In occasione degli incontri con i membri dei Consigli affari economici parrocchiali (Caep) in quattro sedi sul territorio diocesano (in allegato il programma), l’Arcivescovo consegnerà ai consiglieri una lettera nella quale scrive: «Invito a vivere anche questo servizio entro i Caep come una forma di amore alla comunità, con quello spirito di servizio e di intelligenza che ne fa una esperienza spirituale. Infatti si può crescere nella fede, nella speranza, nella carità, cioè camminare verso la santità, anche trattando di immobili, di soldi e di bilanci, perché lo Spirito di Dio effonde i suoi doni su tutti i suoi figli e in tutti gli ambiti della vita umana. Vi invito per questo ad accompagnare il vostro servizio con la preghiera».
L’Arcivescovo riconosce che «questo è forse il tempo per compiere un passaggio dall’essere collaboratori e consiglieri ad assumere personalmente responsabilità nell’amministrazione dei beni della comunità e nella gestione delle iniziative». Anche se «l’impostazione delle parrocchie richiede che il parroco sia rappresentante legale dell’ente», l’Arcivescovo ammette che «la forma e il carico di lavoro connesso con la rappresentanza legale può assumere forme diversificate». Tra i membri dei Caep potrebbe esserci quindi – secondo le intenzioni dell’Arcivescovo – chi assuma «il compito di segretario amministrativo (economo) della comunità».