di monsignor Luigi STUCCHI
e monsignor Paolo MARTINELLI
Vicari episcopali per la Vita consacrata
La vita consacrata è stata spesso descritta attraverso la parola »profezia». Anche papa Francesco ha frequentemente affermato che «la nota che caratterizza la vita consacrata è la profezia». Certamente non ne ha l’esclusiva.
Tutto il popolo di Dio è un popolo profetico. Il Vaticano II ha ricordato che questo popolo è tale innanzitutto perché possiede il «senso della fede» (sensus fidei), che, come un istinto soprannaturale, donato con il battesimo e coltivato fedelmente, ci permette di riconoscere ciò che corrisponde alla fede ed edifica la comunità e ciò che, invece, le è contraria. Il popolo di Dio manifesta la sua indole profetica anche attraverso i carismi che lo Spirito distribuisce liberamente per l’edificazione comune (Lumen Gentium 12).
La vita consacrata, nelle sue diverse forme, si colloca al cuore della dimensione carismatica e profetica della Chiesa. Essa è tale non tanto per le cose che fa, quanto per quello che è, per la sua testimonianza di una vita povera, casta e obbediente. Nella Proposta pastorale La situazione è occasione, l’Arcivescovo ricorda che «la vita consacrata è la risposta a una vocazione a essere testimoni del Regno che viene». Il regno di Dio viene prefigurato profeticamente – dice il magistero della Chiesa – proprio nel vivere i consigli evangelici (Christifideles Laici, 55). Perché essi sono una testimonianza profetica? Innanzitutto perché sono stati praticati da Gesù stesso, indicano le caratteristiche della sua umanità. Egli chiama alcuni ad abbracciarli come forma di vita, mentre a tutti i fedeli sono indicati come punti di riferimento per la sequela e la imitazione di Cristo (Lumen Gentium, 42).
Ma come comprendere oggi la profezia dei consigli evangelici? Come parlare di una vita obbediente, in una cultura che spesso esaspera la libertà individuale e l’autodeterminazione? Come vivere la povertà evangelica nell’epoca del “perfetto consumatore”, così facilmente seducibile dai nuovi prodotti che vengono continuamente immessi sul mercato? E come vivere un’esistenza casta nel tempo dell’erotismo pervasivo? Proprio per aiutarci a comprendere il senso della testimonianza di migliaia di donne e di uomini che abbracciano questa forma di vita anche nella nostra diocesi, quest’anno i Vicariati per la vita consacrata – insieme al Centro studi di spiritualità della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, e in collaborazione con gli organismi di comunione Cism, Usmi e Ciis – propongono alcuni incontri di formazione sui consigli evangelici presso la Facoltà teologica (via dei Cavalieri del S. Sepolcro 3, Milano). Vogliamo scoprire insieme l’obbedienza come profezia della libertà di essere figli di Dio; la povertà evangelica come espressione di un cuore amante di tutte le creature, accolte come dono del Padre; la castità come forma della gratuità e dell’amore generativo, più forte della morte.
Nel primo incontro, sabato 16 novembre (vedi i dettagli nel box, ndr), verrà approfondito il tema del fondamento evangelico; successivamente, il 14 marzo 2020 affronteremo la dimensione antropologica della sequela di Cristo casto, povero e obbediente. Infine, sabato 16 maggio approfondiremo la dimensione comunitaria dei consigli evangelici. In questo modo non si intende offrire solo una riflessione per le persone consacrate, ma per ogni cristiano che vuole approfondire la propria vocazione battesimale. La testimonianza profetica della vita consacrata altro non è che una forma di vita che intende mostrare nella Chiesa e al mondo intero la bellezza dell’incontro con Cristo, colui per il quale vale la pena vivere, lasciare tutto perché «Egli è tutto» (Sir 43,27).