Dal Congo a Milano per specializzarsi in informatica e giurisprudenza. Sacré, Merveille, Corneille e Antoine sono quattro laureati che vivono insieme al Foyer Saint Paul di Kinshasa, studiando e costruendosi un futuro. Avviato dal Coe (Centro orientamento educativo) di Barzio nel 2009, il Foyer è un centro di formazione cristiana per giovani universitari aperto 365 giorni all’anno, perché non tutti hanno una famiglia e, se tornano a casa, è solo per brevi vacanze. I primi 5 o 6 ospiti sono arrivati dalla capitale e dal villaggio Rungu: ora sono più di 80, comprese 15 ragazze, che giungono anche dalle missioni lontane tremila chilometri. Lo scopo è offrire a ciascuno di loro una formazione umana, spirituale e professionale per garantire alla società congolese persone qualificate e laici impegnati nella Chiesa.
Dopo la prima fase di accoglienza e la laurea in agraria, informatica, amministrazione, filosofia, giurisprudenza, veterinaria, medicina, ecc, per alcuni giovani si apre l’opportunità di vivere un’esperienza nuova in Italia in vista del loro futuro lavoro. Grazie alla collaborazione dell’Istituto Auxologico di Milano, che ha messo a disposizione un appartamento in comodato in via Altamura, tra aprile e maggio i quattro giovani congolesi sono arrivati in città pronti a fare esperienza sul campo e ad approfondire le loro conoscenze. Al mattino sono impegnati nella formazione, nel pomeriggio tornano sui libri: come al Foyer, la loro giornata è scandita dalla preghiera, la cena insieme e momenti di condivisione e riflessione.
Sacré (26 anni) e Merville (28 anni) sono di Kinshasa e hanno studiato informatica. «Ora stiamo imparando un nuovo programma per informatizzare l’ospedale, perché da noi la gestione è ancora tutta manuale», spiegano. Lo scopo è quello di tornare a casa con la capacità di gestire l’anagrafica dei pazienti, l’attività degli ambulatori con appuntamenti e visite, ma anche tutta la parte amministrativa. Grazie alla collaborazione con Dedalus, il Gruppo industriale leader internazionale nel software sanitario, presto saranno autonomi e capaci di insegnare l’uso del programma ad altri giovani.
Anche Antoine (28 anni), originario del Congo centrale, ha studiato informatica, ma a Milano sta frequentando il centro per l’udito «Ascolta e vivi», per specializzarsi in particolare nelle protesi acustiche per i bambini, che spesso vivono nell’emarginazione e nella solitudine rispetto ai loro coetanei, perché la sordità isola dal mondo circostante.
Il più giovane della piccola comunità congolese a Milano è Corneillle (24 anni): laureatosi in giurisprudenza, ora frequenta un master in Cattolica, con grande soddisfazione sua e dei docenti. «Il Foyer punta ad avere figure qualificate nella professione e io ho avuto l’opportunità di venire in Italia per questo. Frequento un master in consulenza del lavoro e direzione del personale, perché avevo fatto la tesi in diritto del lavoro e risorse umane». Il master era iniziato a ottobre e Corneille era arrivato un mese dopo, ma fra pochi giorni affronterà gli esami. «Questa esperienza è importante – continua -, qui il sistema è diverso, ma le materie che ho studiato sono un valore aggiunto per la mia formazione. Il mercato del lavoro da noi è in crisi, ma se vogliamo cambiare le cose dobbiamo acquisire nuove competenze. Tornando in Congo per me l’ideale sarebbe lavorare in uno studio legale di avvocati, oppure in un’azienda nel settore giuridico per l’applicazione adeguata delle leggi. Non avrò difficoltà a trovare lavoro, perché questa esperienza è una ricchezza in più che potrò offrire».