Volontario alla Mensa dei Poveri dei Cappuccini, in viale Piave a Milano. È l’esperienza compiuta per un giorno dall’Arcivescovo, che ha approfittato dell’occasione per lanciare un videoappello.
«Ho 69 anni, la mia presenza qui richiede una serie di cautele, ma ci sono persone che hanno fame e hanno bisogno di questo servizio», dice monsignor Delpini motivando la sua scelta. E ha poi elencato alcuni atteggiamenti caratteristici di uno stile di vita «che faccia concludere la giornata fieri di sé», indicandoli «soprattutto ai giovani».
Il primo, la ragionevolezza: «Affrontiamo le sfide di questa emergenza non secondo il panico, ma secondo cautele ragionevolmente raccomandate». Il secondo, la compagnia: «In questo momento si può fare anche il volontario, e farlo insieme, in gruppo, perché fare il bene insieme è un modo per essere migliori». Il terzo, la compassione, condividendo la quale si avverte che «la sorte degli altri ci riguarda, ed è meglio che essere indifferenti». Infine il quarto, l’organizzazione del proprio tempo: «Cerchiamo di essere saggi amministratori del nostro tempo, ricavando nella settimana alcuni momenti dedicati agli altri, soprattutto ai poveri».