«I cristiani sono presenti nella storia come l’anima del mondo, sentono la responsabilità di proporre la vita buona del Vangelo in tutti gli ambiti dell’umana esistenza. Non pretendono una egemonia e non possono sottrarsi al dovere della testimonianza» (Alla scoperta del Dio vicino, p. 50).
Oggi, nella ricorrenza della giornata parrocchiale dell’Azione Cattolica, invito tutte le parrocchie a considerare che la responsabilità della testimonianza ecclesiale, che riguarda tutti i battezzati, non può fare a meno del contributo specifico dell’Azione Cattolica. Pertanto chiedo a tutti coloro che hanno a cuore la loro parrocchia nell’orizzonte più reale e concreto della Chiesa diocesana di confrontarsi con la proposta dell’Azione Cattolica e di sentirsi chiamati ad aderire con semplicità e disponibilità perché la forma dell’associazione è di grande aiuto per intensificare la propria vita spirituale, approfondire la comunione ecclesiale, approfondire la formazione.
Per motivare questa mia proposta e questo cordiale invito richiamo alcuni tratti tipici di questa storica Associazione che mi hanno motivato a indicarla come prezioso riferimento per una formazione di base dei laici delle nostre comunità.
Un primo elemento è legato alla educazione integrale della persona. La grande tradizione dell’Ac mostra di essere capace di farsi carico di questo compito, partendo dalla primissima infanzia fino a all’età anziana. L’impegno educativo dell’Azione Cattolica, realmente si estende lungo tutto l’arco dell’esistenza e riguarda ogni aspetto della vita della persona.
Un secondo elemento è un peculiare carisma dell’Ac, in nome del quale questa Associazione fa propria la preoccupazione fondamentale di chi guida la Chiesa, cioè, di Pietro e dei suoi successori, degli Apostoli e dei loro successori. Tutta l’azione formativa dell’Azione Cattolica nasce, cresce e indirizza alla comunione nella Chiesa, attraverso un imprescindibile riferimento al Vescovo e al suo magistero.
Un terzo elemento, veramente centrale, è che la formazione è proposta attraverso la condivisione di una esperienza associativa, che “non solo arricchisce le singole persone, ma consente di elaborare una cultura associativa: atteggiamenti comuni di fronte alla realtà, sensibilità condivise, accenti che ritornano con insistenza nei pensieri e nello stile delle persone di Ac” (Progetto formativo di Ac, n. 6).
Con queste sue peculiarità l’Ac ha già svolto un prezioso servizio nella storia della nostra Chiesa diocesana ed è mia convinzione che debba e possa continuare ancora più intensamente la sua azione di servizio alla formazione di laici in un’ottica comunionale e missionaria. Auspico pertanto che si guardi all’Ac con simpatia, che la si promuova in tutte le comunità nelle sue diverse articolazioni: Acr, giovani, adulti; che la si riconosca come una risorsa opportuna per l’oggi della nostra vita di Chiesa.
La proposta che rivolgo non potrà essere incisiva se i soci dell’Azione Cattolica non saranno i primi a offrire testimonianza persuasiva e a intraprendere iniziative coraggiose per favorire la conoscenza dell’Azione Cattolica, discutere le obiezioni, contagiare molti con la loro gioia e presenza costruttiva. La proposta che rivolgo dovrà trovare il sostegno di tutti i preti, che vivono il loro servizio alla Chiesa diocesana in comunione con il Vescovo e in una prospettiva che supera la tentazione del protagonismo personale che lega a sé e la tentazione del localismo riduttivo che limita gli orizzonti dell’esercizio della responsabilità dei laici.