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Speciale

L’Arcivescovo in Perù

Sirio 11 - 17 novembre 2024
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Perù/12

L’Arcivescovo: «Padre Vittorio, rivelazione dell’amore di Dio»

Nell’ultima giornata del viaggio, il gruppo ambrosiano ha concelebrato la Messa nella quale le spoglie di don Ferrari, «fidei donum» morto a Sayán, sono state inumate nella chiesa di San Gerolamo: è il primo sacerdote a ricevere questo onore

26 Luglio 2024
Un momento della Messa a Sayàn: in primo piano un'immagine di don Ferrari

L’omaggio del Vescovo di Huacho all’Arcivescovo

Nella penultima giornata trascorsa in Perù, l’Arcivescovo e i suoi compagni di viaggio hanno concelebrato una Messa nella Cattedrale di Huacho, durante la quale il Vescovo locale, monsignor Antonio Santarsiero, ha consegnato in omaggio a monsignor Delpini un quadro di Santa Rosa. Nell’omelia il Vescovo ha invitato ad ascoltare la Parola di Dio, ad aver fiducia nella Parola e ad agire secondo la Parola.

L’ultima tappa del viaggio, invece, è stata a Sayán, cittadina a 50 chilometri da Huacho, chiamata «luogo dell’eterno sole» per il suo clima particolare e raggiunta risalendo il rio Huaura. A Sayán c’è la parrocchia di San Gerolamo, dove furono parroci due fidei donum ambrosiani: prima don Ezio Borsani e poi don Vittorio Ferrari, morto qui (leggi la notizia della sua morte).

Alla vigilia dell’arrivo del gruppo ambrosiano le spoglie di don Vittorio sono state traslate dal cimitero locale e nella notte sono state vegliate nella chiesa di San Gerolamo. Nella mattinata, in una solenne celebrazione a cui è stato invitato il clero di tutta la diocesi, sono state inumate nella chiesa.

I celebranti davanti alla tomba di don Vittorio

Nella sua omelia monsignor Delpini ha ricordato don Vittorio come il primo sacerdote che ottiene l’onore di essere sepolto in una chiesa della diocesi di Huacho. E riferendosi a lui ha espresso tre sentimenti, come riferisce don Ambrogio Cortesi, a sua volta già fidei donum in Perù.

Il primo è l’incanto davanti all’opera di Dio: «Egli si serve anche della nostra debolezza, trasformò un uomo già infermo come don Vittorio in una sua rivelazione».

Il secondo sentimento è l’affetto: «Amiamo don Vittorio perché lui amò ciascuno di noi, diventando sorriso, carezza di Dio, consolazione. Gesù chiede di praticare il suo amore».

Il terzo è la ricerca: «Padre Vittorio aveva sempre un quadernino per annotare le parole che ascoltava, come un frammento del mistero di Gesù I discepoli missionari devono annunciarlo, ma prima di tutto cercarlo, perché lo amano e vogliono conoscerlo».

Al termine della Messa l’Arcivescovo ha benedetto la sepoltura di don Vittorio nell’altare dedicato a Cristo Risorto e ha consegnato una targa che ricorda don Vittorio con le parole di Gesù: «Bene, servo buono e fedele». Dal canto suo il sindaco di Sayán ha presentato il decreto municipale di riconoscenza a don Vittorio.