Una veglia di preghiera per conoscere meglio la vocazione e la vita di San Giuseppe; un momento di riflessione e di preghiera per entrare con fede nel clima del Natale e accogliere Gesù. L’iniziativa è rivolta a tutti i giovani della Diocesi. Il ritrovo, nella chiesa San Giuseppe della pace (via Fratelli Salvioni 10, Milano), è per giovedì 16 dicembre alle 19.15 per un momento di preparazione, poi la veglia è alle 19.30, con un titolo molto evocativo: «L’annuncio a San Giuseppe, nel sogno di uomo, un segno per l’umanità».
Vero uomo, adulto e padre
Giuseppe, promesso sposo di Maria, era un giovane con un problema molto contemporaneo: una tremenda paura di sposarsi, una tremenda paura di rispondere al problema che la vita gli aveva messo davanti. Questo «problema» era la sua vocazione: vivere con Maria per dare la vita al Figlio di Dio, al loro figlio Gesù. Spesso San Giuseppe è ridotto a un personaggio secondario, il cui unico merito è quello di essersi fatto da parte. Ma se leggiamo bene il Vangelo, vediamo che Giuseppe è un vero uomo, un vero adulto, un vero padre, che non ha affatto rinunciato, anzi ha preso sul serio il suo compito e la sua vita, e si è tuffato in un mare di problemi con un coraggio sbalorditivo. Ma prima di quel salto – come molti di noi davanti alle scelte decisive della nostra vita – è stato consumato da un timore infernale.
Entrare nel clima del Natale
Questa veglia è l’occasione per conoscere meglio la vocazione di San Giuseppe e per vedere come la sua vita non è diversa dalla vita di qualsiasi giovane che vuole prendere l’esistenza in modo responsabile. Un momento di preghiera e di riflessione per entrare con fede nel clima del Natale e accogliere Gesù che «è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo» (Christus vivit, 1).
«La figura di Giuseppe – diceva papa Francesco durante l’udienza del mercoledì di qualche settimana fa (qui la sua lettera con cui ha indetto l’anno dedicato a San Giuseppe) -, seppur apparentemente marginale, discreta, in seconda linea, rappresenta invece un tassello centrale nella storia della salvezza. Giuseppe vive il suo protagonismo senza mai volersi impadronire della scena».