L’aveva detto papa Francesco alla Chiesa italiana a Firenze, ormai un anno fa: «Oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca». Chiamiamo “post-moderno” questo tempo per rilevare l’inedito che ci sta davanti caratterizzato da una straordinaria accelerazione di processi culturali e sociali.
Per la Chiesa questo vuol dire essere in tempo di “riforma”. Un fenomeno certo non nuovo. La Chiesa è sempre reformanda. L’Arcivescovo di Milano, nell’omelia tenuta l’8 settembre in Duomo, ha affermato l’esigenza della riforma per «educarsi al pensiero di Cristo». Per questo la famiglia in quanto famiglia deve essere il soggetto primario di azione pastorale; i presbiteri devono sapersi innanzitutto parte di un unico presbiterio, intorno al Vescovo.
Quale riforma per la vita consacrata? Nell’omelia di chiusura dell’anno della vita consacrata papa Francesco aveva usato toni forti: «Guai a cristallizzare i nostri carismi in una dottrina astratta… non sono da sigillare in bottiglia, non sono pezzi da museo», «i nostri fondatori… non hanno avuto paura di sporcarsi le mani con la vita quotidiana, con i problemi della gente… hanno mantenuto nel cuore lo stupore per l’incontro con Cristo. Non hanno addomesticato la grazia del Vangelo».
La Chiesa milanese da qualche anno sta lavorando con gli organismi di comunione della vita consacrata (Cism-Usmi-Ciis) per vivere in modo fecondo questo tempo di riforma. Per l’anno pastorale 2016-2017 i Vicariati episcopali per la vita consacrata hanno pensato ad alcuni cammini formativi, elaborati insieme al Centro studi di spiritualità della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale. Si vuole venire incontro innanzitutto alla necessità di una interpretazione adeguata del proprio carisma. Da qui la proposta di un seminario di ricerca che aiuti a rileggere la grazia degli inizi come fonte ispirativa per vivere la circostanza attuale.
Inoltre, vi sarà un ciclo di incontri per approfondire le condizioni ecclesiali e sociali che sostengono la vita consacrata nel suo cammino, favorendo la condivisione del proprio carisma con tutta la Chiesa particolare e pensando a nuove forme di inserimento nella pastorale diocesana (in allegato il programma completo).
In un tempo di riforma, alla vita consacrata è richiesto un maggior radicamento nel tessuto ecclesiale e sociale. A tale proposito due appuntamenti saranno importanti. Il primo si svolgerà il 25 novembre al Seminario arcivescovile di Venegono: il cardinale Angelo Scola incontrerà i seminaristi e tutti membri degli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica in formazione iniziale. Si parlerà di vocazione e generatività. Conoscersi tra seminaristi e novizi, sotto la guida del proprio vescovo, incrementa la comunione.
Inoltre, verrà dato rilievo alla celebrazione del 2 febbraio, Giornata mondiale della vita consacrata. L’Arcivescovo celebrerà la Santa Messa in Duomo alle 17.30. Tuttavia a questo momento non saranno invitati solo i consacrati, ma tutta la comunità diocesana. Infatti poiché la Vita consacrata è dono fatto alla Chiesa è bello che tutto il popolo santo di Dio renda grazie per questo carisma.
Si tratta di un carisma davvero profetico e sapienziale, che non potrà venire mai meno, anche in un cambiamento d’epoca.