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Sirio 01 - 10 novembre 2024
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Seveso

L’Arcivescovo ai nuovi parroci: «Siate fieri del vostro sì»

Monsignor Delpini ha presieduto la celebrazione per i presbiteri immessi nell’ufficio: «È un momento grande. Il Signore è Buon pastore anche per voi: uno spunto di riflessione e consolazione»

di Annamaria BRACCINI

6 Settembre 2024
Il giuramento di uno dei nuovi parroci (Agenzia Fotogramma)

Il “grazie” per la disponibilità espressa nell’accettare un nuovo incarico pastorale e la consapevolezza che «questo sia un tempo di attesa, di trepidazione e di domande», per la settantina di sacerdoti ambrosiani che, nel santuario di San Pietro Martire a Seveso, vivono il momento solenne dell’inizio del loro nuovo ufficio. È questo che l’Arcivescovo dice, presiedendo la celebrazione di preghiera e di benedizione per tutti i presbiteri che hanno ricevuto una nuova destinazione e vengono immessi nell’ufficio di parroci o di responsabili di Comunità pastorali (qui l’elenco che comprende anche gli amministratori parrocchiali)

I presenti alla celebrazione (Agenzia Fotogramma)

Accanto e lui, in altare maggiore, il Vicario generale, monsignor Franco Agnesi, tutti i Vicari di Zona e il Vicario per la Formazione permanente del Clero monsignor Ivano Valagussa, per un passaggio insieme solenne (non solo formale) e suggestivo che, come ormai tradizione, suggella i giorni di orientamento, preghiera, condivisione e riflessione sperimentati nel «Tempo in disparte»: l’iniziativa promossa dalla Formazione permanente che appunto intende offrire alcuni giorni di sosta a Seveso prima della ripartenza.

Dopo la proclamazione delle tradizionali letture previste per questo tipo di celebrazione – tratte dal I capitolo del Libro di Geremia, dalla I Lettera di Paolo ai Corinzi e dal Vangelo di Giovanni 10 nella pagina del Buon pastore -, il procancelliere arcivescovile don Marco Cazzaniga (che annuncia anche la costituzione di 6 nuove Comunità pastorali) avvia la presentazione nominale dei parroci e responsabili di Cp presenti. A loro si rivolge l’Arcivescovo, ma idealmente anche tutti a coloro che vivono qualche altro tipo di cambiamento, come gli 80 vicari e residenti con incarichi pastorali, i 20 preti diversamente incaricati, per un totale di 62 parrocchie e 30 Comunità pastorali di tutte le Zone dell’Arcidiocesi coinvolte: 21 Zona I, 10 Zona 2, 9 Zona 3, 16 Zona 4, 7 Zona 5, 7 Zona 6 e 6 Zona 7.

L’Arcivescovo durante l’omelia (Agenzia Fotogramma)

Il Buon pastore

«Il profeta Geremia è in difficoltà perché sa che la comunità non lo ascolterà e così è in difficoltà l’apostolo Paolo perché la comunità di Corinto lo giudica, lo critica, lo ritiene uno degli apostoli tra i tanti – osserva monsignor Delpini -. Penso alla trepidazione, alla previsione di difficoltà, al disagio del cambiamento, alla percezione che le comunità saranno, in parte, entusiaste dell’arrivo del nuovo parroco e, in parte, nostalgiche per chi se ne è andato. Ma questo momento è la celebrazione di un momento di grandezza in cui siamo fieri di assumere delle responsabilità nelle realtà in cui si è inviati dal Vescovo. Un momento di fierezza per essere uomini che dicono di sì, uomini che sono accompagnati dall’incarico ricevuto dal Signore e dalla Chiesa».

«Da parte mia – sottolinea ancora l’Arcivescovo – sento ammirazione. Stiamo vivendo un momento grande grazie al vostro gesto di dire: “Eccomi, sono qui”. Cosa può aiutarci a superare le paure di Geremia e la rabbia che ha Paolo? È la pagina del Buon pastore, perché è il Signore che ci raduna e che fa dei tanti un solo gregge. Troviamo la nostra fiducia, il nostro coraggio nel sentirci anche noi una pecora del gregge, amato al tal punto che il Signore dà la sua vita. Il Signore è Buon pastore anche per te: sia questo uno spunto di riflessione e consolazione».

Un momento della celebrazione (Agenzia Fotogramma)

Poi la Professione di fede, il giuramento di fedeltà nell’assumere il nuovo Ufficio a nome della Chiesa, con i parroci e i responsabili di Comunità pastorali che salgono, a uno a uno, in altare per porre le proprie mani sul Vangelo e la lettura, da parte dell’Ordinario, del Decreto di immissione in possesso, a norma del canone 527. Infine la preghiera universale, la recita corale del Padre Nostro, la benedizione di tutti i presbiteri e il canto della Salve Regina concludono il rito.

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