Il 18 maggio è un lunedì, l’inizio dei giorni feriali della settimana. Forse è una categoria da considerare: questa ripresa della possibilità per i fedeli di assistere e partecipare all’Eucaristia comincia in un giorno feriale, come per dire che inizia in una specie di ripresa dell’ordinario.
È chiaro che si possono giustificare diversi atteggiamenti. Non sono portato né a dire «hanno ragione quelli che dicono che stiamo commettendo un’imprudenza » e né a dire «meno male che adesso possiamo tornare alla vita di prima, alla frequenza abituale». Sono atteggiamenti che hanno tutti e due buone ragioni. Ma la mia buona ragione invece è quella di chi dice: «Io non sono né un virologo, né un incaricato della salute pubblica, e quindi devo prendere con attenzione quello che le autorità competenti mi dicono».
La macchinosità di questa ripresa feriale mi ha fatto venire in mente questa immagine: quando uno ha subìto un trauma, poi deve fare un periodo di riabilitazione. Questa talvolta comporta che quello che si faceva di corsa poi si fa pian piano, con fatica; quello che si faceva con disinvoltura invece bisogna farlo con molta attenzione, perché la gamba che deve riprendere la funzionalità duole. Immagino questo periodo come quel periodo di riabilitazione che chi ha subìto un trauma deve affrontare con determinazione, perché se uno non ci mette la buona volontà non si riabilita. Però anche con gradualità e prudenza, perché se uno fa le cose troppo in fretta rischia di riprendere i dolori che il trauma ha causato.
Ringrazio il Signore, perché ci ha conservato nella fede in questo periodo. Ringrazio il Signore, perché i preti hanno cercato tutti i modi possibili per mantenere i rapporti con i loro fedeli della comunità. Ringrazio il Signore per quelle famiglie che hanno saputo creare forme nuove di preghiera in famiglia. Ringrazio il Signore per tante cose belle che pure sotto la pressione delle restrizioni, delle paure, delle prudenze, delle normative, abbiamo affrontato. Sotto la restrizione però abbiamo fatto tanto bene e adesso dobbiamo riprendere così come gente che sta facendo un percorso di riabilitazione e che vive questo coralmente. Nella parola che ho già più volte ripetuto, gareggiate nello stimarvi a vicenda, c’è lo spirito con cui voglio che viviamo anche questo tempo che viene.
Coraggio, auguri, attenzione. Il Signore cammina con noi. Siamo nel Cenacolo, ci prepariamo alla Pentecoste.