l’itinerario, e la vita comune.
Il responsabile in Azione Cattolica, a qualunque livello si collochi e qualunque responsabilità assuma, cura la qualità della vita associativa nella formazione delle persone e nella progettazione degli incontri. Non solo. Il responsabile è segno visibile di unità, è riferimento per i soci e contribuisce a costruire insieme a loro rapporti di comunicazione e di fraternità. Ingredienti sempre più necessari nella società quotidiana.