Mercoledì 2 ottobre si è aperta in Vaticano la seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Tra i membri, come nell’ottobre 2023, c’è anche l’Arcivescovo di Milano. Fino al termine dell’Assemblea, in questa pagina e sui social della Diocesi (Facebook e Instagram) pubblicheremo una serie di brevi riflessioni di monsignor Delpini, che andranno a comporre una sorta di “diario” dal Sinodo.
Il senso di un voto
25 ottobre
In conclusione si arriva a un documento da votare. Ci hanno lavorato in molti. È stato letto e riletto, integrato, ridotto, corretto. In conclusione si vota.
Ci sarà una maggioranza che si vanterà di aver vinto? Ci sarà una minoranza amareggiata per una sconfitta, che aspetta una rivincita?
Di per sé, dopo tanto ascoltare e tanto parlare, dopo la preghiera e il confronto, si dovrebbe dire: ecco la risposta di oggi alla domanda: “Che cosa dice lo Spirito alle Chiese?”.
Aspettative
24 ottobre
Che cosa ti aspetti dal Sinodo?
«Mi aspetto che mi dia ragione», dice il presuntuoso.
«Mi aspetto nuove rivelazioni», dice il devoto.
«Mi aspetto che aggiorni la Chiesa, che sia più social, più al passo con i tempi», dice l’osservatore esterno.
«Mi aspetto che dia ragione a tutti quelli a cui ha dato torto», dice l’irrequieto.
«Non mi aspetto niente», dice lo scettico.
Il discepolo sincero e umile dice: «Mi indicherà in che cosa devo convertirmi».
In cerca di parole
23 ottobre
Seduti attorno ai tavoli, uomini e donne con grandi responsabilità, di grande cultura, di tutti i Paesi. Cosa unica al mondo.
Che cosa fanno? Cercano le parole. Per esempio: “ascoltare tutti”. Sì, ma che cosa significa “ascoltare”? Non “sentire”, non “acconsentire”, non “dissentire”. Che cosa dunque?
Sì, ma che cosa significa “tutti”? No, si deve dire “tutte e tutti” e precisare: tutti, cioè i giovani, le donne, i poveri, i bambini. Che cosa dunque?
Ecco: cerchiamo le parole.
C’è futuro per la Chiesa?
22 ottobre
Alcune Chiese sono come vecchie zie: dopo tanto lavoro si godono la pensione. Sono generose, ma non si sentono mai abbastanza ringraziate e valorizzate. Si lamentano del mondo, dei bambini, dalle prediche lunghe.
Alcune Chiese sono come giovani spose innamorate: a loro non basta mai quello che fanno per lo Sposo, sono estasiate dai figli, si rallegrano se in casa vengono gli amici dei figli e delle figlie.
Al Sinodo la domanda non è “se”, ma “dove” ci sarà un futuro per la Chiesa.
Come si parla al Sinodo
21 ottobre
Queste cose le penso, ma non le dico: dispiacciono a questo o a quello. Il galateo della compiacenza. E invece la libertà della franchezza.
Voglio dire a tutti i costi quello che penso, dire e ridire ancora: devo convincere che ho ragione. La prepotenza dell’ideologia. E invece la libertà di cercare la verità.
Ho delle cose da dire, ma non le dico. Tanto non capiscono. L’isolamento della presunzione. E invece la libertà di esporsi e confrontarsi.
Così si parla al Sinodo: nella libertà amica della verità e del bene della Chiesa.
Problemi e soluzioni
18 ottobre
Se ti chiedono: “Come va il Seminario di Milano?”, non chiedono della qualità della vita spirituale, culturale, comunitaria. Vogliono sapere quanti sono i seminaristi.
Sembra diffusa anche tra i vescovi al Sinodo una specie di ossessione per i numeri.
Ne vengono immaginazioni discutibili: in Europa i seminari sono vuoti; in Africa i seminari non hanno posto per tutti. Si può risolvere il problema portando in Europa i seminaristi africani.
Sarà una soluzione?
Quasi angeli
17 ottobre
Nessuno li vede. Saranno giovani? Saranno contenti? Saranno stanchi?
Non sappiamo i loro nomi. Non vediamo i loro volti. Non sappiamo dove si trovano.
Grazie a loro si condivide il frutto prezioso di riflessioni e studi, di esperienze e di ispirazioni, pensato in ogni parte del mondo. Solo ascoltiamo la loro voce. La loro voce ci giunge attraverso le cuffie. Sono gli angeli? Hanno molto in comune con gli angeli. Ma sono gli interpreti.
A cosa servono i teologi?
16 ottobre
C’è chi pensa che teologi, canonisti, liturgisti vivano una vita a sé, generando libri su libri per biblioteche esagerate e inutili.
Invece nell’aula del Sinodo c’è il tavolo degli esperti, che sono proprio loro, i teologi.
Per dire una parola alla Chiesa non bastano le buone intenzioni, le belle esperienze, il buon senso. Sono necessarie parole frutto della pazienza nello studio, della umiltà nel confronto, del silenzio in meditazione e preghiera. È necessaria la buona teologia.
Campane a festa
15 ottobre
Come sono complicati gli orologi, quei meravigliosi orologi antichi dei campanili! Alberi, ingranaggi, ruote dentate, freni e giunti, lancette e battacchi. Insomma una cosa complicata, una macchina affascinante, un insieme di connessioni difficili da seguire. E tutto per suonare le ore e comandare la scampanata di mezzogiorno.
