Il momento della sapienza, ma anche della fragilità: così l’arcivescovo Delpini definisce l’età anziana, a cui è dedicato il settimo capitolo della sua Proposta pastorale Viviamo di una vita ricevuta. Ne abbiamo parlato insieme a Carlo Riganti, presidente del Movimento di Terza età della Diocesi, l’associazione di laici nata nel 1972 in seno all’Azione cattolica su sollecitazione del cardinale Colombo.
Quali fragilità sperimentano gli anziani oggi, e quale saggezza possono offrire?
Molto spesso noi anziani ci sentiamo frastornati e scoraggiati per dover vivere in una società che, avendo perso qualsiasi riferimento valoriale (e i fatti di cronaca di completa “disumanità” lo confermano), non considera la longevità un valore da custodire e, a causa delle condizioni di salute e degli acciacchi dell’età, ci porta a pensare, come afferma anche monsignor Delpini, «adesso non posso fare più niente», come se la vita consistesse esclusivamente nel fare, nel produrre, nel realizzare. Ammaestrati dalla Parola di Dio e sostenuto dal vigore dello Spirito, noi sappiamo invece che la vita è prima di tutto e soprattutto, «vocazione ad amare» e questa capacità di amare non viene mai meno, anzi, come constatiamo tutti, più il tempo passa, più si affina e si dilata. Lo posso confermare da 80enne con 51 anni di matrimonio alle spalle. All’inizio di un nuovo anno pastorale l’Arcivescovo vuole incoraggiare noi anziani a mettere a frutto i talenti e la disponibilità di energie, di tempo, di competenza a servizio della comunità. Perché gli anziani sono persone preziose, seppur fragili, per l’esperienza che hanno acquisito, per la loro professionalità. È necessario che ne prendano coscienza e lo comunichino.
Che ruolo possono avere gli anziani in una comunità cristiana?
Molti. Per esempio, chi è in buona salute può andare a trovare gli anziani che invece sono costretti a casa (o in Rsa) dalla malattia, portando loro l’Eucarestia: nel rapporto di amicizia e di fraternità che si crea, il malato si sente ancora parte della comunità, sociale ed ecclesiale, anche se per via della propria condizione tenderebbe a sentirsi escluso. Importante anche il ruolo di animazione degli anziani nei Gruppi terza età presenti in molte parrocchie della Diocesi, con proposte spirituali e culturali: dal catechismo ai cineforum, alle visite guidate a mostre e monumenti. Infine, gli anziani fanno già tanto semplicemente partecipando alle Messe quotidiane, che senza di loro andrebbero pressoché deserte: con la frequenza in chiesa, nel rapporto quasi quotidiano con l’Eucarestia, questi anziani costruiscono non solo la comunità, ma il Regno di Dio.
L’Arcivescovo parla anche dei nonni. Quale il loro ruolo nella società?
I nonni hanno anzitutto una funzione di supporto ai genitori che lavorano: aiutiamo i nostri figli da un punto di vista organizzativo. In questa situazione di economia precaria, gli anziani hanno anche un ruolo di aiuto economico alle giovani famiglie. C’è poi anche un aiuto da un punto di vista educativo, ma in punta di piedi, direi, perché il ruolo educativo rimane dei genitori, i nonni possono solo suggerire qualche input, in maniera discreta.
Qual è la “missione” del Movimento Terza Età?
Come recita l’articolo 4 del nostro nuovo Statuto, che monsignor Delpini ha approvato il 5 giugno scorso, il nostro Movimento vuol sostenere e vuole partecipare a percorsi e progetti diocesani, affinché gli anziani non siano semplici utenti della vita ecclesiale, ma ne diventino attori mediante incontri di promozione umana, arricchimento culturale, catechesi, preghiera e spiritualità o, addirittura, offrendo la propria malattia e sofferenza per contribuire alla costruzione e diffusione del Regno di Dio sulla terra. Attualmente il Movimento sta vivendo un cammino di rinnovamento, intrapreso dal 2022, anno del cinquantesimo di fondazione, che ha avuto come filo conduttore il tema della valorizzazione dei talenti o carismi di ognuno. Le 18 catechesi sulla vecchiaia, tenute da Bergoglio dal febbraio all’agosto 2022 e che abbiamo pubblicato nel volume Giorni e sogni dell’Età anziana, ci hanno confermato che gli anziani possono ancora essere protagonisti della propria vita, che non è necessariamente svuotata dal progredire dell’età o dall’indebolimento fisico. Nello stesso volume abbiamo raccolto altri documenti per stimolare il lavoro nei gruppi e la riflessione sugli anziani. Su questa base abbiamo organizzato una serie di Convegni nei quali abbiamo spronato i partecipanti a prendere atto dei propri talenti e a metterli a frutto nelle comunità. Inoltre, lo scorso settembre abbiamo proposto due giornate di formazione per responsabilità e animatori dei Gruppi parrocchiali.