Attenzione ai laici, cambiamenti sociali in Lombardia, lettera di papa Francesco al Popolo di Dio e sacerdoti anziani e ammalati, sono stati i quattro pilastri sui quali si è costruita la due giorni dei Vescovi lombardi svoltasi a Caravaggio, mercoledì 19 e giovedì 20 settembre, sotto la presidenza di mons. Mario Delpini.
Un incontro atteso, quello della delegata regionale di Azione Cattolica Valentina Soncini, con i Vescovi. Con lei c’era l’Assistente regionale don Massimo Orizio; il loro ultimo incontro alla Cel risaliva al 2012. Nel frattempo i vescovi sono cambiati e, ora, era importante guardarsi negli occhi e dire ciò che più sta a cuore. Formazione dei laici, profonda unità fra fede e vita, laicità matura ed ecclesialità in comunione cordiale con i Vescovi è quanto ha ribadito Soncini nel suo appassionato intervento. Ridetto oggi, mentre il reticolo parrocchiale si va rarefacendo e il contesto sociale è in rapido mutamento. Ma qui sta la vocazione e la bellezza dell’Ac: condividere con i Vescovi il carisma della carità pastorale e della diocesanità. Tratto spirituale e non organizzativo. Questo ha voluto ribadire mentre i Vescovi, da parte loro, sanno che occorre guardare al laicato cattolico con un occhio di particolare attenzione che si faccia garanzia e promozione per un nuovo cammino aggregato nell’ambito locale.
Una realtà locale che è in profonda e rapida trasformazione, come ha fatto emergere l’indagine sulla trasmissione della fede nelle famiglie dei migranti. E qui è stata la volta di Rita Bichi, Simona Beretta e don Antonello Martinenghi a far risaltare la nuova realtà di “società plurale” che sta nascendo in Lombardia dove convivono, nelle dieci diocesi lombarde, i migranti. Molti sono cattolici, altri ortodossi, evangelici, buddisti, induisti, musulmani, sikh, ebrei, animisti insieme a degli atei. Un popolo di migranti regolari di oltre un milione di persone che stanno dando vita a un nuovo volto di società. Basti pensare che nella sola diocesi di Milano vive più la metà di loro. Sono 650 mila persone, mentre il resto degli immigrati si divide in tutto il resto delle diocesi lombarde. E fra queste presenze è importante il numero dei giovani. Ancora una volta la diocesi di Milano è in testa con 150 mila minori, ma ve ne sono Brescia con 40 mila, Bergamo con 31.500, Como con 13 mila e Mantova e Pavia, ciascuna con 11.500. La sfida per i Vescovi è ripensare a come annunciare il Vangelo in una società che cambia.
Poi la Lettera al Popolo di Dio scritta dal Santo Padre. La drammatica vicenda della pedofilia nel clero emersa in Pennsylvania è vicenda che coinvolge tutti e obbliga a rispondere, pregare, pensare, fare penitenza. Riflettere seriamente sulla formazione e come accompagnare i giovani che giungono in seminario con tutte le fragilità delle nuove generazioni. Attenzione alla rigidità, alla doppia vita, al clericalismo che sembra dare una parvenza di sicurezza in un mondo in cambiamento dove invece occorre coltivare atteggiamenti di rettitudine, umiltà e di verità.
Infine un attimo di festa con i preti anziani e ammalati che hanno coltivato il loro ministero sacerdotale in semplicità, verità e rettitudine. Tempo per cantare con loro il Magnificat. Tempo per dire anche oggi, come ha suggerito monsignor Delpini nell’omelia, “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome”.