Fratelli e sorelle,
Se non ci siete voi, operatori Caritas e volontari per ogni soccorso, quale volto avrà la comunità cristiana in questo nostro tempo?
Se non ci siete voi, preti, pastori secondo il cuore di Cristo, se non ci siete voi uomini e donne ispirate a vivere secondo il comandamento di Gesù, chi mostrerà agli uomini di buona volontà le vie della carità possibile, i segni della fraternità universale, i semi di speranza per una civiltà dell’amore che non lasci indietro nessuno?
Se non ci siete voi, operatori Caritas e volontari per ogni soccorso, a quale porta possono bussare i poveri, quelli che muovono a compassione il cuore di Dio?
Se non ci siete voi, chi darà ascolto ai disperati, quelli che si ostinano a disprezzarsi, quelli che una società frettolosa e individualista vuole lasciare indietro?
Se non ci siete voi, chi raccoglierà gli scarti dell’umanità, quelli che non si sa come trattare, quelli con cui bisogna avere pazienza?
Se non ci siete voi, chi avrà tempo e pazienza per ascoltare quelli che nessuno ascolta, quelli che hanno solo bisogno di essere ascoltati?
Se non ci siete voi, chi dirà la parola incoraggiante e stenderà la mano amica per quelli che invocano solo un aiuto per ripartire, dopo che sono stati travolti dallo sconvolgimento di questa pandemia?
Per questo voglio anzitutto dirvi la mia gratitudine per l’immensa generosità e creatività con cui le nostre comunità con lo stimolo e il coordinamento degli operatori Caritas hanno affrontato questi mesi di emergenza e ancora si stanno prodigando perché nessuno sia lasciato indietro. La vostra azione caritativa rivela un Dio che ama tutti senza distinzione.
Ma – io penso – ci sono giorni in cui anche voi siete stanchi, anche voi vi domandate: “Ho fatto tanto per gli altri: ci sarà chi farà qualche cosa per me!”.
Ci sono giorni in cui i bisogni sembrano ingigantirsi e diventare insostenibili e vi insidia il pensiero: «Che cosa possiamo fare? Che cos’è mai questo per tanta gente? Che possiamo fare noi, così pochi, di fronte all’immenso bisogno?».
Quando vengono questi giorni, io penso che ci sia un angelo di Dio che bussa alla porta. L’angelo di Dio, forse con le parole di Papa Francesco, forse con la testimonianza semplice di gente da nulla, vi porta una parola di sapienza, vi porta l’invito a vivere con intensità questi giorni, leggendo in un esercizio di interpretazione e discernimento. Vi raggiunge con un invito ad ascoltare, ad ascoltare insieme con molti altri, ad ascoltare e a consigliare per ridefinire le priorità e attivare collaborazioni con altre persone di buona volontà.
Per questo è importante che in ogni comunità ci sia la presenza della Caritas della Comunità pastorale e parrocchiale. Sotto la pressione dell’emergenza siamo chiamati a non smarrire la lucidità per resistere alla logica dell’assistenzialismo. Il ruolo di animazione della Caritas, le proposte formative, le occasioni di confronto avviano processi per entrare sempre più nella logica evangelica e saper vedere ogni uomo e donna nella loro dignità di figli, quindi non solo come persone da aiutare, ma come soggetti attivi della Comunità che li accoglie.
L’augurio è che possiate essere una mano tesa, un germe di speranza capace di generare cambiamento, mostrando a tutti che un modo diverso di vivere è possibile.
Vi ringrazio e vi benedico.