Il Sinodo è una specie di complicato orologio. Ne vale però la pena, se per svegliare la Chiesa servirà suonare la scampanata della festa.
Risposte semplici
14 ottobre
Al mio tavolo siedono: tre vescovi di diocesi italiane, due vescovi di diocesi cinesi con l’inteprete, un vescovo della Thailandia, un monaco cistercense, una psicologa, due vescovi impegnati in Vaticano, uno polacco e uno lettone.
Come riusciamo a intenderci? Per esempio, come si regolano i rapporti con lo Stato? Come si attua la missione?
Eppure, di fronte a domande complicate, troviamo risposte semplici: «La Chiesa esiste per obbedire al Signore».
I cristiani sono originali
11 ottobre
Le notizie delle guerre arrivano al Sinodo non come titoli di giornale che producono assuefazione. Piuttosto sono ferite che sanguinano nei vescovi dei Paesi in guerra.
Che cosa fare di fronte allo strazio? I cristiani sono originali: non parlano di vendetta,non scrivono comunicati di protesta, non organizzano manifestazioni gridate. Vegliano in preghiera. Abbiamo celebrato una veglia di preghiera ecumenica, nel giorno della memoria di san Giovanni XXIII.
Mezz’ora prima
10 ottobre
La Congregazione è alle 16. Verso le 15.30 Papa Francesco entra in aula.
Alcuni si avvicinano per un saluto, un aggiornamento, un messaggio.
Mi sono avvicinato anch’io questa volta. Ho ringraziato per il tempo che dedica a gruppi di preti e di diaconi ambrosiani che sono pellegrini in Roma. Ho scambiato qualche parola “su come vanno le cose”. Papa Francesco mi ha poi dato un incarico: “Saluta tutti”.
È utile essere presenti mezz’ora prima.
Posti occupati
9 ottobre
Non so se il Sinodo cambierà il vocabolario. Certo dichiara di voler cambiare la mentalità.
Per esempio: in italiano ci si domanda: “quale posto occupa?”; e si applica alla Chiesa: “quale posto occupa il vescovo, il prete, il diacono, la donna, la vita consacrata, il ministero istituito…?”
Ma come si fa a “occupare un posto” se siamo un popolo in cammino? Piuttosto si dirà; “quale servizio rende…?”
La terra vista dal Sinodo
8 ottobre
La terra vista dal cielo pare che sia rotonda, una geometria di perfezione in cui ogni punto è equidistante dal centro.
La terra vista dal Sinodo assomiglia piuttosto a un asteroide, frammento di una stella, con la forma deforme, sbilenca.
Infatti si parla di diseguaglianze scandalose, di territori inabitabili e anche di giardini preziosi con muri invalicabili.
Non è proprio rotonda la terra. Il Sinodo si propone di colmare le valli e abbassare le montagne, è vicino il Regno di Dio.
Vacanza
6 ottobre
Che cosa succede in domenica al Sinodo? Il calendario riporta una parola un po’ enigmatica: “vacanza”.
In realtà i membri infaticabili della Segreteria Generale, gli esperti, i collaboratori si incontrano, preparano testi, organizzano eventi; molti Vescovi percorrono l’Italia per celebrare, approfondire amicizie, esplorare possibilità; tutti, laici, consacrati e vescovi cercano di recuperare i lavori che sono rimasti fermi. Sarà un modo di far “vacanza”?
La strada di Francesco
4 ottobre
Francesco di Assisi ha qualche cosa di speciale.
L’assemblea sinodale, in occasione della festa di san Francesco, ha fatto gli auguri a Papa Francesco con semplicità fraterna. Papa Francesco ha ringraziato nel modo semplice e sbrigativo di chi deve presiedere una assemblea numerosa e operosa. C’è però il tempo di considerare come un santo, poverello e tribolato, lieto e consumato dall’amore, abbia segnato la Chiesa. Sarà una indicazione per la strada che il Sinodo deve percorrere?
Parole e sospiri
3 ottobre
Le parole sono anche un sospiro.
La sinodalità esprime la comunione, non solo dentro la Chiesa Cattolica, ma anche con le altre confessioni cristiane, anche con le altre religioni.
Sì, sospirano alcuni vescovi, sarebbe bello! Sarebbe bello ma nella mia terra molti fedeli delle altre confessioni e delle altre religioni, diversi predicatori delle comunità pentecostali hanno in comune una cosa: parlare male della Chiesa Cattolica.
Sarebbe bello… ma.
Concordi nella preghiera
2 ottobre
Per l’inaugurazione dell’Assemblea Sinodale abbiamo celebrato in piazza San Pietro, con centinaia di cardinali, vescovi, presbiteri, diaconi e fedeli da ogni parte del mondo. Forse qualcuno dirà del disagio della preparazione, forse qualcuno dirà del disagio del “grandioso”. Io però mi sono detto: «In quale parte del mondo, quale organizzazione può radunare uomini e donne di tutti i continenti, di tutte le lingue, concordi nella preghiera, animati dall’unico desiderio di servire la Chiesa?».
Il futuro della Chiesa
1 ottobre
Sono qui a mendicare la rivelazione del futuro della Chiesa, il dono della gioia del Vangelo, l’incoraggiamento della comunione fraterna.
“Chiedo perdono e mi vergogno…” è stato il ritornello nella celebrazione penitenziale di oggi, 1° ottobre. È come se i vescovi e i membri dell’Assemblea sinodale si facessero carico di tutti i peccati e i mali del mondo. Abbiamo cominciato con l’umiltà, e il canto della misericordia di Dio