L’Albania è una terra accogliente. Le comunità e le famiglie che l’arcivescovo Mario Delpini sta incontrando in questi giorni ne sono la conferma. Una tappa della visita pastorale ha riguardato la congregazione delle Piccole Operaie dei Sacri Cuori (espulse dall’Albania nel 1945). Le comunità in realtà sono tre, come spiega suor Flora, albanese: due con due suore, mentre a Scutari sono tre suore e una novizia. Altre religiose albanesi operano invece in Italia.
Le comunità religiose e il Centro di fisioterapia a Piraj
«A Kodhel ci occupiamo in particolare della catechesi per tutte le fasce di età (giovani, adulti e famiglie), mentre a Piraj abbiamo il Centro di fisioterapia, diretto da suor Annamaria che è italiana», racconta suor Flora.
Ieri l’Arcivescovo ha visitato la comunità religiosa presente a Piraj e il Centro di fisioterapia, che pure aveva già visto in passato. Il Centro, aperto nel 1999 e ampliato nel 2003, è frequentato da 7-10 persone al giorno, da bambini di un anno fino all’età adulta: vi vengono trattati tutti i tipi di patologie, in particolare quelle dovute a incidenti.
Incontro sul Sinodo
Poi c’è stato l’incontro con la Diocesi sul tema del Sinodo, a cui hanno partecipato tutti i sacerdoti, il Vescovo, le suore e gli assistenti pastorali. «Più che una conferenza – ammette suor Flora – è stato un incontro molto bello, meditativo. Delpini ha invitato a vivere in fraternità, in modo particolare con responsabilità e corresponsabilità nel prendere le decisioni per proseguire come Chiesa sinodale».
Al termine del suo intervento l’Arcivescovo ha risposto alle domande dei presenti, poi è seguito il pranzo comunitario. «È stato un momento molto bello e alla fine i due vescovi si sono scambiati alcuni doni», dice la religiosa.
In dialogo con i giovani
Nel corso della mattinata l’arcivescovo ha visitato la missione di Santo Stefano a Blinisht e alcune famiglie a Kodhel, Piuraj, Krajem, mentre nel pomeriggio ha incontrato i giovani e gli adolescenti: «Ha dato qualche consiglio sulla vita spirituale e come trovare la felicità». Quindi rivolgendosi ai ragazzi ha chiesto cosa ha significato per loro ricevere la Cresima, quali sono i loro impegni e responsabilità e come hanno vissuto la pandemia. «Ha chiesto se esiste ancora la tradizione per cui il capo famiglia nel nostro Paese prega il Rosario con tutti i familiari – racconta suor Flora -, in realtà si sta perdendo questa bella usanza…».
Al termine dell’incontro Delpini ha presieduto la Messa a Santo Stefano, la chiesa dedicata ai martiri albanesi; poi ha visitato altre famiglie e in serata ha cenato con don Alberto Galimberti (fidei donum ambrosiano) e tutte le comunità religiose che operano nella missione, i membri della cooperativa di Krajen, gli Ambasciatori di pace e gli assistenti pastorali con le loro mogli.
Clima familiare
Inutile dire che anche don Alberto, parroco a Blinisht da solo un anno, ha accolto con grande gioia la visita dell’Arcivescovo. «Mi ha fatto piacere che sia venuto a trovarmi – esordisce il missionario -. Ha condiviso due giorni in modo semplice. L’ho ospitato in casa mia ed è stato bello. La visita è stata molto familiare anche con la comunità, il Vescovo e i sacerdoti. Delpini ha fatto un bell’intervento sulla sinodalità e credo sia stato utile per i preti e le suore in Albania, come messaggio e indicazione sul metodo di lavoro, di impegno e di cammino comune».
La gioia e l’accoglienza delle famiglie
«L’Arcivescovo ha incontrato anche le famiglie e questa è stata la novità – dice don Alberto -. Ha gustato l’ospitalità albanese in tutti i sensi, anche nel cibo, perché ti aprono le porte con grande facilità e ti offrono sempre qualcosa». Ha incontrato famiglie impegnate e che hanno una discreta stabilità economica, ma anche famiglie in difficoltà o con altre fragilità. Attraverso questa visita Delpini «ha conosciuto la situazione della vita in Albania nella sua concretezza. Tutti hanno apprezzato e lui ha dimostrato la sua gratitudine e il suo piacere».