Martedì 23 aprile, presso il Consorzio Desio-Brianza a Desio, con inizio alle 21, la Diocesi di Milano vivrà come tradizione una serata di riflessione e di preghiera per il mondo del lavoro, presieduta dall’Arcivescovo monsignor Mario Delpini (vedi qui la locandina). Saranno presentate testimonianze significative dal mondo del lavoro a partire dal nostro territorio, seguite da interventi autorevoli di esperti nel campo sociale ed economico come don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, e la professoressa Simona Beretta, docente di Politica economica all’Università Cattolica e direttrice del Centro di Ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa.
Un contributo al progresso materiale e spirituale
In attesa della prossima Settimana Sociale dei cattolici in Italia, sul tema «Al cuore della democrazia: partecipare tra storia e futuro», evento di grande rilevanza per il dibattito sociale e politico, i Vescovi italiani hanno condiviso il loro messaggio in occasione della Festa dei Lavoratori del 1° maggio 2024, richiamando l’importanza della partecipazione attiva e consapevole dei lavoratori nella vita politica e sociale del Paese. Riflettendo sulle parole dell’enciclica Centesimus Annus di Giovanni Paolo II e sul primo articolo della Costituzione italiana, possiamo approfondire il valore del “lavoro” non solo perché soddisfa i bisogni esistenziali dell’essere umano, ma anche perché lo arricchisce di senso e significato, rendendolo protagonista della costruzione di una società giusta e solidale. La res publica, la «cosa pubblica», è infatti il frutto del lavoro di uomini e donne che contribuiscono al progresso materiale e spirituale dell’intera umanità. Pertanto, alla luce della fondamentale importanza che il lavoro riveste per la vita di ogni persona e della comunità, è necessario che esso sia accessibile a tutti e che vengano rimossi gli ostacoli che non consentono ai lavoratori di esprimere appieno il loro potenziale.
Una questione di dignità
Lasciandoci guidare dal magistero della Chiesa, in particolar modo dall’enciclica Fratelli tutti, comprendiamo che il lavoro va al di là della semplice questione economica: esso edifica la persona e genera la comunità, perché senza la partecipazione di tutti, in una vera prospettiva di sviluppo umano integrale e solidale, non è possibile realizzare il sogno della democrazia. Mai come in questo tempo sentiamo la necessità di rimettere al centro la questione “lavorativa”, alla luce del Vangelo, e di dare un’anima all’economia, consapevoli che «ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie» (Laudato si’, 219). Se da un lato la società sembra rinchiudersi in forti individualismi, in cui l’interesse di parte prevale sul tutto, e ci consegna un contesto competitivo in cui non vi è spazio per la “cura” del debole, dello “scarto”, del più fragile, dall’altro sperimentiamo come, a partire dalle nostre comunità, esista un desiderio nuovo di partecipazione, «di costruire una città nuova a partire dall’antica fontana», come diceva Giorgio La Pira.
La città nuova che vogliamo costruire mette al centro il grande tema del lavoro cercando di «far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze» (Fratelli tutti, 162). È una questione di dignità. La dignità della persona risiede infatti nel suo essere “soggetto attivo” della società, e questo si realizza attraverso il lavoro. Laddove manca questa possibilità, non si favoriscono il riconoscimento e la promozione della dignità. Il lavoro, come più volte ci ricorda papa Francesco, è un’unzione di dignità.
Le nuove sfide
Nel messaggio dei Vescovi non si ignorano le sfide e le ingiustizie presenti nel mondo del lavoro, come il precariato, lo sfruttamento dei lavoratori immigrati e la mancanza di sicurezza. Sono problemi che richiedono una risposta urgente e un impegno concreto da parte di tutti gli attori sociali e politici. È necessario adottare politiche e misure concrete per garantire un lavoro dignitoso per tutti, con salari equi, condizioni di lavoro sicure e diritti garantiti. A questo si aggiunge l’importanza di investire in progettualità, formazione e innovazione per creare un ambiente lavorativo equo e inclusivo. È fondamentale promuovere una cultura imprenditoriale basata sulla responsabilità sociale e sull’inclusione, che da un lato valorizzi le capacità e i talenti di ciascuno, dall’altro che abbia a cuore la “casa comune” mettendosi al servizio della sua custodia e favorendo processi di vera fraternità.
Le nuove tecnologie possono essere un’opportunità per creare posti di lavoro sostenibili e contribuire alla costruzione di una società più giusta e rispettosa dell’ambiente. L’ecologia integrale tiene insieme, nella logica del «tutto è connesso» della Laudato si’, la dimensione economica e quella ambientale. Questa prospettiva nelle questioni lavorative si impone in tutta la sua forza: il lavoro è legato alla famiglia, al territorio, alla tutela della salute, non è un’entità separata dal resto della vita della persona, occorre integrarlo nel contesto delle relazioni umane significative e dei valori condivisi. Prendersi cura del lavoro è quindi un atto di carità politica e di democrazia, un impegno che coinvolge tutti noi nel costruire un futuro migliore, un impegno che abbraccia l’integrità della persona e della società.
Come Chiesa ambrosiana continuiamo ad ascoltare e a sostenere i lavoratori, specialmente coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità e precarietà. Manifestiamo la nostra vicinanza e solidarietà verso coloro che faticano nel trovare un lavoro dignitoso o che vivono difficoltà economiche e sociali, chiamati a essere “artigiani della pace” in questo “cambiamento d’epoca”, riconoscendo e promuovendo la dignità di tutti.