«Una città e una regione che si lascia cambiare dalla pandemia sarà una città e un regione che permetterà anche a voi quella libertà di avere luoghi per pregare e crescere assieme». Lo dice l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nel messaggio inviato alle comunità islamiche presenti in Diocesi in occasione della fine del Ramadan. A causa delle limitazioni imposte per contrastare l’epidemia da Coronavirus, oltre a inviare la lettera, l’Arcivescovo ha voluto anche registrare un video in cui legge lo stesso testo.
«I provvedimenti adottati per contrastare la diffusione della pandemia hanno obbligato anche voi, com’è accaduto a noi cristiani, a una disciplina di preghiera e digiuno nelle case, senza potersi ritrovare in spazi e momenti comuni di riflessione e preghiera – spiega l’Arcivescovo -. Questa mancanza, immagino, abbia segnato anche voi e ci porta tutti a interrogarci sulla bellezza della preghiera comune, sull’importanza di ritrovarci insieme per ascoltare le parole di Dio». A partire da questa riflessione, monsignor Delpini formula l’augurio affinché i musulmani presenti nel territorio della Diocesi ambrosiana possano disporre di luoghi di culto «come il diritto alla libertà religiosa impone ad ogni società».
Monsignor Delpini prosegue sottolineando poi che «la pandemia ci ha fatto subito comprendere con molta concretezza che la terra intera e le persone sono tutte sulla stessa barca. Il periodo intenso di preghiera e di ascolto di Dio che state concludendo ci permette di sentirci molto in sintonia con questa interpretazione del dramma che stiamo vivendo. Possiamo continuare a lavorare insieme per diffondere questa riscoperta della centralità di Dio nelle nostre vite».
L’Arcivescovo di Milano, infine, ricorda l’impegno comune dei cristiani e dei musulmani a favore dei «tanti poveri che questa emergenza sta generando». «Anche questo è un frutto del periodo eccezionale che stiamo vivendo: le lingue diverse della preghiera si fanno parola comune quando diventano amore per gli altri. Che questo amore sia il terreno dentro il quale qui a Milano ci possiamo incontrare e camminare assieme».