La Relazione di sintesi della prima sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, tra le «questioni da affrontare», ha messo in evidenza un aspetto importante per indicare il cammino delle parrocchie: «Le strutture pastorali vanno riorganizzate in modo da aiutare le comunità a far emergere, riconoscere e animare i carismi e i ministeri laicali, inserendoli nel dinamismo missionario della Chiesa sinodale. Sotto la guida dei loro pastori, le comunità saranno capaci di inviare e sostenere coloro che hanno inviato. Si concepiranno quindi principalmente a servizio della missione che i fedeli portano avanti all’interno della società, nella vita familiare e lavorativa, senza concentrarsi esclusivamente sulle attività che si svolgono al loro interno e sulle loro necessità organizzative». Si tratta di una prospettiva nota e insieme di non facile realizzazione. Imparare a camminare insieme con lo sguardo aperto alla missione ha sempre richiesto tempo. Anche la Chiesa degli apostoli ha faticato a trovare coraggio e modalità per vivere l’annuncio nelle pieghe della storia, fino agli estremi confini del mondo. La Proposta pastorale per l’anno 2024-2025 ha riassunto la memoria del cammino svolto sin qui nella logica di un rilancio attorno a tre parole essenziali: annuncio, missione, sinodalità.
Come si legge nel nuovo Instrumentum laboris per la per la seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2024), si tratta di camminare «insieme mano nella mano» per maturare «una più profonda consapevolezza» delle relazioni che intercorrono tra fratelli e sorelle in Cristo e della «comune responsabilità di essere una comunità di salvati che, con la parola e con la vita, annuncia al mondo intero la bellezza del Regno di Dio», condividendo una vita fatta di preghiera e amore per il prossimo, «a fianco delle donne e degli uomini che, in ogni parte del mondo, si adoperano come artigiani di giustizia e di pace». Tutto questo cammino non si inventa, ma ha bisogno di grande pazienza e di coraggio, di accompagnamento e formazione. Per questo motivo il Direttorio diocesano per i Consigli di comunità pastorali e parrocchiali ricorda che «ai consiglieri è richiesto, nel corso del loro mandato, di partecipare a specifici percorsi di formazione pastorale, culturale e spirituale o almeno di fare uso di strumenti e testi di formazione che accrescano la consapevolezza del significato del consigliare nella Chiesa» (n.5).
In questa luce il Consiglio episcopale ha chiesto all’Azione Cattolica e all’Equipe sinodale di immaginare un percorso formativo che ora viene proposto a tutte le Comunità pastorali e alle parrocchie. L’itinerario immaginato corre su due sentieri convergenti e con modalità diverse (vedi qui il programma completo).
Un primo sentiero sarà dedicato in modo particolare alle Giunte dei Consigli pastorali, attraverso la proposta di un tema e di un lavoro comune in forma laboratoriale. L’avvio, nel mese di novembre, sarà attorno al tema del consigliare nella Chiesa. L’intervento sarà di monsignor Valentino Bulgarelli, segretario del Cammino sinodale Cei. Per essere più attento alle dinamiche del territorio e offrire un accompagnamento più capillare, gli incontri si svolgeranno in ciascuna Zona pastorale, con la presenza del Vicario episcopale.
Il secondo sentiero consiste, invece, nell’offerta di alcune schede di rilettura di aspetti importanti contenuti nel Direttorio, a discrezione di ogni Consiglio pastorale. Il cammino intrapreso aiuterà, nel tempo, a precisare meglio contenuti e metodi. La speranza è quella di offrire riflessioni e strumenti in grado di sostenere e accompagnare il cammino comunitario e personale di ogni consigliere.